La speciale logica dell’odio

La speciale logica dell’odio

 

 

Dunque pare che, in procinto di andare in Africa e interrogato sul problema dell’AIDS, il Papa si sia pronunciato in questi termini (come riportati dal Corriere della sera):

 

« Non si può superare il problema dell’Aids solo con i soldi, che pure sono necessari, se non c’è anima che sa applicare un aiuto. E non si può superare questo dramma con la distribuzione di preservativi, che al contrario aumentano il problema. La soluzione può essere duplice, l’umanizzazione della sessualità e una vera amicizia verso le persone sofferenti, la disponibilità anche con sacrifici personali ad essere con i sofferenti. Questa è la nostra duplice forza: rinnovare l’uomo interiormente, dargli forza spirituale e umana per avere un comportamento giusto e insieme la capacità di soffrire con i sofferenti nelle situazioni di prova. »

 

 

Ora, per qualche strano motivo, queste parole hanno dato molto fastidio a qualcuno. Segue qualche esempio preso qua e là.

 

I radicaliparlano di «falsità antiscientifica» e lanciano un appello alla classe dirigente rimasta in silenzio: «Dimostri coraggio, coerenza e serietà smentendo quelle frasi che alimentano l’ignoranza e la diffusione dell’Aids»”.

 

I Comunisti italiani, secondo quanto riporta La Stampa (l’articolo peraltro è interessante e da leggere interamente), lamentano che “è incredibile indurre i cattolici a non usare il preservativo»”. Incredibile, già.

 

Analogamente, la FGCI scrive che “Il Papa afferma delle sciocchezze dal punto di vista scientifico e non fa altro che confermare l’impostazione medievale della Chiesa e di questo pontificato in particolare. Nei paesi dell’Africa Sub Sahariana vi sono circa 25-28 milioni di persone infette da HIV, più del 60% di tutta la popolazione ha l’Aids e più dei tre quarti delle donne. Di fronte a questi dati parlare di un risveglio ‘spirituale e umano’ è davvero come affidarsi a qualche amuleto magico. Certo il preservativo da solo non basta, bisogna anche compiere degli investimenti medici significativi, ma quanto meno aiuterebbe a limitare il dilagare del fenomeno. Continuare a vietarlo in nome dei principi del Cristianesimo e’ davvero una vergogna. Dopo i vescovi filonazisti, la scomunica dei medici che fanno abortire le ragazzine stuprate, non c’è davvero limite al peggio”. Sì, non c’è davvero limite al peggio.

 

Adriano Prosperi, su Repubblica, anche lui ricollegandosi a precedenti episodi mediatici, dalle parole del Papa deduce legittimamente che “l’anima di una bambina brasiliana o di una donna camerunense è meno importante di quella di un vescovo antisemita e negazionista”.

 

Sulla spazio che il Corriere della sera mette a disposizione dei commenti dei lettori, poi, è possibile trovare alcune perle che presumibilmente riflettono il comune sentire dell’uomo della strada:

 

“il papa dichiara pubblicamente di non usarte il preservativo per la prevenzione aiutando cosi la diffussione non solo aids ma tutte le malattie veneree che negli ultimi anni sono in netto aumento”

 

“è sotto gli occhi di tutti che la chiesa cattolica è precipitata con questo mediocre papa in un abisso di miseria etica e sociale. Il no al preservativo, pronunciato con spaventoso cinismo di fronte agli occhi di scheletri ambulanti morenti per aids, lascia esterrefatta la gente normale”

 

“La battaglia culturale per l’uso del profilattico è fondamentale per la prevenzione delle malattie sessuali trasmissibili. Ignorare questo è profondamente grave e assolutamente stupido”

 

“Sono da sempre un sostenitore della libertà di parola. In questo momento ho paura, perchè l’affermazione del Papa contiene la responsabilità di centinaia di migliaia di vittime. Per favore, usate il preservativo”

 

 

Ora, ecco, io potrei anche essere d’accordo con questi commenti se avessi mai sentito una volta un prete, nell’omelia domenicale, lanciarsi in un panegirico del sesso non protetto. Se avessi mai sentito un vescovo raccomandare ai suoi fedeli di fottere con quante più persone possibile, preferibilmente sconosciuti incontrati per caso e mai più rivisti dopo il coito, purché rigorosamente senza preservativo. Se avessi mai sentito all’angelus domenicale l’elogio del sesso occasionale e della botta e via, basta che non ci sia di mezzo il condom.

Mah. Sarò stato distratto io, sarà che frequento brutta gente, ma queste cose non le ho mai sentite.

Certo, con l’aria che tira presso alcuni ambienti cattolicissimi, potrebbe anche succedere. Non si sa mai. Dopotutto, l’ermeneutica della discontinuità ha portato a ben altri progressi dottrinali. Al riguardo attendiamo fiduciosi le magnifiche sorti e progressive che ci porterà il Concilio Vaticano III prossimo venturo.

Fino a quel momento, però, resto un po’ perplesso.

 

Insomma: secondo questi campioni della razionalità, la Chiesa, siccome predica la castità, è corresponsabile della diffusione di una malattia che si trasmette tramite rapporti sessuali.

 

Allucinante.

 

Mi viene alla mente un passo di La ricerca di Averroè, il decimo racconto della raccolta L’Aleph, di Jorge Luis Borges:

 

“ [Averroè] aprì il Quitab-ul-Ain di Jalil e pensò con orgoglio che in tutta Cordova (e forse in tutto Al-Andalus) non esisteva una copia dell’opera perfetta quanto quella che l’emiro Yacub Almansur gli aveva mandata da Tangeri. Il nome di questo porto gli ricordò che il mercante Abulcasim Al-Asharì, ch’era appena tornato dal Marocco, avrebbe cenato con lui quella sera in casa dell’alcoranista Farach.

Abulcasim diceva di avere toccato i regni dell’impero di Sin (la Cina); i suoi detrattori, con la speciale logica dell’odio, giuravano che non aveva mai toccato la Cina, e che nei templi di quel paese aveva bestemmiato Allah.”

 

 


55 responses to “La speciale logica dell’odio

  • OrsobrunoBlog

    Carissimo Claudio,
    fresco come sono di letture di Olavo de Carvalho sul blog di Cabasilas “Contro l’imbecillità collettiva”, mi balzano subito all’occhio alcune cose:
    la perfetta coordinazione e omogeneità degli interventi; l’affermazione spudorata di dati scientificamente falsi (vedi: radicali) per la convinzione che nessuno andrà a verificarli; la selezione accuratissima (se non, addirittura, la pura invenzione) delle opinioni “popolari”; l’aggiunta, alla bugia “principale” di un corredo di bugie che vengono presentate come corollari della questione principale, ma che in realtà sono totalmente gratuite, tipo “l’abisso di miseria etica e sociale in cui è caduta la Chiesa”.
    Seguendo Olavo de Carvalho possiamo appunto smascherare la loro organizzatissima azione. E già questo è un passo importante.

    Ma la vera, efficace e potentissima soluzione ce la fornisce, con parole implicite ma chiare, S.Bernadette:
    “Non ho paura che di una cosa soltanto: i cattolici tiepidi”.
    O il Cardinal Newman: “Datemi dieci santi e vi cambierò la città di Londra”.

  • cabasilas

    Wow Orso,
    mi hai bruciato un post!
    Grande Claudio, come sempre…

  • utente anonimo

    Noi dobbiamo essere quei santi!

    FZ

  • utente anonimo

    non mi ricordo dove l’ho sentito, forse da dei missionari PIME:
    la sfida all’AIDS in uno stato africano è stata notevolmente ridotta proprio seguendo quello che dice Benedetto XVI. i radicali citano con supponenza, sciorinano dati falsi.
    WWW Benedetto XVI
    grazie
    ciao
    luisa

  • OrsobrunoBlog

    Carissimo Cabasilas,
    so che gli insegnanti sono contenti, quando vedono che le loro fatiche non sono state del tutto vane… 😉
    ______________________________
    Carissima/o FZ,
    ti abbraccerei… era esattamente il punto a cui volevo arrivare!!!!

  • Hayalel

    Disclaimer: perdonatemi la rabbia ma io non tollero questo genere di accuse da parte dei laicisti.

    Sempre il solito discorso pretenzioso su aids e Chiesa.

    Per loro è ormai naturale che si faccia sesso come e quanto si vuole, alla faccia di chi ha il “libertà” di decidere “io non lo faccio”. Questa è vera libertà non la loro schiavitù del sesso che li costringe poi all’uso dell’inutile preservativo… per me quella cosa è buona solo per fare palloncini o per salvare i vestiti dalle polluzioni.

  • Swann77

    Caro Claudio,
    spero non ti dispiaccia se vengo sempre in casa tua a far da bastian contrario.

    Tre brevi riflessioni. La prima sul tema: preservativo e Chiesa Cattolica. Sappiamo bene che sul tema non esistono pronunciamenti propriamente dogmatici. Sappiamo che Albino Luciani propendeva per una dichiarazione di licelità morale del preservativo all’interno del matrimonio. Sappiamo che Paolo VI fu incerto fino all’ultimo, nominò una commissione, poi scelse la strada di cui all’enciclica, e di cui ancora oggi al Papa attuale.

    Fatta questa premessa, credo che sarebbe opportuno un ripensamento sul tema, come e dove possibile. Almeno per consentire l’uso del preservativo all’interno del matrimonio. D’altra parte è inutile nascondersi che tale prassi è ormai più che diffusa tra i credenti. E’ proprio tramontata dall’orizzonte cognitivo dei peccati.
    Una apertura in tal senso aiuterebbe, garantendo anche dai rischi di eventuali rapporti extraconiugali.

    Il terzo pensierino è sul grave problema di comunicazione di cui è vittima l’attuale Pontefice. Non riescono a passare messaggi significativi ma solo slogan reazionari. Sarà colpa di una stampa ostile, ma io credo anche di errate scelte tra i collaboratori. Penso al card. Bertone in primo luogo. Il disamore dell’opinione pubblica è ormai conclamato, lo si percepisce nelle parrocchie (non forse nei movimenti), persino tra i sacerdoti.
    A fronte di tutto questo, mai si leva una voce di dissenso all’interno della Chiesa. Un supino silenzio. Un pò tutto questo mi fa paura.

  • ClaudioLXXXI

    #1 e 2

    Sì, la lettura di Olavo aiuta molto (grazie cab!) a capire quel che c’è dietro questi polveroni mediatici, che ogni volta sembrano scuotere il mondo, ma in realtà lasciano il tempo che trovano e tra l’altro distraggono l’opinione pubblica da problemi più seri.

    #3
    Vero.
    Ma mica facile…

    #4
    grazie a te luisa.
    A me, al di là delle statistiche matematiche, spaventa l’irrazionalità del tutto: pur di dare addosso al papa si dimenticano le più elementari regole della logica.
    Si vorrebbe che il papa, con gesto di modernità e apertura al mondo, benedicesse l’uso del preservativo. E se non lo fa, è un oscurantista.
    Ma guarda che clericali! Non gli basta fare quello che vogliono, pretendono anche l’approvazione del papa!

  • ClaudioLXXXI

    #6
    Secondo l’articolo della Stampa che citavo nel post, Olimpia Tarzia, organizzatrice della Conferenza mondiale sui diritti delle donne, dice che «Considerare il preservativo come la panacea nella lotta all’Aids denota ignoranza o malafede. Con l’uso corretto del condom, la possibilità di contagio da Hiv è del 30%. Sono in gioco i potenti interessi economici che stanno alla base della produzione e distribuzione dei contraccettivi. Ma è tutto un inganno che induce la gente a una falsa sicurezza».

    Allora, facendo passare il messaggio che lo strumento principale di lotta all’AIDS è il preservativo, per quel 70% di persone che farà tranquillamente sesso sicuro, ce ne sarà un 30% che rischierà il contagio.
    Di questo 30%, una certa percentuale contrarrà effettivamente il virus.
    Avendo usato il preservativo, c’è anche la possibilità che, non sospettando di essere infetti, questi sfortunati trasmettano ad altri il virus.
    In tal modo è proprio vero che, a livello generale, l’uso del profilattico, di percentuale in percentuale, aumenta i problemi.

    Il punto essenziale del discorso, però, a mio parere è un altro ancora.
    Chiaramente chi non segue la morale sessuale cattolica ha la libertà di fare sesso come vuole.
    Ma allora, se non usa il preservativo, che c’entra il Papa? Forse che Benedetto XVI dice di fare sesso senza condom?

  • ClaudioLXXXI

    #7
    Amico Swann, sei un buon contraddittore, qui sei sempre il benvenuto. E non dubito certo che la tua buona fede di cristiano e cattolico sia sincera.
    Mi perdonerai se ti dico sinceramente che mi dispiace leggere nei tuoi commenti il tentativo di conciliare l’inconciliabile: la fedeltà a Dio nella Chiesa, e l’adattamento a certe istanze del “mondo” (uso il termine in senso evangelico).
    E’ una tentazione assolutamente comprensibile, dato che essere cattolici al 100% è peggio che difficile: è umanamente impossibile. Se i santi cadono sette volte al giorno, pensa quante volte potremo cadere io e te, che santi non siamo.
    E la cosa peggiore di quando cado è quella voce dentro che mi dice “ma dai, sarà poi tanto grave, che male c’è”.
    Il problema è proprio che il male c’è, e sotto sotto me ne rendo conto. Poco magari, un peccatuccio veniale che figurati, però c’è.
    Peccare è già brutto, ma è “normale”.
    Peccare e rifiutare anche la consapevolezza di aver peccato, cercando di barare e cambiare le regole piuttosto che cambiare se stessi, è peggio che brutto. E’ pericoloso.

  • OrsobrunoBlog

    Caro Swann,
    mi spiace contraddirti, ma dopo 20 anni di ripetizione coerente e sistematica di questa dottrina in documenti magisteriali del più alto livello, si profila al di là di ogni ragionevole dubbio l’appartenenza di questi insegnamenti al Magistero ordinario e universale, E QUINDI INFALLIBILE, della Chiesa.
    Equivale a tutti gli effetti a una definizione dogmatica.

    Tu, piuttosto, caro Swann, dovresti essere più circostanziato nelle tue affermazioni su Albino Luciani.
    Da quale fonte hai tratto l’informazione? Vi sono affermazione scritte e reperibili dell’interessato o sono voci di quarta o quinta mano, pubblicate su qualche rivista “progressista”? In ogni caso, a quale periodo fanno riferimento: a prima o dopo la pubblicazione della Humanae vitae (1968)?

  • cinas

    vedi, fondamentalmente non hai torto.
    però, come dici tu, essere cattolici al 100% è umanamente impossibile. e credo che – anche se non impossibile – sia pesante seguire una vera morale sessuale cattolica (molti cattolici – o meglio persone che si ritengo non tali – usano anticoncezionali normalemnte.
    quindi essere casti è difficile. e quindi le parole del Papa potrebbero minimizzare il danno, in teoria.
    il vero problema è però capire quale sarebbe l’impatto delle parole del Papa se ammettesse l’uso del preservativo (e credo che prima o poi un Papa lo ammetterà).
    Secondo me, chi non segue la morale cattolica sessuale non usa il preservativo perchè lo vieta il Papa: non lo usa e basta.
    E quindi la trovo una polemica un po’ sterile.
    (Aggiungo, per chiarezza, che trovo la morale cattolica in materia di sessualità abbastanza assurda. se uno è credente la segua pure, batsa che non venga imposta a chi non crede.)

  • Swann77

    Caro Claudio,
    se tu mi ricordi che non bisogna mai far sconti a se stessi, fai bene. E’ correzione fraterna. Io di peccati ne ho molti ma temo, più di tutti, di peccare di carità.
    “Misericordia io voglio, e non sacrificio”, non l’ho inventato io. Il tema del preservativo, come puoi immaginare, non mi vede parte interessata nè la prospettiva di liceità morale del suo uso dentro il matrimonio potrà mai avere incidenza su di me. Tuttavia percepisco la delicatezza del tema ed anche le prospettive positive che una apertura potrebbe determinare.
    Il peccato è brutto ma più brutto è non accorgersi che lo si compie. Vero. Qualcuno però ricordava poco sopra il card. Newman ed allora lo si potrebbe ricordare anche quando affermava con parole bellissime che l’ultimo tribunale, quello più vicino a Dio, della nostra morale è la coscienza.

    Caro Orso,
    non sono stato più circostanziato perchè è un dato abbastanza noto della biografia di Luciani. Sul tempo cui risalgono le perplessità, credevo fosse sufficiente dire Luciani e parlare di Paolo VI, dunque l’uno prima del pontificato e l’altro in carica. Comunque io lessi le parole cui mi riferisco in un articolo comparso su 30giorni ed in una biografia di Tornielli, entrambi testi, come dire, non progressisti.
    Ne ho ritrovato una traccia su internet: “I vescovi sarebbero contentissimi di trovare una dottrina che dichiarasse lecito l’ uso dei contraccettivi, a determinate condizioni. Se c’ è anche una sola possibilità su mille, dobbiamo trovarla questa possibilità e vedere, se per caso, con l’ aiuto dello Spirito Santo scopriamo qualcosa che finora ci è sfuggito.”
    Lo stesso Paolo VI instituì una commissione per verificare quale posizione assumere e, sempre a quanto dicono i testi che citavo, la commissione diede parere favorevole ad una apertura, ma il Papa dopo grandi e nobilissimi dubbi, scelse la via dell’Enciclica.
    Per quanto mi riguarda, dico da ultimo, il Magistero non potrà mai raggiungere la cogenza del Dogma e non è un caso che la Chiesa, nella sua infinita lungimiranza, non abbia mai usato il Dogma per i pronunciamenti in tema di morale.

    Caro cinas,
    la tua è una prospettiva da laico, che in fondo ha poco a cuore la posizione assunta dalla Chiesa. Eppure ce l’ha per milioni di persone. Incide sul problema del controllo delle nascite e questo problema è in correlazione stretta con la diffusione della malattia, proprio in Africa.

  • cinas

    voglio dire che il problema sarebbe cambiare la visione cattolica sul controllo delle nascite (sarebbe possibile senza urtare nessun Dogma di fede).
    ma questo, nella sua piena libertà, il Papa non lo vuole fare; mi chiedo allora se le sue parole, rivolte a chi NON segue la morale cattolica, abbiano una qualche utilità, in un senso o nell’altro.

    non credo che il camionista che va con le prostitute in africa inizi a mettere il preservativo perchè lo permette il papa.

    DIscorso diverso per il controllo delle nascite, dove invece – a mi parere – il Papa ha la responsabilità di molti bambini che muoiono di fame.
    Come recitava De Andrè,
    “Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede, poi la voglia svanisce e il figlio rimane, e molti ne uccide la fame. Io forse ho confuso il piacere e l’amore, ma non ho creato dolore.”

  • FigliolProdigo

    @ cinas

    Aggiungo, per chiarezza, che trovo la morale cattolica in materia di sessualità abbastanza assurda. se uno è credente la segua pure, batsa che non venga imposta a chi non crede.

    Ottima considerazione!

    Io che mi sforzo di “essere” cattolico e non di “fare” il cattolico, seguo l’insegnamento del Papa, quindi il magistero della Chiesa Cattolica.

    La domanda sorge spontanea: I non credenti e tutti coloro che non sono cristiani cattolici che continueranno ad usare il profilattico e, se ne fregano del magistero della Chiesa e dei discorsi del Papa, per quale motivo gridano e inveiscono contro Benedetto XVI quando dice che non si risolve il problema dell’Aids distribuendo profilattici?

    voglio dire che il problema sarebbe cambiare la visione cattolica sul controllo delle nascite

    Non è la visione cattolica ad essere sbagliata; è la visione di Malthus e dunque il Malthusianesimo che interessa agli “illuminati”. Vogliono diffondere l’idea che siamo in “troppi” sulla terra! Ovviamente, i popoli di troppo sono la povera gente.

    Inoltre rimando al post di Hayal’el, dove viene citato uno studio che spiega come l’educazione alla sessualità responsabile sia più efficace della distribuzione capillare di profilattici nel ridurre la trasmissione dell’Aids: L’educazione sconfigge l’Aids meglio del condom

    il Papa ha la responsabilità di molti bambini che muoiono di fame.

    Ma che logica è, questa?

    La responsabilità è di chi governa quei paesi!

    Non so che tipo di logica sia quella che afferma che il Papa sarebbe il responsabile dei bambini che muoiono di fame. Però so di chi è quel tipo di logica:

    Forse tu non pensavi ch’io loico fossi!” – (Dante Alighieri – XXVII Canto dell’inferno)

    ciao!

  • Hayalel

    Scusate, ma io ci riesco benissimo a praticare l’astinenza (neanche mi masturbo). Non vedo cosa ci sia di “umanamente impossibile”. Se ci riesco io che sono uno qualunque perché non dovrebbero riuscirci gli altri. E non è che non faccio sesso perché non ho la donna (come potrebbe pensare qualcuno). Anzi, dimostra che siamo almeno in due a vivere SERENAMENTE senza l’obbligo di fare gli animaletti sotto le coperte.

    Appurato ciò, gran parte dei discorsi sull’astinenza impossibile crollano clamorosamente. La strada PERFETTA per non contrarre virus è NON fare sesso, da bravi illuminati perfetti esseri senzienti che siamo. Gli altri… (non lasciatemeli definire)

    Ed infine, vi invito a leggere un mio vecchio intervento.

    P.S. Io sono libero, libero di dire NO agli istinti animali. Il sesso schiavizza e rende animali.

  • cinas

    FigliolProdigo.
    “per quale motivo gridano e inveiscono contro Benedetto XVI quando dice che non si risolve il problema dell’Aids distribuendo profilattici? “

    Infatti, ti do in parte ragione. Io ritengo che il problema dell’AIDS – semplificando, eh – possa diminuire usando il profilattico. Ma certamente se si applicasse la morale sessuale cattolica sparirebbe. Io personalmente – e forse qualche miliardo di persone – la ritengo assurda e inapplicabile e incoerente con la Bibbia (basterebbe leggersi il Cantico dei Cantici), ma ciascuno è libero di fare del suo corpo quel che vuole.
    Come saprai Origene, Padre della Chiesa, si autoevirò appositamente per non cadere in tentazione.

    Il Papa fa il suo lavoro e di questo io non mi indigno. In particolare Ratzinger tende a radicalizzare l’ideologia, a eliminare le aree grigie, a richiamare al rispetto del magistero e in questo è perfettamente coerente. Molti cattolici sono a disagio per questo, ma sbagliano. Essi sono tenuti ad obbedire al magistero e non a sindacarlo.

    Sul problema della sovrappopolazione, non so cosa dirti. Mi pare ovvio che una crescita geometrica della popolazione arriverà a portarci ad un punto di rottura. Come faremo quando saremo 10 miliardi di persone? E quando saremo 100 miliardi? E 1000 miliardi? Anche con l’utilizzo più oculato possibile delle risorse della terra, essendo queste “finite”, una crescita infinita le consumerà.
    Partendo da questo, secondo me il Papa, anzi, un Papa, dovrà prima o poi ammettere il problema e spingere per il controllo delle nascite.
    Ma forse questa non è la sede per discutere di questo.

    Infine sono laico, certo, nel senso di non aderire a dogmi e verità rivelate, siano essi di religioni o ideologie.

  • OrsobrunoBlog

    Caro Swann77,
    mi spiace tanto ma non sei tu a definire le condizioni in cui gli insegnamenti della Chiesa sono fallibili o infallibili. E’ la Chiesa stessa che le definisce. E, ti ripeto, quando un insegnamento è ribadito ripetutamente nei documenti della Chiesa (encicliche, lettere apostoliche, ecc.) esso entra a far parte del MAGISTERO ORDINARIO E UNIVERSALE, E QUINDI INFALLIBILE della Chiesa.
    Tale è l’insegnamento della Humanae Vitae. Prima per sbaglio ho scritto: 20 anni, probabilmente perchè pensavo che 20 anni sono un tempo già più che sufficiente a parlare di magistero ordinario e universale, e quindi infallibile. Ma in realtà dal 1968 a oggi sono trascorsi 41 anni: quanto più a maggior ragione vale l’affermazione che l’insegnamento dell’Humanae Vitae ha valore di assoluta infallibilità.

    Inoltre mi meraviglio che ti appaia una bizzarra curiosità domandare se l’ipotetica posizione di Albino Luciani sia stata presa prima del 1968, quando il problema era in fase di studio, o sia stata presa nel/dopo il 1968, con la Humanae Vitae ormai pubblicata. Inoltre non dai nessun chiarimento circa l’eventuale modalità di espressione del Cardinal Luciani: scritta? orale? pura interpretazione di qualche collaboratore basata su uno sguardo o chissachè? Mio caro, quando si fanno affermazioni come le tue, che vorrebbero spingere il lettore a credere che Albino Luciani era CONTRO la posizione di Paolo VI, ci si sobbarca un bel carico di lavoro (d’altronde, non eri obbligato a impegolarti in questa storia): bisogna dimostrare innanzitutto la credibilità dell’informazione (rintracciare uno scritto di Luciani, una trascrizione di conferenza, ecc.) e poi dimostrare che la posizione del Patriarca di Venezia fu successiva alla pubblicazione del documento, altrimenti, se si era in una fase di studio, non dimostri proprio un bel niente. E non dirmi che tu non hai scritto che Luciani era CONTRO Paolo VI. Ho presente perfettamente cos’hai scritto. Ed è scritto in modo che appaia una contrapposizione. Cioè la gente lo interpreta: Luciani era CONTRO Paolo VI.

    E io invece ci tengo a difendere la memoria di Papa Giovanni Paolo I dall’accusa di essere uno dei tanti cristiani “adulti”, per i quali, fin dal primo istante, l’Humanae Vitae non fu che un pezzo di carta!!

  • FigliolProdigo

    @ cinas

    Avevo intuito che eri “laico” in senso moderno. Poichè, oggi il termine laico viene usato in maniera impropria da coloro che si ritengono atei o agnostici.

    Per quale motivo hai voluto precisare che sei laico?

  • Swann77

    Caro Orso,
    i santi non sono proprietà esclusiva di nessuno. Persino un povero cristiano errante come me può amare Giovanni Paolo I, tanto da recarsi in pellegrinaggio nel suo paese di origine con devozione sincera.
    Fu proprio lì che comprai la rivista 30giorni dedicata anche a questa posizione di Albino Luciani.
    Non so cosa abbia capito tu di quel che ho scritto io. Ma lo ripeto. Intendevo affermare che sul tema del contraccettivo il dibattito nella Chiesa è stato molto aperto e con autorevoli dubbi. Luciani desiderava trovare una soluzione di apertura. Aggiungo qui che scrisse addirittura all’allora Papa Paolo VI proprio su questo argomento. Il Papa costituì una commissione di studio (se non erro, ma vado a memoria, a latere del Concilio). Poi però non accolse l’opinione di apertura della commissione e addivenne alla Humanae Vitae.
    Le parole che ho riportato dell’allora Cardinale Albino Luciani sono contenute nella trascrizione del corso di esercizi spirituali per i parroci veneti che lo stesso tenne nel gennaio 1965 (riferimenti più precisi non li ricordo, ma sono nella rivista 30giorni).
    Per me tutto questo è solo un omaggio alla estrema sensibilità di pastore di Albino Luciani.
    E’ paradossale come ciò che è vanto per gli uni, sia quasi un’onta da nascondere per altri.

    Caro cinas,
    i cattolici sono chiamati ad ubbidire alla legge di Cristo, che è tutta intera nel comandamento dell’amore contenuto nel Vangelo. Il Magistero ha grande valore ma disconoscere la capacità di riflessione personale di ogni credente, anche cattolico, vuol dire privarlo del rapporto più intimo con Dio, quello che è dentro la propria coscienza. E’ lì la sede del discernimento, per quanto possa affermare il Magistero.

  • ClaudioLXXXI

    #12
    Forse ti sorprenderà, ma anche io non vorrei che la morale sessuale cattolica venisse imposta a chi non crede.
    Sarebbe inutile, controproducente, ingiusto.
    La differenza tra il cristianesimo e le religioni strettamente ritualistiche, la differenza tra la norma morale e la norma giuridica, è l’importanza della volontà. Il libero arbitrio. “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.” La morale cristiana non si ferma superficialmente alla condotta esterna, ma coinvolge il più intimo nucleo interiore dell’uomo, il suo cuore, ovvero la sua volontà. I comandamenti “non devi rubare, non devi fornicare, non devi uccidere”, implicano “non devi voler rubare, non devi voler fornicare, non devi voler uccidere”. Voler peccare è già peccare.
    Perciò sarebbe inutile “imporre” la morale cristiana: si può coartare un comportamento, ma non la volontà interiore.

    (per inciso, non si cerchi di tirare per la manica quanto scrivo per negare, chessò, il diritto di un genitore a “frenare” i figli focosi. Lì c’è un percorso educativo, che naturalmente ha durata limitata.)

    Il Papa sta parlando anche di queste cose, nei suoi discorsi ai musulmani del Camerun, ma quanti giornali ne parlano? Certo, vende molto di più la stupida polemica sui preservativi…

  • ClaudioLXXXI

    #16
    Hayalel, si vede che sei più forte del sottoscritto. Invece a me capita di cadere nel vizio solitario comunemente noto come pippa. Una parte della mia volontà si rende conto in tal modo abituo la mia immaginazione a trattare le persone come cose; l’altra parte, però, se ne frega delle teorie morali e va cercando solo un po’ di piacere.
    Ho una volontà divisa (mi pare che la parola “diavolo” derivi dal verbo greco “diaballo” cioè appunto dividere).
    Scrivendo “umanamente impossibile” intendevo dire che è impossibile a basarsi esclusivamente sulle risorse umane. Serve l’aiuto di Dio.

  • ClaudioLXXXI

    #15 e 17.

    La sovrappopolazione.
    Ma certo.
    In una casa ci sono due piani.
    Al piano di sopra abita una famiglia di spreconi, ingordi, consumatori sazi e disperati che utilizzano la maggior parte delle risorse della casa, spesso per emerite stronzate.
    Al piano di sotto abita una famiglia di poveracci, che si devono malamente dividere quello che resta e perciò fanno una vita alquanto grama.
    E allora ecco che quelli del piano di sopra dicono “ma guarda questi poveracci di sotto, che vita triste che fanno, aiutiamoli”.
    Decidono che il modo migliore per aiutare i bambini che muoiono di fame è, ma guarda un po’, evitar loro di nascere.
    Meglio avere niente che avere poco: è ovvio.
    Alla fine, dopo aver decimato quelli del piano di sotto, per il loro bene naturalmente, quelli del piano di sopra continuano a consumare voracemente le risorse della casa.
    Guarda un po’, ma vedi che coincidenza, se diminuisci il numero di quelli che mangiano la torta, la fetta di torta pro capite aumenta.

  • ClaudioLXXXI

    #18 e 20.

    Interessante discussione. Però, Swann, basandomi su quanto tu stesso riporti, mi pare che
    a) Luciani si esprima in forma dubitativa, interrogativa, da ricerca-della-verità piuttosto che ho-capito-che
    b) parliamo del 1965, perciò prima del 1968, come giustamente fa notare Orsobruno. Luciani, successivamente Papa Giovanni Paolo I, ebbe occasione di tornare sull’argomento dopo la Humanae Vitae? E in che termini?

  • ClaudioLXXXI

    Il Magistero ha grande valore ma disconoscere la capacità di riflessione personale di ogni credente, anche cattolico, vuol dire privarlo del rapporto più intimo con Dio, quello che è dentro la propria coscienza. E’ lì la sede del discernimento, per quanto possa affermare il Magistero

    La contrapposizione tra coscienza e Magistero mi sembra proprio uno pseudo-problema.
    Il Magistero è come la Chiesa cattolica interpreta la Rivelazione della Verità.
    Il cattolico è tale proprio perchè la sua coscienza liberamente concorda con il Magistero.
    Il cattolico che è portato dalla propria capacità di riflessione personale e dal proprio discernimento a dissentire dal Magistero, semplicemente, sta diventando non cattolico.
    Libero di farlo, certo, mica gli si può imporre cosa credere.
    Però gli si può chiedere di non voler tenere il piede in due scarpe.

  • Swann77

    Caro Claudio,
    Albino Luciani si esprimeva in forma dubitativa. Ma non è forse il dubbio il sale della riflessione?
    Conoscendo l’umiltà di quel pontefice e la sua devozione a Paolo VI, nonchè l’estrema brevità del suo Pontificato, dubito che egli si sia mai espresso in senso contrario a quanto indicato nell’enciclica di Paolo VI. Quel che conta, dal mio punto di vista, è che egli abbia autorevolmente posto il dubbio e che l’opinione poi espressa dal Pon tefice nell’enciclica, per quanto autorevole, non abbia canonicamente lo stigma dell’Infallibilità.

    Quanto al Magistero, se dobbiamo imparare dai santi, allora non possiamo dimenticare che molti di loro hanno vissuto e sono spesso morti nel più grande contrasto con il magistero pontificio. Solo la storia ha dato loro ragione.
    Ricordo il discorso che il Card. Martini fece nel 2005 poco dopo la morte di Giovanni Paolo II e disse, tra l’altro, che molto sarà chiarito un giorno nel giudizio davantI al Signore. Il rispetto delle posizioni altrui, che lui chiamò “relativismo cristiano”, sta in questo affidarci, in retta coscienza, alla certezza che un giorno tutti sapremo chi aveva ragione.

  • OrsobrunoBlog

    Caro Swann 77,
    cominciamo da qualcosa di positivo.
    La discussione serrata (ma rispettosa da entrambe le parti) non ha obnubilato il mio buon senso: non pretendo affatto di avere l’esclusiva sull’affetto per Papa Luciani. Proprio il contrario: che tu abbia verso di lui una devozione sincera e profonda mi fa un enorme piacere!

    Adesso però devo tornare a romperti le scatole: come te lo devo scrivere che le definizioni dogmatiche non sono l’unico modo canonicamente previsto per arrivare a definire “infallibile” un insegnamento della Chiesa? Guarda che la faccenda del Magistero ordinario e universale, e quindi infallibile, non me la sono inventata io una mattina che avevo le palle girate verso i laicisti 🙂

    E nemmeno sembri avere colto, caro Swann, in che mare di guai ti vai a ficcare quando fai, in presenza di gente non proprio sprovveduta come Claudio, Cabasilas, Hayalel, Ago86, me, e chiedo scusa a quelli che non ho citato, affermazioni strabilianti come: “Quanto al Magistero, se dobbiamo imparare dai santi, allora non possiamo dimenticare che molti di loro hanno vissuto e sono spesso morti nel più grande contrasto con il magistero pontificio. Solo la storia ha dato loro ragione.”
    Adesso per favore ci documenti tutto, e non ti dimenticare che hai detto che si tratta di “molti casi”…!
    Ma documentazioni ben fatte, “alla Claudio”, circostanziate e reperibili (l’equivalente, nelle discipline storiche e sociali, dei termini scientifici “misurabile e riproducibile”).
    Ciao!

  • cinas

    Ma, io credo che questo Papa abbia proprio come strategia quella di affrontare argomenti che provocano; penso che voglia spingere i cattolici ad accettare in toto il magistero, senza se e senza ma. Perderà certamente una parte di cattolici ma rinsalderà le fila dei praticanti.
    Come agnostico/anticlericale, a me questa volontà non dispiace e ne apprezzo la coerenza.

    Sul controllo delle nascite, faccio questa breve riflessione: il Pil mondiale pro capite annuale nel 2008 è, molto indicativamente, 8500/9000 dollari (6500 euro, 550 al mese). Cioè, in assoluta condivisione delle risorse (è chiaro che in Africa con questa cifra vivi benissimo, mentre in Norvegia non riesci neanche a mangiare; ma è una cifra media sul mondo), quindi senza ricchi e senza poveri.
    Ora, se la popolazione raddoppiasse, dovrebbe raddoppiare anche il Pil. Se triplicasse, dovrebbe triplicare etc etc., solo per mantenere il livello indicato.
    Semplicemente, la Terra non può reggere aumenti di Pil di questo livello: quindi, o diminuisce la popolazione o aumenta la povertà a livello globale ma soprattutto per i più poveri (anche perché, ovviamente, la media non esiste: e quando le risorse sono scarse, le differenze aumentano).
    Io credo che prima o poi anche il Papa se ne accorgerà

  • Swann77

    Caro Orso,
    se così fosse perchè mai si sarebbe resa necessaria l’affermazione dogmatica dell’Infallibilità del Pontefice e del Concilio?

    Quattro nomi, disponibili a chi non ha una provvedutezza superiore alla media ma, come me, si approccia alla materia con l’interesse di un semplice fedele:
    Francesco d’Assisi (delle cui vicende non credo ci sia bisogno di parlare), Giovanna d’Arco (considerata eretica, scomunicata, arsa sul rogo e fatta santa alcuni anni dopo), Girolamo Savonarola (scomunicato e arso sul rogo, attualmente Servo di Dio in attesa di aprtura del processo di canonizzazione), Padre Pio da Pietrelcina (privato persino della facoltà di dir messa in pubblico, per numerosi anni, quindi destinatario di decreti, mi pare degli anni ’20 e ’30, di sconfessione pubblica circa il suo impegno pastorale).

  • utente anonimo

    #28

    “[…] Semplicemente, la Terra non può reggere aumenti di Pil di questo livello: quindi, o diminuisce la popolazione o aumenta la povertà a livello globale […]”

    Mah, io risponderei semplicemente “ad ogni giorno la sua pena”.

    Per il momento l’unica certezza è che controllare le nascite è più immorale (quanto meno un atto di puro egoismo) che altro.
    Che la Terra non possa “reggere aumenti del PIL”, invece, è tutto da dimostrare.

  • OrsobrunoBlog

    Caro Swann 77,
    le definizioni dogmatiche (come quella sull’infallibilità), generalmente, o almeno spesso, vengono proclamate in momenti storici in cui la verità corrispondente è posta in dubbio da un certo numero di fedeli. Ma non è che prima non si credesse all’infallibilità del Papa e del Magistero, alle solite condizioni. Anzi, la cosa era talmente accettata (tra i cattolici, ovviamente) da non aver bisogno di essere solennemente proclamata.

    Dei quattro esempi che proponi, accetto Girolamo Savonarola.
    I gravi e durevoli problemi di Francesco con la Chiesa quali sarebbero? Il processo davanti al vescovo di Assisi? Le esitazioni di Innocenzo III?
    Sul tribunale che giudicò Giovanna d’Arco non ti sembra che gravassero dei “conflitti d’interesse politico” tale da screditarlo completamente agli occhi di tutti i contemporanei? Chi, anche all’epoca, e a parte gli inglesi, avrebbe pensato seriamente che Giovanna era morta in conflitto con la Chiesa?
    Padre Pio subì qualche anno di incomprensioni, aderì alle limitazioni imposte, come si conviene a un santo, e poi godette di una piena riabilitazione e di decenni di libero e fecondo apostolato.

    Ciao!

  • FigliolProdigo

    @ Swann77

    Padre Pio, nonostante le persecuzioni, durante tutta la sua vita non ha mai smesso di insegnare ai suoi figli spirituali con le parole e i fatti di amare il Papa e la Chiesa Cattolica come una madre.

    Bisogna fare una distinzione:

    Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. – (Matteo 23, 3)

    Per i cattolici è fondamentale l’obbedienza. I cristiani possono essere bravi, essere buoni, conoscere bene le scritture, ma devono essere anche obbedienti al Papa e al Magistero della Chiesa. Altrimenti, se non obbediscono al Papa e al Magistero della Chiesa, come coloro che si fanno chiamare cattolici “adulti”, sono protestanti.

    A meno che il Papa e il Magistero della Chiesa non ci obblighino a compiere qualcosa che sia in modo manifesto un peccato contro Dio, i cristiani cattolici devono essere obbedienti al Papa e al Magistero della Chiesa Cattolica. E’ difficile? certo che lo è, Gesù ha detto chiaramente che la via che porta alla salvezza è stretta e angusta. Gesù è fedele, ci dona anche la grazia per vincere il peccato, se vogliamo davvero lottare. Tuttavia, se cadiamo, possiamo sempre rialzarci grazie al sacramento della riconciliazione. Gesù ha dato il potere di rimettere i peccati alla Sua Chiesa: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Sforziamoci dunque di seguire il Papa e il Magistero della Chiesa.

    Il diavolo si può nascondere anche dietro la bontà, addirittura anche nella “parvenza di umiltà” e persino dietro la parola di Dio, come nel deserto quando tentò Gesù. Però, il diavolo che è il ribelle per eccellenza, dietro l’obbedienza non si può nascondere. Per questo motivo la Chiesa è come una tavola di salvezza nel mare tempestoso del mondo. Basta vedere nei protestanti quante chiese esistono, ognuna con la propria morale. La fede lasciata alla coscienza del singolo prima o poi vacilla. Gesù lo sapeva che da soli non avremmo potuto fare tanto cammino… Per questo ha costruito la Chiesa. Lì, se entriamo, troviamo proprio Lui che ci rifocilla e ci purifica.

  • Swann77

    Caro Orso,
    la dichiarazione dogmatica sull’Infallibilità concerne le dichiarazioni che il Papa compie in determinate circostanze, assai circoscritte, per altro: proclamazione della santità ed altre dichiarazioni “Ex Cathedra”, e non invece a qualsiasi cosa affermi. Da ciò desumo che esistono dichiarazioni dotate di una maggior forza cogente ed altre di minor forza. Ma forse desumo male.

    Quanto alle singole storie dei santi, non penso che oggetto di questo post possa essere la disamina di ogni agiografia. Io ho citato degli esempi e ciò che intendevo mostrare era solo, nelle mie intenzioni, che l’obbedienza alla Chiesa da parte dei santi non ha significato per loro rinuncia a ciò che di loro veniva ostacolato dalla Gerarchia, ma perseguimento, con l’ausilio costante della preghiera, del disegno di Dio. I santi hanno saputo cambiare ciò che chierici indolenti rischiavano di imporre a sviamento del Vangelo.

    Non è l’uomo per la legge, ma la legge per l’uomo. Mi pare sia scritto.

  • OrsobrunoBlog

    Carissimo Swann 77,
    mi sembra che stiamo un pochino “entrando in ciclo”, ripetendo più o meno le stesse cose.
    Forse ormai i nostri lettori hanno capito come la pensiamo tu e io 🙂
    Non pensare che sia un brusco distacco, tutt’altro. Ho invece apprezzato moltissimo, oltre alla tua schiettezza, la capacità di sostenere un dibattito molto serrato senza cedere minimamente all’esasperazione e al risentimento, cosa che per la tua giovane età (se 77 è il tuo anno di nascita) ti fa onore.
    Spero quindi di reincontrarmi presto con te!
    Un caro saluto!

  • ClaudioLXXXI

    #28
    A te non dispiace perchè ti auguri una diminuzione dei cattolici, presumo, e spero anche perchè sei intellettualmente onesto: cioè non t’interessa la strategia degli utili idioti e delle quinte colonne.
    Certo non tutti gli agnostici/anticlericali condividono questo tuo avviso, anzi l’ostilità di molti che rimpiangono il Concilio Vaticano II, cercano i “cattolici democratici”, si strappano i capelli perchè “il papa è contro il dialogo”… si spiega facilmente.

    Sicuramente, a lungo andare, si arriverà a un livello in cui la sovrappopolazione planetaria sarà innegabile.
    Però osservo due cose.
    Uno è che, genericamente parlando, forse noi occidentali, per il nostro passato coloniale e per il nostro lifestyle freneticamente consumista, non siamo nella posizione migliore per impartire lezioni di morigeratezza ai PVS. Almeno questa è la percezione che ne possono avere, direi legittimamente, quegli stessi PVS che si proporre tecniche di pianificazione familiare da parte delle ONG finanziate dal capitalismo occidentale e giustamente si chiedono che ne ricava quest’ultimo.
    Due è che, come osservava Ralph Waldo Emerson sulle teorie di Malthus, l’unica risorsa veramente infinita e forse anche l’unica veramente fondamentale è l’inventiva umana. Condizioni di bisogno stimolano il progresso. Pensa, per esempio, alle prospettive che si apriranno se i programmi di esplorazione spaziale andranno avanti. Abbiamo un universo intero da abitare (anche se poi forse scopriremo di doverlo condividere con altre creature e ne verranno altri guai).

  • ClaudioLXXXI

    #32

    Grazie e Swann e Orsobruno e FigliolProdigo per l’interessante discussione.

    Osservo a margine del commento di FigliolProdigo, per evitare nei lettori non cattolici dubbi e polemiche sul “totalitarismo clericale”, che l’obbedienza di cui qui si sta parlando non ha a che fare con l’imposizione coattiva ma con la coerenza logica. Il cattolico *deve* obbedire al Magistero precisamente perchè è tale; nello stesso senso in cui l’innamorato *deve* trattar bene la sua innamorata. Un innamorato che tradisce la sua signora con altre donne, in realtà e al di là delle belle chiacchiere, di solito non è tanto innamorato.

  • ClaudioLXXXI

    Sto avendo una discussione via mail con una persona di cui ovviamente taccio qualsiasi dato personale.

    Siete liberi di crederci o non crederci, ma mi è stato davvero sottoposto il seguente sillogismo:

    In Africa tanti sono ammalati di aids, il preservativo difende dall’aids, chi non consiglia il preservativo è, almeno in parte, responsabile dell’aids.
    E’ matematico.

    Chiedo di non fare commenti sbeffeggianti sull’autore di tale proposizione, perchè così si passa dalla parte del torto e si diventa antipatici come Odifreddi.
    Chiedo a chi ne ha la forza di pregare per il tale, perchè c’è davvero bisogno.

  • utente anonimo

    Caro Claudio,
    preghiamo sì…
    ma teniamo presente che quel tale
    non è isolato, bensì in compagnia di milioni, temo, di “utili idioti” al servizio di una menzogna mondiale coltivata da tanti politici, organizzazioni e lobbies “pseudo-umanitarie”, e responsabili di stampa e mass-media.
    E’ il regno delle tenebre in piena attività, da qualche decennio,
    che sferra attacchi devastanti contro la Chiesa e i figli della Luce, che spesso,
    come ha detto Gesù “sono meno astuti” e rischiano di farsi incantare e intrappolare dalla menzogna del pensiero dominante.
    Se tu sapessi come lavorano alacremente dalle cattedre di licei e università a diffondere le loro falsità pseudo-logiche (come l’ affermazione da te riferita)
    con un infaticabile
    “Crucifige!” rivolto al Papa…
    (“Il Papa non deve parlare di questioni morali e sociali su cui non è competente, pensi a governare il suo Vaticano e stia zitto su tutti i fatti e problemi di altri Stati!…ecc.” questo in nome della tolleranza e del dialogo…),
    parlando così a gruppi di studenti giovanissimi i quali, a causa dello spaventoso annacquamento della dottrina cristiana insegnata loro con contenuti vaghi e confusi (eufemismo…) dalla Chiesa post-conciliare (buonista-irenista-relativista, in balìa ormai di una deriva filo-protestante),
    e conseguente “fisiologico” abbandono della fede fin dall’età infantile…
    sono al 99% assolutamente impreparati a sostenere una eventuale discussione su temi di scottante attualità, dove prevalgono con disonesto vantaggio di partenza (e spesso stile intimidatorio…) affermazioni così becere e irrazionali, e bevono passivamente tutto!

    Dilaga ormai nel mondo cattolico, prima ancora che tra gli agnostici e atei, l’apostasia e il sonno della stessa ragione, anzi, io dico l’ODIO verso il LOGOS, che è Luce della mente, il Verbo di Dio fatto uomo.
    Si preferisce negare la propria stessa esistenza in nome di questo odio, e di loro si può dire:
    “Hanno occhi e non vedono, orecchie e non odono”.

    Tutto quello che sta accadendo, come sai, ci era stato annunciato, e dobbiamo con costanza seguire l’esempio di S. Paolo
    (“ho combattutto la buona battaglia, ho conservato la fede…
    mi vanto della Croce di Cristo, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani” ecc.)
    e non dimenticare mai che ci è stato promesso
    “Portae inferi non praevalebunt!”

    E’ necessario pregare per tutti quelli che sono prigionieri, succubi o attivisti consapevoli della menzogna anti-cristica, siano essi in buona o in malafede,
    ma soprattutto pregare per il Papa, che lo ha chiesto umilmente in più occasioni, da quando fu eletto (“Pregate per me… perchè io non fugga per paura davanti ai lupi”)
    e sta percorrendo da 4 anni una pesante Via Crucis per raddrizzare la rotta della barca di Pietro, ed è contrastato e attaccato da nemici esterni e interni (questi, i più pericolosi…)
    * * * * *

    Per finire ti dirò: quando scopro quell’1% di giovani, come te, ago86, Alessandro, BBSlow, (e tanti forse, non noti…) che usano la loro splendida ragione per niente offuscata, anzi potenziata dalla Fede…allora mi rallegro, non solo riconfermandomi che Dio c’è, ma è presente e operante nelle vostre parole di Verità, e che è Provvidenza, perchè non lascia andare la barca alla malora, nonostante le tante falle e gli assalitori e gli ammutinati che vorrebbero mandarla a fondo…
    (Gesù non dorme nella barca!)

    Grazie per la luce di Fede e ragione che porti nel web!

    Marvi

  • UnPiccoloUomo

    Sto anch’io seguendo l’interessante discussione tra Orso e Swann sull’uso del preservativo all’interno del matrimonio.

    La Chiesa insegna che l’atto sessuale fuori del matrimonio è un peccato; semplificando al massimo si potrebbe spiegare questo insegnamento dicendo che fare l’amore senza vivere insieme è una grave e grande menzogna: non si è davvero una cosa sola. Di più: insegna anche che elemento imprescindibile per l’applicabilità del sacramento cristiano è l’apertura della coppia alla fecondità nell’atto sessuale. Non volere figli o applicare l’aborto (non terapeutico) è condizione sufficiente per l’annullamento del matrimonio. Se l’unione tra un uomo e una donna è immagine di Dio Amore, è essenzialmente pro-creativa, perciò la realizzazione più piena del sacramento nuziale si ha quando due sposi fanno l’amore per avere un figlio. La cosa più bella del mondo.

    Queste affermazioni del Magistero sono autorevoli ma anche logiche, ampiamente condivisibili se uno ragiona partendo dall’insegnamento di Gesù Cristo. Quindi perdonerete certamente se non sto qui a citare fonti, anzi chiedo scusa se la ripetizione di queste cose vi è apparsa banale, ma è strumentale al ragionamento che segue.

    La Chiesa ammette, nell’ottica di una genitorialità responsabile, l’utilizzo dei metodi contraccettivi naturali. Semplificando: si può far qualche calcolo per non procreare. Non ammette invece l’utilizzo di metodi meccanici o chimici, perché introducono mezzi estranei ai corpi degli sposi.

    Io, nella mia piccolezza, noto in questo ambito una certa incoerenza dell’attuale orientamento del Magistero.

    Se, come dice giustamente Claudio, il peccato sta nella volontà, in questo caso di non aver figli, allora si pecca anche quando si fanno calcoli per non concepire e l’atto sessuale non è casto, ovvero puro: la differenza con l’utilizzo del profilattico o altri metodi contraccettivi è solo strumentale. Il Catechismo dice infatti che “è intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione” (n. 2370). Ma lo stesso punto ammette “La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull’auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi” perché “quando si tratta di comporre l’amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana”.

    Se ho compreso bene, la Chiesa dice, in estrema sintesi, che occasionalmente ( = apertura responsabile alla fecondità) fare calcoli per non avere figli va bene perché almeno rispetta, ma forse sarebbe meglio dire “simula”, l’atto sessuale compiuto per avere figli, mentre usare il profilattico no, perché non vi è questa “simulazione”.

    Così la Chiesa ammette che si possa non volere figli nell’atto sessuale. Questo secondo me è un insegnamento un po’ debole e vagamente contraddittorio. Sarebbe più coerente affermare una delle due possibilità (sempre all’interno del matrimonio): fare l’amore solo per procreare e astinenza completa per regolare le nascite, oppure si può occasionalmente ammettere un “atto sessuale minore”, non procreativo, purché comunque si voglia e si tenti di avere figli. Secondo me tutt’ora ci sarebbe spazio nel Magistero per affermare coerentemente l’una o l’altra ipotesi, ma una scelta andrebbe definitivamente fatta.

    In altri termini io chiedo alla Chiesa: l’atto sessuale può essere disgiunto dalla volontà procreativa sì o no?
    Se “sì”, sia sì; se “no”, sia no. Per ora sembra essere un “no: però se fate finta va bene”. Chi usa metodi contraccettivi naturali comunque vuole fare l’amore senza avere figli, negarlo sarebbe secondo me un po’ ipocrita. Personalmente trovo davvero una differenza superficiale, solo un voler preservare a se stessi (la coppia) l’apparenza incrociando le dita, tra fare i calcoli e usare un preservativo. Si possono sbagliare i calcoli così come si può rompere il preservativo: c’è solo una differenza di probabilità, la volontà è la stessa.

    che ne pensate?

    Saluti

    PS: Forse Claudio sai già che sto preparandomi al Matrimonio, perciò l’argomento mi interessa. Ho infatti l’intenzione, con il tuo permesso, di riportare prima o poi questo mio commento, ampliandolo, in un post su Piccolo – Uomo.

  • OrsobrunoBlog

    Carissimo Piccolo Uomo, parto da un brano da te riportato:

    “…quando si tratta di comporre l’amore coniugale con la trasmissione responsabile della vita, il carattere morale del comportamento non dipende solo dalla sincera intenzione e dalla valutazione dei motivi, ma va determinato da criteri oggettivi, che hanno il loro fondamento nella natura stessa della persona umana e dei suoi atti, criteri che rispettano, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana”.

    Quindi qui si parla dei metodi naturali come dell’unico metodo corretto SE c’è la condizione fondamentale dell’apertura alla vita.
    L’aspetto unitivo (l’avvicinamento, l’unità fra i coniugi) e l’apertura alla vita devono sempre essere entrambi presenti negli atti sessuali dei coniugi. Tuttavia, la Chiesa sa che non sempre è possibile accogliere una nuova vita. Certo, le ragioni devono essere serie: l’Humanae Vitae parla di “gravi motivi”, il Catechismo, se ricordo bene, parla di “validi” motivi: non ci vedo una differenza essenziale 🙂
    Perciò, riassumendo: che i coniugi valutino bene la cosa (la decisione spetta a loro) e che il loro atteggiamento sia di apertura alla vita.

    Effettivamente, guardando la cosa da un punto di vista “negativo” (il che sicuramente non è il caso tuo e della tua fortunata fidanzata), in effetti una coppia potrebbe usare i metodi naturali con “mentalità contraccettiva”, cioè con un atteggiamento di chiusura alla vita, cioè evitando di avere figli per futili motivi.
    Ti ho risposto?
    Ciao!!!

  • berlic

    PiccoloUomo, da sposato…
    Usare contraccentivi vuole dire mettere una barriera. Vuol dire avere l’altro sempre, o quasi sempre “a disposizione”. Vuol dire non sapere i tempi del corpo del proprio coniuge, non ammettere la possibilità, l’apertura, a che qualcosa accada. Vuol dire fare il sesso per il sesso, e basta.
    Logora.

  • Swann77

    Frequento la mia parrocchia, romana, da sempre. Mi ci portavano i miei genitori quando non capivo nulla e non me ne sono mai allontanato, anche quando ho avvertito i primi conflitti tra ciò che ero e ciò che si voleva che fossi.
    Conosco quindi moltissime famiglie di cattolici “praticanti”, come si suol dire. Ci saranno al massimo quattro o cinque famiglie con più di due figli, moltissime con uno solo, alcune con nessuno.
    Vi domando: non fanno mai sesso? lo fanno e peccano? lo fanno ma usano l’Ogino-Knaus? lo fanno e usano il preservativo?
    E le coppie che hanno sperimentato la croce della sterilità: devono smettere di fare sesso? o sono salve perchè, potendoci sempre essere il miracolo, possono continuare a farlo senza attendere i tempi naturali della non fecondità?

    Con l’irriverente e grossolana sintesi provo solo a chiedermi quale reale posto abbia la posizione del Magistero che avete così rigidamente esposto qui sopra nel comune sentire non dico degli atei e nemmeno dei battezzati ormai lontani dalla Chiesa, ma proprio nel cuore e nella coscienza di chi ne costituisca la parte viva.

  • UnPiccoloUomo

    @ Swann

    La risposta è semplice e se non sbaglio la questione è oggetto di dibattito da molto tempo: la morale sessuale sulla contraccezione espressa nelle posizioni ufficiali è in larga parte disattese all’interno della Chiesa.
    Ritengo però non sia giusto partire dalla pratica per “adattare i principi”, se questo è il contenuto della tua osservazione.
    Al massimo l’esame della realtà, quando è di segno nettamente contrario alla teoria, può dare un segnale che ci sia qualcosa che non va, da una o da entrambe la parti del binomio teoria-pratica.
    L’Humanae Vitae insegna cose bellissime sulla morale sessuale, ampiamente condivisibili, come ho detto nel commento precedente. C’è un unico passaggio, quello di cui sto discutendo, che non mi convince e che fatico a condividere.

    E’ estremamente difficile sapere, comprendere e valutare tutti i ragionamenti e le giustificazioni che hanno portato nei secoli alle affermazioni, usanze e indicazioni che formano quella che ora è la Tradizione della Chiesa. E’ un patrimonio vastissimo, prezioso e importante. Di fronte ad esso io spesso fatico, vacillo, e altrettanto spesso mi sento chiamato ad accettare umilmente, come ha fatto Maria, quello che la mia Famiglia nella fede mi dice e che non riesto del tutto a comprendere. Ciò non vuol dire che non si possa tentare di capire, e in alcuni casi rifiutare.
    La Tradizione, il Magistero, non è un blocco monolitico da accettare completamente e non è tutto infallibile come mi sembra dicesse Orsobruno, e neppure dissentire da esso su alcuni punti significa necessariamente diventare non cattolico, come forse suggeriva Claudio. C’è differenza tra contestare ad esempio una norma liturgica e rinnegare un dogma.
    Difronte alle imperfezioni della Chiesa, istituzione anche umana, si può fare come Francesco oppure come Lutero. Solo il primo però è diventato santo. La santità purtroppo non sta nell’accettare la Chiesa così com’è e in quello che dice, sarebbe troppo facile. Anzi in quest’ultimo caso è consistita proprio nel contrario, nell’integrare con amore, sacrificio e sofferenza le sue lacune dall’interno: “Francesco, ricostruisci la mia Chiesa che è caduta in rovina”. A volte le crepe nell’edificio fanno vedere più chiaramente le imperfezioni, separano ciò che è rimasto sano e portante dal resto che è divenuto marcio e insicuro, cosicché si può sostituire e risanare la casa. L’insegnamento della Chiesa è anch’esso un edificio fatto di colonne portanti, murature imponenti, pale e altari inamovibili, ma anche tappeti, vasi di fiori, mobili, cose che si possono spostare, sostituire, eliminare.

    Ad esempio il voto di celibato dei sacerdoti è una norma solamente latina: la Chiesa ammette, nelle comunità orientali, preti sposati. Cos’è giusto o sbagliato, meglio o peggio? Per ora la Chiesa dice che entrambe le cose vanno bene. In questo caso non c’è incoerenza, è la logica dell’et-et, la nostra cattolicità, universalità. Nell’edificio cè spazio per entrambe le cose.
    Un esempio di eliminazione invece può essere quello riguardante la concezione di impurità per le donne puerpere o durante il mestruo. Una conoscente di mia nonna fu cacciata dalla chiesa perché aveva appena partorito e non si era ancora riconciliata. Oggi la Chiesa non la pensa più così.

    Sempre ai miei nonni il parroco e il padre spirituale avevano insegnato che i rapporti coniugali erano intrinsecamente peccaminosi, che la donna dovendo concedersi al marito ai fini procreativi doveva rendersi sempre disponibile a lui senza però muoversi, per evitare di provare piacere. L’Humanae Vitae ha cancellato questa che oggi riteniamo un’assurdità, restituendo all’atto d’amore matrimoniale l’importanza che esso naturalmente ha. Onestamente non si può negare che un certo grado di sessuofobia ci sia stato in passato anche in alcune indicazioni della Chiesa. Segni di ciò sono facilmente riscontrabili nei documenti ufficiali. Tuttavia proprio quell’enciclica è stata un’ottima “ristrutturazione edile”…

  • UnPiccoloUomo

    @ Berlicche, Orsobruno

    Non ho esperienza diretta di queste cose, perché mi sposo a maggio. Penso comunque che l’uso di metodi contrari alla fecondazione non necessariamente porti i coniugi allo svilimento del significato (parziale) affettivo, comunicativo e relazionale dell’atto coniugale.
    Infatti anche la Chiesa li ammette, basta che siano indiretti. Tuttavia, come ha prospettato Orsobruno, l’escalation da te ben descritta può succedere anche a chi utilizza metodi contraccettivi naturali.

    E’ proprio sulla condizione di ammissione che sto riflettendo.

    E’ davvero qui la sostanza delle cose? L’indirettamente? L’Humanae Vitae sembra dire proprio così (n. 16).
    “La chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l’uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. Infatti, i due casi differiscono completamente tra di loro: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell’altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali. È vero che, nell’uno e nell’altro caso, i coniugi concordano con mutuo e certo consenso di evitare la prole per ragioni plausibili, cercando la sicurezza che essa non verrà; ma è altresì vero che soltanto nel primo caso essi sanno rinunciare all’uso del matrimonio nei periodi fecondi quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi agenesiaci a manifestazione di affetto e a salvaguardia della mutua fedeltà. Così facendo essi danno prova di amore veramente e integralmente onesto.”

    L’uomo conosce il meccanismo della fecondazione. Davvero c’è così tanta differenza tra mettere dello spazio o del tempo tra lo spermatozoo e l’ovulo? L’Humanae Vitae dice che con il ricorso ai periodi infecondi almeno si ottempera all”uso del matrimonio“: questo io lo traduco con “almeno nei periodi infecondi sembra che i coniugi attraverso i loro corpi si uniscano per procreare”. Ma non è così: questa è simulazione, perché comunque la coppia, sempre per gravi motivi, non vuole concepire ma solo comunicarsi amore. Sbaglio in questa interpretazione?
    Anche con il preservativo, sempre secondo l’idea che mi sono fatto, non ancora supportata dall’esperienza matrimoniale, i coniugi sanno rinunciare all’uso del matrimonio e comunque comunicarsi amore. L’importante è che non usino il partner per il proprio egoistico piacere, degradando il gesto e il rapporto, e su questo penso siamo tutti d’accordo.
    Davvero, secondo me, la distinzione formale è di scarso significato. La sostanza è che il completamento del sacramento cristiano del matrimonio sta nell’accogliere, appena possibile ma senza scuse, il dono divino della fecondità. La sostanza della contraccezione, naturale o artificiale, è nel fatto di non voler avere, momentaneamente, un figlio da quell’atto. Questo è veramente ciò che rende meno pieno l’atto coniugale. La Chiesa lo dice, e lo ammette solo “occasionalmente” e solo se si usano metodi indiretti.

    Questa mi sembra essere la cosa importante: la Chiesa ritiene che per gravi motivi si possa rinuciare alla finalità procreativa dell’atto sessuale all’interno del matrimonio, mantenendo il significato parziale del gesto a manifestazione di affetto e a salvaguardia della mutua fedeltà.

    PS:

    @ Claudio

    Adesso però non dirmi che non accettando (per ora), che ne sò, l’1% dell’Humane Vitae sto tenendo il piede in due scarpe, eh!:)

  • Swann77

    PiccoloUomo,
    credo di poter dire che concordo in pieno con quanto hai scritto, e non mi resta in tal senso che precisare come la mia provocazione sul comune sentire delle coppie cattoliche sul tema, non volesse essere in alcun modo un far derivare da una prassi, magari illegittima, dei cambiamenti nel Magistero.
    Intendevo piuttosto porre in rilievo come quel tribunale ultimo della coscienza di cui parlavo sopra, che tanto piaceva al card. Newman, abbia di fatto già agito nella stragrande maggioranza delle coppie di sposi cattolici. E se si ha fiducia che la Chiesa sia davvero composta di tutti noi credenti in Cristo, qualche dubbio su alcune posizioni magisteriali può residuare.

    Con lo sguardo distaccato di chi, su molte cose, è stato costretto a guardare la Chiesa come una madre che non sempre lo comprende fino in fondo, posso provare ad azzardare anche una ragione del persistere di certi divieti, come quello del preservativo nel matrimonio.
    Credo che il problema stia proprio nel difficile, precario, equilibrio su cui poggia l’intero tema della sessualità nel Magistero attuale della Chiesa. Ogni apertura viene vista come rischiosa perchè comporterebbe ulteriori scivolamenti. Il Concilio, cui difficilmente ci si richiama ormai nei termini devoti che le spetterebbero, aveva avuto il coraggio di tentare alcune strade, a volte poi rimaste negli atti delle commissioni anche per gli interventi di prudenza di Paolo VI, ma dopo quei momenti tutto è stato congelato (ed in alcuni casi) raggelato.

  • cinas

    claudio, scusa, non avevo letto la tua risposta.
    non mi dispiace la strategia di Ratzinger perchè amo la coerenza. e infatti una delle cose di cui accuso i cristiani è di non essere coerenti con molte affermazioni del Vangeleo, che per il loro carattere estremamente “sovversivo” necessitano di interpretazioni e forzature (almeno, a me paiono tali), a fronte di una chiarezza cristallina di Gesù (voglio dire, “porgere l’altra guancia” è qualcosa di chiarissimo; e anche Matteo 6,25-34, secondo me)

    sul controllo delle nascite, sono d’accordo come sia difficle per i paesi in via di sviluppo impartire lezioni. sulla creatività, bè, io sono scettico.

  • ClaudioLXXXI

    #38
    Grazie Marvi… troppo gentile. Si fa quel che si può, anche se a qualcuno sembra inutile.

    #39 e seguenti
    E’ una discussione estremamente interessante ed importante. Non sono in grado di pronunciarmi con forte cognizione di causa sull’argomento, anche perchè non sono sposato nè ho letto per intero la Humanae Vitae, mi limito a fare qualche osservazione spero sensata.
    Qual è la differenza tra contraccezione naturale ed artificiale? Il controllo ed il tempo, mi pare. I periodi d’infertilità naturale delle nostre dolci metà sono qualcosa su cui non possiamo rivendicare il potere assoluto, e sono periodici. Un preservativo è qualcosa creato dall’uomo, sottoposto al potere fallibile dell’uomo, e virtualmente adoperabile in ogni tempo e occasione (statisticamente prima o poi fallirà, certo).

    C’è poi un’altra questione credo, o forse è la stessa questione vista da una prospettiva diversa, e cioè se stiamo parlando di un singolo atto sessuale non procreativo, episodio all’interno di una relazione tendenzialmente aperta alla prolificità, oppure di una situazione stabile e perenne.
    Sarò brutalmente franco: c’è posto nel matrimonio cattolico per, chessò, il sesso orale, o comunque quelle altre attività sessuali (ferma restando l’esclusione delle perversioni) che sono intrinsecamente sterili perchè non si concludono con l’eiaculazione in utero?
    Pure qui suppongo (ed è una supposizione mia) che sia importante distinguere tra episodio e abitudine. Noi possiamo mangiare molti cibi diversi, e sicuramente nel mangiare sussistono sia il fine della sopravvivenza alimentare sia il fine del piacere estetico. Una volta, due volte, occasionalmente, mi può accadere di mangiare quel cibo che mi piace tanto, anche se ha valore nutritivo zero.
    Se però dovessi limitarmi soltanto a quello, morirei di fame.

    Spero di aver detto qualcosa di sensato che possa aiutare Piccolo Uomo a conciliare la sua coscienza con il Magistero. Comunque, ripeto che queste mie riflessioni sono parziali. E’ un discorso molto complesso e troppo spesso viene banalizzato “da entrambe le parti”.

  • ClaudioLXXXI

    C’è poi l’altra questione aperta da Piccolo Uomo sull’infallibilità del Magistero.
    Da quel che ricordo io, si parla di infallibilità in senso proprio a proposito del Magistero straordinario, cioè ex cathedra, le cui circostanze di “utilizzo” nella storia sono state rarissime. E’ proprio la extrema ratio.
    Normalmente quello che insegna la Chiesa non è infallibile in tal senso, ma “soltanto” vero perchè è la derivazione e lo sviluppo lineare della verità rivelata da Dio.

    Orbene, può anche capitare che ciò che insegna la Chiesa sul tale argomento sia in un secolo ritenuto vero, e il secolo dopo ritenuto non vero.
    Il limbo, per esempio.
    Può anche accadere, specie nei periodi di confusione come quelli che stiamo vivendo, che certe parti della Chiesa insegnino la tale cosa ed altre parti della Chiesa insegnino la talaltra.
    Finchè non si mette in discussione quel nucleo immodificabile che è il cuore del depositum fidei, non è neanche detto che sia per forza un male.
    E’ male, quando viene sfruttato da Satana per far entrare il suo fumo nel tempio.

  • UnPiccoloUomo

    #47

    Spero di aver detto qualcosa di sensato che possa aiutare Piccolo Uomo a conciliare la sua coscienza con il Magistero.

    Fai bene, carissimo Cladio, ad avere questo pensiero e ti ringrazio, perché è proprio quello che voglio fare. Preparandomi a ricevere il

    sacramento, la morale sessuale coniugale è una di quelle cose del Magistero che vorrei umilmente capire e condividere al 100%, non al 99%, anziché

    accettarla serenamente a scatola chiusa come per altre cose invece ho fatto, questa volta non per mancanza di fiducia ma per interiorizzarne

    completamente le istanze pensando di avere abbastanza orecchio per intendere, secondo il comandamento di Gesù.

    Il discorso che hai fatto sulla differenza caso isolato/abitudine è anche secondo me dirimente, rivela la volontà della coppia.
    Come ho cercato di evidenziare nel commento precedente, la contraccezione può essere, secondo la Humanae Vitae (HV), gravemente giustificata e momentaneamente usata. Ovvero quando i coniugi usano del matrimonio, ogni volta dovrebbero pensare più o meno così: “purtroppo adesso non possiamo avere un figlio, come vorremmo, ma intendiamo comunque comunicarci amore“. L’abitudine ad usare la contraccezione anche naturale solo per il proprio piacere (i futili motivi citati da Orsobruno) è moralmente sbagliata, è peccato.

    Continuo invece a non capire l’importanza della differenza tra metodo naturale e artificiale.
    Parli di disponibilità/controllo: nel primo non hai completa disponibilità di tempo, nel secondo non hai completa disponibilità di spazio.

    Intendiamoci: anch’io dico che fare l’amore evitando i periodi fecondi è strutturalmente più simile all’atto propriamente inteso alla

    procreazione, rispetto a fare l’amore con interposto uno squallido pezzo di gomma. Però calcolando i tempi si esercita comunque un controllo

    parziale. Aggiungo estendendo i principi dell’enciclica HV, se ho capito bene il suo spirito, che sarebbe sbagliato anche cercare il controllo

    totale in senso positivo, ovvero per procreare. Infatti, se non sbaglio, neppure la fecondazione artificiale (omologa) è moralmente lecita secondo

    la Chiesa. La posizione morale totalmente corretta è compiere l’atto coniugale esclusivamente per amore, sapendo che a Dio piacendo esso si

    tradurrà in vita.

    Questo corrisponde alla legge naturale di cui la Chiesa si fa interprete. Su ciò ho un’osservazione: fare l’amore come se non sapessimo il

    meccanismo della fecondazione non ci rende più simili agli animali? Con ciò non voglio dire che la conoscenza ci deve permettere di fare tutto

    (siamo già stati cacciati dal Paridiso terrestre per questa superbia). Dico che l’uomo ha scoperto nell’atto sessuale il fine procreativo (gli

    animali probabilmente non sanno e sono mossi dalla spinta istintuale del piacere, finalizzata alla procreazione) ma anche il fine relazionale e

    comunicativo dell’amore umano, e ha scoperto quest’ultimo fine ragionando soprattutto teologicamente. E’ Dio che ha inserito nell’atto sessuale

    umano questi fini: soprattutto il secondo (unitivo) e ancor più la sintesi dei due (unitivo-procreativo) differenzia l’uomo rispetto agli altri esseri viventi, è immagine della Creazione e segno della nostra predilezione. La HV è chiara: la pienezza dell’atto sta sulla non scindibilità tra fine procreativo e fine unitivo. Molto bello, molto vero. Sappiamo però che poi in un certo modo si può derogare.

    La trinità: quando preghiamo Dio nella sua unità, la nostra preghiera è davvero piena (sto pensando per esempio alla dossologia trinitaria “Per

    Cristo, con Cristo…” nella liturgia eucaristica). Alcune provocazioni: è moralmente lecito pregare solamente Gesù, lo Spirito Santo o il Padre?

    E si deve pregare solo con la bocca? Si può scrivere una preghiera? E danzare pregando?

    Scusa se ribadisco quanto secondo me è la cosa più discutibile: la Chiesa ammette la deroga sul fine procreativo dell’atto coniugale, per

    poi dire che è ammissibile solo la contraccezione naturale perché una piccola “finestra” alla fecondità rimane comunque aperta. Rinucio alla

    inscindibilità dell’atto nella volontà, ma la ripristino nel metodo? Da quando conta di più il come si fanno le cose rispetto al perché?

    Come dire:
    potete fare l’amore senza voler momentaneamente figli, ma solo imbrogliando i tempi, cosi sembra che facciate l’amore per avere figli.
    Sommando fine e mezzo dell’azione, l’apertura alla fecondità può essere ridotta fino ad un minimo del 10%?
    Così la norma non appare più una questione di principio (morale), ma di soglia probabilistica nello sbagliare i calcoli.

    In un certo senso apprezzerei di più, per maggior coerenza logica, il discorso più restrittivo:

    Non si deroghi alla sintesi dei fini procreativo e unitivo.
    E’ necessario sempre affidare al caso (a Dio) l’eventuale procreazione.

    Di più:

    Se ci sono le condizioni, si faccia l’amore per fare un figlio, altrimenti ci si astenga momentaneamente.

    Oppure si permetta la disgiunzione dei fini anche attraverso gli altri metodi anticoncezionali (quelli innocui).

  • UnPiccoloUomo

    PS: Scusate il disastro commesso nel copia/incolla.

  • UnPiccoloUomo

    # 48

    Concordo appieno. Spesso la Chiesa ha migliorato le affermazioni specificandole. A volte le ha parzialmente corrette, più raramente ha ammesso errori e chiesto scusa.

    Le affermazioni della Chiesa, in ogni grado, vanno prese in massima considerazione, e conviene che i fedeli applichino le sue indicazioni. Al 99.8% ha ragione. Nello 0.1% dei casi può recuperare con qualche specificazione. Rimane uno scarso 0.1% per dibattere… 🙂

    Leggevo in un commento sulla HV una giusta osservazione, che faccio mia: Paolo VI non ha voluto dare infallibilità ex-cathedra all’Enciclica Humanae vitae e questo oggi rende possibile il dibattito teologico, in verità mai concluso, sui principi della morale sessuale. Si potrebbe azzardare che se fosse Paolo VI, fine pensatore, a guidare oggi ancora il Popolo di Dio, sarebbe probabilmente ancora disponibile a migliorare la riflessione espressa nella “sua” Humanae vitae.

  • ClaudioLXXXI

    PARIGI – Il governo francese torna a criticare le parole del Papa su Aids e profilattici. Il ministro dell’Istruzione, Xavier Darcos, ha definito “criminale” andare a dire “in Africa che non si deve usare il preservativo”. Per l’esponente dell’esecutivo di Parigi una tale affermazione provocherebbe “morti ogni giorno”. “Penso che l’affermazione del Papa sia stata un po’ travisata, – ha aggiunto Darcos in un’intervista – ma comunque scoraggiare l’uso del preservativo nei Paesi in via di sviluppo e’ estremamente pericoloso”. (Agr)

    Ok, il mondo è ufficialmente impazzito.

  • alessandroX

    “….e i francesi che si incazzano….”

  • ClaudioLXXXI

    Scusa, mi ero dimenticato di risponderti, Piccolo Uomo…
    vedi, c’è un fattore che dovremmo considerare, ed è che nè tu nè io abbiamo attualmente ricevuto il sacramento del matrimonio. Perciò, a parte ogni considerazione sul valore dell’esperienza in prima persona di certe situazioni (valore comunque non assoluto), c’è il fatto che non abbiamo la specifica grazia di stato associata a questo sacramento, quella grazia con cui lo Spirito aiuta a capire ciò che umanamente sarebbe impossibile – o almeno tremendamente difficile – capire.
    Insomma, vedo la discreta possibilità che quando sarai sposato – auguri! – cambierai idea sull’argomento…

  • UnPiccoloUomo

    #54

    Claudio, non ti preoccupare :).
    Avrei voluto sentire anche le opinioni di Orsobruno e Berlicche.

    Confido certamente negli effetti che avrà su di noi la grazia di Dio, per il sacramento che celebreremo.

    Tuttavia se Egli volesse cortesemente anticiparmene una piccola parte… Giusto per essere più tranquillo: è un problema morale che mi fa pensare.

    A proposito del discorso “da non sposati ce ne capiamo poco”, non posso fare a meno di aggiungere un’annotazione: la commissione pontificia per lo studio della popolazione, della famiglia e della natalità che supportò il Concilio Vaticano II e il papa, giunse a delle conclusioni che in parte quest’ultimo non considerò nella HV.

    L’impressione (dovrei documentarmi) è che quegli “alcuni criteri di soluzioni, che si distaccavano dalla dottrina morale sul matrimonio proposta con costante fermezza dal magistero della Chiesa” (HV, n.6) fossero proprio l’apertura alla contraccezione “responsabile” che, probabilmente, veniva dalle poche coppie sposate che facevano parte della commissione.

    Spererei che quella grazia di stato che riceverò per il Matrimonio abbia eccezionalmente ispirato, su quella parte dell’enciclica che non convince me e altri, anche chi, non sposato, aiutò papa Paolo VI a redigere la stesura definitiva dell’Humanae Vitae.

    Saluti

    PS: Se per il 16 maggio avessi per caso 2 minuti liberi durante la giornata… Beh una piccola preghierina per noi sarebbe ben accetta!

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