Cattolicesimo WOW!!!
Cercando nella galassia protestante, è vero, si incontra di tutto; ma i guai non mancano neppure nel versante cattolico…
Avete mai visto Dogma di Kevin Smith? Un film dall’umorismo irriverente e dissacrante, una sferzante commedia al vetriolo sulla religione cattolica e i suoi (dal regista, diciamo la verità, alquanto malcompresi) contenuti. Sarebbe senz’altro blasfemo, se volesse prendersi sul serio; ma è difficile attribuire tale intenzione a un autore come Smith, che sembra fare della decostruzione satirica il suo personale dogma cinematografico e non risparmia colpi a nessuno, meno che mai alla cultura “giovane” (che pure rappresenta il suo target di riferimento) rappresentata dai due eroi-imbecilli Jay e Silent Bob: quest’ultimo essendo lo stesso Kevin Smith, che al dileggio sbeffeggiante non sottrae nemmeno sé stesso – e gli voglio riconoscere almeno questo merito, soprattutto se paragonato ai tanti comici di casa nostra per i quali la satira si fa sempre verso una sola direzione (quale, indovinate).
Ordunque, lasciando da parte la trama principale di Dogma, qui voglio segnalare solo una delle sue tante trovate. All’inizio del film ci viene presentata la straordinaria figura del Cardinale Glick, ideatore della grande operazione mediatica “Cattolicesimo WOW”. La quale consiste in ciò: siccome oggi la gente pensa che il cattolicesimo non sia fico, e i massmedia lo vedono come un relitto del passato, bisogna ammodernare. Rinnovare radicalmente. A cominciare dal simbolo del crocifisso: troppo tetro, troppo antiquato, troppo poco attraente. Che diamine, Cristo è venuto a portare gioia, non dolore! Perciò, in conferenza stampa il Cardinale annuncia in pompa magna la grande novità…
“Ora, tutti noi sappiamo come la gente e i media in questo paese vedono la Chiesa cattolica. Pensano a noi come ad un’istituzione passata di moda, arcaica. Le persone trovano la Bibbia ottusa… perfino noiosa! Ma adesso, nello sforzo di confutare tutto questo, la Chiesa ha scelto quest’anno come un tempo di rinnovamento… sia nella fede che nello stile.
Per esempio, il crocifisso. Sebbene esso sia stato un tempo un onorato simbolo della nostra fede, Santa Madre Chiesa ha deciso di mettere in pensione questa molto riconoscibile ma anche assai deprimente immagine di Nostro Signore crocifisso. Cristo non è venuto sulla terra per spaventarci… è venuto per aiutarci. Lui era un entusiasta. Ed è sulla base di questa concezione di nostro Signore che ora abbiamo ideato un nuovo simbolo ispiratore.
Così, è con grande piacere che vi presento la prima delle molte revisioni della campagna “Cattolicesimo WOW” che partirà dal prossimo anno. Ecco a voi… il Cristo compagnone! Certo, questo non è il termine ufficiale che stiamo usando per il simbolo, è solo qualcosa che abbiamo scarabocchiato in ufficio… ma guardatelo! Non ha un suono… pop? Il Cristo compagnone…”
Ebbene: di fronte a questa pirotecnica applicazione del concetto di “aggiornamento”, possiamo pure metterci a ridere (se non siamo oltre un certo grado di sensibilità e suscettibilità); io, lo ammetto tranquillamente, qualche risata me la sono fatta.
Tuttavia, dopo aver riso, ho pensato che per decenni intere generazioni di teologi cosiddetti moderni hanno seriamente parlato del Concilio Vaticano II nientemeno che in termini di “nuova pentecoste” (sottinteso: tutto quello che c’è stato prima, in quei circa diciannove secoli e mezzo, è stato uno sciagurato incidente di percorso); che la riduzione di Cristo a “compagno di strada”, nonché la trasformazione del cristianesimo in una versione risciacquata del socialismo, altro che satira da film comico, l’hanno fatta seriamente pubblicatissimi e studiatissimi professori come Hans Küng e compagnia; che perfino l’idea di abolire il crocifisso in quanto “simbolo masochistico” fu proposta davvero nel ’68, ne fu testimone a Tubinga Joseph Ratzinger (che racconta l’evento nella sua autobiografia); e così via…
Insomma, altro che “cattolicesimo wow”: abbiamo visto il cattolicesimo gasp, gulp, sob e sigh. E non al cinema, ma nella realtà. Macchè ridere, a pensarci bene c’è da piangere.
19 aprile 2007 at 20:15
Ma lo vendono anche on-line quel pupazzone?
Sarei interessato per una prossima occasione di compleanno.
Ficherrimo!! 🙂
20 aprile 2007 at 06:51
Mah! ti dirò che quando sento certe canzonette pseudocattoliche del trallallero trallallà mi chiedo com e si fa ad essere cristiani davanti a certe musiche che sono la negazione del sacro.
Ma forse sarà perchè non sono più una ragazzina…
Credo che la musica o è arte e allora introduce al mistero, oppure è un diversivo che alla lunga stanca.
Quanto al film di cui parli, che non ho visto, credo che a quel tipo di cristianesimo non crederei nemmeno io. Purtroppo non si conosce il cristianesimo, ma solo la sua caricatura fatta da persone incompetenti.
Ma di una caricatura del Cristianesimo nessuno ne ha bisogno!
20 aprile 2007 at 14:11
ottimo post, anche io 2 risdate col “Buddy Christ” me le feci, loammetto. Penso che il film di Smith, da un certo punto di vista, sia più innocuo di quei dotti di cui ha parlato al termine del post.
20 aprile 2007 at 16:35
Se non assomigliasse alla realtà quel tanto che basta, non sarebbe satira…
21 aprile 2007 at 01:01
Se hanno ridotto così Gesù, chissà cosa ne avranno fatto della Maddalena…
21 aprile 2007 at 11:04
Eno: credo di sì. Cerca la pagina di Buddy Christ su Wikipedia e segui la via del profeta compagnone.
Anna e Gigi e Nihil: la cosa triste è proprio che certi cattolici del trallalero trallalà hanno fatto peggio di quanto abbiano mai pensato i nemici della Chiesa. A questo punto preferisco davvero il compagnone di Smith, o il gesù hippie profeta televisivo di Southpark: qua c’è da ridere, là c’è da piangere.
Ago: tranquillo, a lei ci ha pensato dan brown.
21 aprile 2007 at 16:06
La Messa celebrata nella chiesa accanto casa mia alla domenica dura dalle 12:00 fino alle 13:20 circa, tra canti, balli, chitarre e forse pure la lap-dance.
Io non ci vado e non posso appurare se la lap-dance sia davvero praticata, ma tutto può essere.
Per fortuna che sono atea, non reggerei mai un’ora e venti minuti al chiuso, con le statue che mi guardano e la puzza d’incenso ^^
O tempora, o mores!
22 aprile 2007 at 09:44
A me sembra che certe degenerazioni protestanti e certi abusi liturgici cattolici (che sono piuttosto delle vere e proprie demolizioni) abbiano a che fare con l’allontanamento dell’elemento metafisico dalla religione. Se Cristo risorto smette di essere una presenza viva e reale, che opera misteriosamente nella Storia e in noi stessi, allora tanto vale mantenere l’uso del crocifisso, ma come simbolo di un Dio che è morto, per cui tutto è permesso (e niente ha importanza, come dice Gomez Davila).
A quanto mi risulta l’emorragia di fedeli dalle chiese protestanti non accenna a fermarsi. E’ logico, perchè per stare insieme dobbiamo andare a sederci su delle scomode panche quando possiamo molto più piacevolmente conversare in un lounge bar?
22 aprile 2007 at 17:09
Ecco, ci manca solo la lap-dance…
io non sono per principio contro un certo tipo di liturgia, penso che anche le celebrazioni “gaiose” abbiano la loro funzione nell’insieme del tutto, ma è vero che negli ultimi decenni abbiamo assistito a una vera e propria autodemolizione.
Ma dimmi un po’, Lady: se ogni tanto, diciamo una volta al mese, nella chiesa vicino a casa tua facessero una celebrazione in latino, magari con musiche di Bach o Mozart (un po’ massone e playboy tra parentesi, ma vabbè la musica è quel che è ;-)… ecco, non ti verrebbe voglia foss’anche una volta nella vita di entrare a sentirti la “Christ lag in Todesbanden”?
Claudio
22 aprile 2007 at 21:56
Ma dimmi un po’, Lady: se ogni tanto, diciamo una volta al mese, nella chiesa vicino a casa tua facessero una celebrazione in latino, magari con musiche di Bach o Mozart (un po’ massone e playboy tra parentesi, ma vabbè la musica è quel che è ;-)… ecco, non ti verrebbe voglia foss’anche una volta nella vita di entrare a sentirti la “Christ lag in Todesbanden”?
Solo per Mozart e per il latino mi sorbirei pure l’orribile puzzo dell’incenso ^^
E poi, io la Messa da Requiem di Wolfy l’ascolto almeno una volta a settimana, ma questo non fa di me una fervente e zelante cattolica 😀
22 aprile 2007 at 22:01
se ogni tanto, diciamo una volta al mese, nella chiesa vicino a casa tua facessero una celebrazione in latino, magari con musiche di Bach o Mozart…
Io ci andrei anche senza Mozart! Davvero, vorrei tanto assistere ad una messa in latino, tanto il cervello riesco a spegnerlo per un’oretta e a concentrarmi solo sul fattore linguistico 😀
Ah, Dogma è un capolavoro 😀
E anche i due Clerks 😀
23 aprile 2007 at 09:42
Per gli amanti della messa in latino e dei canti gregoriani e dei riti belli della Chiesa consiglio di organizzare un passaggio(per le festività maggiori) all’Abbazia di monteoliveto maggiore vicino Buonconvento, Siena.
http://www.monteolivetomaggiore.it/
Io presumo di andarci per il prossimo Natale. Il mio ateismo duro e puro mi fa apprezzare maggiormente la pura bellezza decontestualizzata di certi eventi.Certo, in questi casi i credenti avranno una marcia in più, ma non mi lamento. ;D
Per il post…consiglio la lettura di “gesù lava più bianco-così la chiesa inventò il marketing” per capire che ll’aggiornamento della chiesa come entità vivente autoevolvente è un processo automatico inarrestabile. Solo un nuovo Dio può soppiantare quello che già c’è, nella credentità.
23 aprile 2007 at 19:19
#9 Claudio
Ecco, ci manca solo la lap-dance…
io non sono per principio contro un certo tipo di liturgia, penso che anche le celebrazioni “gaiose” abbiano la loro funzione nell’insieme del tutto …
Tu quoque Brute, fili mi?!?
Attenzione Claudio: una volta imboccata la china dell’ “in fondo cosa c’è di male” si rischia di brutto …
La loro funzione? Probabilmente solo quella di cercare, erroneamente, di “conquistarsi” le simpatie dei giovani o dei modernisti tout court. Ad enorme scapito della sacralità della funzione.
Te lo dice una che frequenta la prima Messa domenicale non per masochismo o fervore penitenziale nell’imporsi una levataccia, ma perchè non ne può più di schitarramenti, ululati cacofonici, gestualità plateali ed abusi liturgici di vario e coloratissimo genere.
Credo che tutto ciò contribuisca semmai solo ad allontanare i fedeli più “tiepidi”. Potresti giustamente rispondermi che è meglio perderli che trovarli, se basta così poco a far loro abbandonare la pratica religiosa. Ed in questo mi troveresti perfettamente d’accordo.
Ma rimane il problema di fondo. Cui prodest? A chi giova trasformare la S. Messa ad una versione di poco dissimile dal mercato rionale o dalla festa del paese? Ho avuto di recente occasione di assistere a qualche celebrazione di rito ortodosso e ti assicuro che la loro solennità, sacralità, il loro “rigore” liturgico che potrebbe forse apparire a prima vista assurdo e fuori dal tempo, in realtà ti trasmette un senso di appartenenza, di continuità col passato, di forza interiore straordinari.
23 aprile 2007 at 19:23
Enorme svarione grammaticale nel post precedente. Dovuto ad una interruzione di qualche minuto ed alla mia non-rilettura. Oppure al rimbecillimento causato dal caldo infernale ed all’età che avanza inesorabilmente ….
Io, che tuono contro i miei studenti “rileggete!!” adesso mi cospargo pubblicamente il capo di cenere 🙂
23 aprile 2007 at 21:20
In realtà io credo che la modalità corretta sia una vera con-vivenza dei due aspetti. Da una parte il “Gospelianesimo” che attira e seduce e diverte i giovani e non annoia gli adulti. Dall’altra la morigeratezza, il silenzio, il raccoglimento per trovare le risposte che uno cerca.
Dio ama la vita nella sua esplosione di energia, gli uomini amano Dio, e quindi amano la vita e l’energia, ma questa energia può anche essere solo spirituale, e io sono convinto che chiunque abbia bisogno del chiostro di un convento in Toscana e dei canti ritmici di un alleluja con le chitarre.
e questo per credenti e non (anche se l’alleluja viene sostituito con altre musiche)
24 aprile 2007 at 16:28
ma quel Gesù è fenomenale… noi lo vorremmo regalare al nostro Giovannino…
un abbraccio noi 4
11 marzo 2008 at 11:01
Condivido con Copywriter e Sissi2002 la maggior spiritualità che infonde la liturgia “vecchia maniera”, con latino e canti gregoriani (anche se non mi dispiacciono Bach e Mozart, ma anche l’Ave Maria del Loengrin di Wagner è riduttivo come sola marcia nuziale).
11 marzo 2008 at 11:03
PS: anche se mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, la statua di “Gesu, ho yes!” deve averla ideata un genio.
11 marzo 2008 at 11:03
Un genio del male, però.
11 marzo 2008 at 19:35
Un genio della satira, senz’altro. Ma finchè la satira anticattolica la fanno gli anticattolici, è “comprensibile”; quando siamo noi cattolici a farci del male da soli, invece… c’è davvero molto fumo nel tempio.