Non fare il maiale
1.
(citofono)
“Salve, siamo dell’Associazione Vegetariana, possiamo…”
“No.”
(clic)
2.
(citofono)
“Salve, siamo dell’Associazione Vegetariana, possiamo…”
“No.”
“Aspetti è importante! Ne va della sua salute! Non sa dell’epidemia?”
“Epidemia?! Quale epidemia?!?”
“La nuova. Quella trans-inter-meta-germica. Quella che è una combinazione della mucca pazza, l’aviaria dei polli, la febbre suina e…”
“Ah, quelle… io sto tranquillo, ogni volta che mangio carne la sottopongo alla profilassi DOC, secondo il procedimento prescritto dalle multinazionali produttrici. Io mangio carne sicura.”
“Sì, ma quel trattamento non è sicuro al 100%, e inoltre…”
(clic)
3.
(in ufficio)
“Oh, lo sai che stamattina mi hanno suonato di nuovo quei rompicoglioni dell’Associazione Vegetariana?”
“Quei menagramo? Mamma mia, a me ogni tanto mi fermano per strada… che gente… cioè, quelli non mangiano carne!”
“Assurdo.”
“Gente così mette tristezza.”
“Che poi quelli secondo me sono i peggio repressi, tutta quella facciata di moralità, e poi di nascosto ma t’immagini quanto stanno a sbavare davanti a una fiorentina alta così.”
“A me una volta mi hanno fermato per strada e mi hanno fatto tutta una supercazzola su quanto è immorale mangiare carne, e gli animali soffrono, e il rispetto del proprio corpo e del corpo altrui, e l’epidemia e questo e quest’altro … pensa che hanno pure il diritto di voto, cioè, gente così potrebbe votare per mettere fuori legge la carne.”
“Andrebbero messi fuori legge loro. Io sono per la tolleranza, però non verso gli intolleranti.”
“E certo.”
4.
(citofono)
“Salve, siamo dell’Associazione Vegetariana, possiamo…”
“Oh, basta, mi avete proprio scassato! Ma andatevene affanculo voi e la vostra bigotta morale vegetariana di merda! A me piace la carne e me la faccio, avete capito, stronzi? Alla faccia vostra!”
(clic)
5.
(a cena tra amici)
“Oh, guarda che petto… che spettacolo!”
“La coscia! Assaggia questa coscia! Da brivido!”
“Oh, qui c’è un maiale fatto alla brace che è una goduria…”
“Ma in questo ristorante la fanno la profilassi DOC?”
“Sì, mi hanno detto di sì, stanno molto attenti su queste cose.”
“E allora abboffiamoci!!!”
6.
(ospedale)
“No!”
“Mi spiace, ma i risultati sono chiari. Anche il secondo test dà esito positivo. Lei ha contratto il morbo di…”
“No… non è possibile! Io… loro… quelli che… sono sempre stato attento! Dovunque sono andato a mangiare carne mi hanno sempre detto che avevano fatto la profilassi!”
“Beh, in realtà molto spesso non la fanno nel modo corretto, oppure la fornitura profilattica era difettosa, e poi è statisticamente accertato che in un numero significativo di casi il virus può ugualmente…”
“No, non è possibile… non a me!”
7.
(citofono)
“Salve, siamo dell’Associazione Vegetariana, possiamo…”
“Ancora voi? Ma non vi basta quello avete già combinato?”
“Ma veramente noi…”
“Essì… mi avete rovinato… voi e la vostra assurda morale vegetariana… invece di dire alla gente che deve fare la profilassi alla carne, che non può dare da mangiare alla gente bistecche mal trattate… che bisogna starci attenti, fare la carne sicura…”
“Ma noi cerchiamo di avvertire le persone che…”
“Tutta colpa vostra, la gente muore, maledetti assassini, e ce l’avete voi sulla coscienza… tutta colpa vostra… colpa vostra… colpa vostra…”
27 aprile 2009 at 21:20
Stavo quasi immaginando che esistesse un gruppo di vegetariani così…
poi ho capito. Beh, concordo pienamente sulla chiusura di alcuni verso i “vegetariani”.
27 aprile 2009 at 21:38
Bellissimo! 😀
27 aprile 2009 at 22:31
OffTopic
problema di Rahner emerge chiarissimo in questa citazione:
“il dogma [dell’Immacolata Concezione, n.d.r.] non significa in nessun modo che la nascita di un essere umano sia accompagnata da qualche cosa di contaminante, da una macchia, e che per evitarla, abbia perciò dovuto avere un privilegio. L’immacolata concezione della Santa Vergine consiste dunque semplicemente nel possesso dall’inizio della sua esistenza della vita di grazia.” (K. Rahner, Maria, Meditazioni, Herder-Morcelliana, Brescia 1970, terza edizione, pag. 50).
e in questo articolo:
Grillo, Andrea: “Sacramenta propter angelos” : Karl Rahner e un “principio” della sacramentaria di S. Tommaso. In: Ecclesia orans 14 (1997), S. 391-412.
Cosa vuol dire, in pratica?
Per Rahner tutto è già dato all’uomo, senza bisogno di quel “di più” che viene da Dio.
Così non ci possono essere nè persone oggette di singolari privilegi (come Maria), nè riti e segni (come la liturgia e i sacramenti) anch’essi portatori di uno specifico privilegio.
Da qui a dire che il mondo è Dio, il passo è breve; non l’ha fatto del tutto Rahner (il suo lavoro sul Sacro Cuore è perfetttamente cattolico), l’hanno fatto appieno i suoi epigoni; per le ricadute sulla teologia liturgica, consiglio anche il libro di Andrea Bozzolo, La teologia sacramentaria dopo Rahner, che illustra la progressiva svalutazione dello specifico del rito sacramentale in chi ha subito l’influenza della svolta antropologica.
homo liturgicus
28 aprile 2009 at 07:13
Già.
L’unica carne sicura è quella preparata in famiglia, nella propria casa e con le proprie mani…
D’altra parte vien da dire anche questo: magari bastasse essere vegetariani per non ammalarsi!
28 aprile 2009 at 08:09
domanda agnostica…
ma se fosse vero che le proteine ricavate dalla carne possono essere assunte in altro modo, quanti di noi sarebbero disposti a diventare vegetariani?
In sintesi: e’ legittimo far soffrire gli animali (durante l’allevamento e la macellazione) per un fine principalmente “ludico” e solo secondariamente alimentare? Soprattutto i mammiferi?
ps
che io sappia le proteine sono l’unica ragione per cui “fa bene” assumere carne. Tutto il resto si trova altrove.
28 aprile 2009 at 09:30
Mah, io credo non ci sia nulla di immorale nel mangiar carne e quindi nell’allevare animali a questo scopo.
Chiaramente ad ogni creatura è dovuto un certo rispetto per cui i maltrattamenti inutili sono sempre da stigmatizzare… ma da qui a dire che chi squarta i maiali andrà all’inferno…
… e comunque di qualche morte bisogna pur morire. Senza contare che anche molti vegetali – specialmente con gli ogm che circolano oggi – possono portare scompensi rilevanti per la salute umana.
Saluti 🙂
Stefano
28 aprile 2009 at 09:56
Leggendo i commenti pare che l’allegoria funzioni bene, anche troppo… 🙂
28 aprile 2009 at 10:04
@ Claudio
PS: a pensarci bene però, secondo me, funzionava anche meglio se al posto dei vegetariani ci mettevi un’associazione di salutisti o di puristi enogastronomici, tipo slow food, diciamo alla Beppe Bigazzi, per intenderci.
Ehi… Data l’ora e l’argomento però mi sta venendo un certo appetito: io per certe cose sono molto sensibile!
28 aprile 2009 at 10:10
Fantastico, lo voglio postare nel mio blog, mi concede la libertà?
Missionari della santissima chiesa Veggie.
28 aprile 2009 at 10:19
I vegetali Ogm portano sconpensi, la carne all’ H1N1, Bse, H5N1, Nipah, portano alla morte. E’ vero che di qualche morte bisogna morire, ma insomma cercarsela mi sembra un pò troppo. Non mi sembra che esista un virus per i vegetali, invece so di carne e di pesce agli ormoni, antibiotici, ecc. Avendo svuotato i mari della terra, detta dall FAO non mia, Bisogna allevarli, per cui per non perdere tempo devono crescere velocemente. Se poi vi comoda accontentarvi, liberi di farlo, vostro diritto.
Per capire quello che volevo scrivere, nel caso non abbiate mai sentito queste cose,
leggete questo articolo, che è molto interessante.
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/ambiente/alimentazione/cibo-transgenico/cibo-transgenico.html
28 aprile 2009 at 10:42
ahahahaha non ci posso credere!
28 aprile 2009 at 11:19
#9
Permesso accordato, chiedo solo di essere citato con relativo link.
Forse però dovrei spiegare che l’argomento del racconto non è esattamente il vegetarianesimo di per sè (verso il quale peraltro ho simpatia, anche se non lo pratico, non escludo di diventare io stesso vegetariano prima o poi).
Il fine del racconto è un’altro. C’è un’allegoria, o metafora, o quel che è.
Si tratta di…
Uhm…
No, non posso proprio dirlo!!! 😀
#8
Hai ragione. Dopotutto noi non disprezziamo il consumo di “carne” in sè e per sè, ma l’abuso che se ne fa.
Però se scrivo slow food non tutti capiscono, se scrivo vegetariani sì. E poi, così rende meglio l’assurdità logica delle posizioni degli anti…vegetariani.
28 aprile 2009 at 11:25
Senza ombra di dubbio che metterò anche il relativo link, mi sembra doveroso.
28 aprile 2009 at 12:08
Ecco, sta accadendo la stessa cosa che è successa a molti con la famosa finta-frase del Papa sulla “bella giornata”. Ma non è terribile che così tanta gente non capisca più l’ironia? Adesso è pure spuntato il vegetariano vero… No, davvero, perché le persone si fermano soltanto all’espressione materiale dei testi e non sanno andare oltre?Stiamo assistendo a una mutazione antropologica delle facoltà cognitive, abbiamo ormai il CGM, il cervello geneticamente modificato (ovviamente, è solo un caso, non c’è da preoccuparsi, no, io ho studiato, solo i cretini subiscono questa mutazione, a me non capiterà mai…, sono laureato, io, leggo Repubblica mica carciofi…)
28 aprile 2009 at 12:53
@cabasilas
“Adesso è pure spuntato il vegetariano vero…”
Simpatico………meno male che almeno la cultura coglie l’ironia, altrimenti sarebbe un mortuorio…….
28 aprile 2009 at 13:23
l’allegoria e’ sulla carnalita’ (non sulla carne)… e i rischi della mancata adozione di profilaSSICI che guarda caso non garantiscono una sicurezza propriamente inox.
E con cio’?
vegetariano / sars = casto / aids
Forse che i casti dovrebbero convertirsi per coerenza al vegetarianesimo?
Noooooooooooooooo…
o si?
28 aprile 2009 at 13:40
Vegetaria’, nun te arrabbia’… Tu hai letto il post, lo hai preso come una divertente storia in difesa delle tue idee vegetariane. Ti sei fermato alla pura apprensione materiale della storia. Non hai visto l’allegoria. Punto. Probabilmente la questione di cui parlava Claudio non fa parte del tuo orizzonte di precomprensione e ti ha impedito di afferrare quello che Claudio diceva. Capita. La mia domanda era: qualcuno ha notato che questo fenomeno capita sempre più spesso?Tutto qui.
28 aprile 2009 at 13:48
Non mi sono arrabbiato, questo è quello che hai notato tu in superficie dal mio commento, hai proprio ragione nel dire che è sempre più comune. Hai per caso qualche potere veggente per sapere se io ho colto oppure no il succo del post? Avrei dovuto rispondere male o insultare per trapelare di aver capito fino in fondo lo scritto?
Fammi sapere quale linea dovrei seguire………maestro.
28 aprile 2009 at 14:03
@Cabasilas
“lo hai preso come una divertente storia in difesa delle tue idee vegetariane”
impressionante…………..come tu possa cogliere tanta verità……mi inchino dinanzi tanta sapienza…..maestro.
@cluadioLXXXI
Grazie per avermi concesso di poter postare la “divertente storia in difesa delle mie idee vegetariane”, con relativo link al tuo blog, ti faccio sapere appena la metto on-line.
Ciao
28 aprile 2009 at 14:07
ok, vegetariano, scusa.
28 aprile 2009 at 14:26
°_°
28 aprile 2009 at 14:43
Alcune considerazioni su carne e verdura. Fino a pochi anni fa, si pensava che le carni fossero tutto sommato superflue, che i legumi e la soia potessero fornire il giusto apporto proteico. Di recente invece si è scoperto che nella carne, nel pesce e nelle uova sono presenti degli elementi indispensabili che l’organismo non sintetizza e che non si possono ottenere dai vegetali: la vitamina b12, i grassi omega3 (presenti nel pesce grasso), il ferro (il ferro presente nei vegetali è poco assimilabile) più alcuni aminoacidi essenziali. Quindi tutti i dogmi del vegetarianesimo puro cadono irrimediabilmente. Noi esseri umani non siamo né carnivori puri (abbiamo l’intestino più lungo di quello dei carnivori) né vegetariani puri, ma entrambe le cose. Tuttavia siamo un po’ più vegetariani che carnivori (abbiamo denti da vegetariani). Se mangiamo troppa carne, ci ammaliamo (gotta, cancro ecc.). Quindi si può essere tranquillamente vegetariani la maggior parte della settimana. Ma non tutta.
Il vegetarianesimo nasce come rivolta contro le leggi di natura. Una rivolta tutto sommato giustificabile, che io guardo con simpatia. I vegetariani dicono: “non è moralmente accettabile che per vivere io debba togliere la vita ad altri esseri viventi”. Tuttavia, nella natura tutti gli esseri viventi si nutrono gli uni degli altri. Nella natura il forte opprime il debole. Certo, questo non è bello. Infatti la natura è corrotta dal peccato originale. Finché abitiamo sulla terra, dobbiamo accettare questa realtà. Dobbiamo accettare il fatto che, per sopravvivere, dobbiamo togliere la vita ad altri. Ma oltre a togliere la vita ad altri esseri viventi, noi gliela diamo: le specie ovine, bovine e suine, nonché il pollame, vivono grazie all’uomo. Senza l’allevamento umano, si estinguerebbero.
Infine, non credo di avere capito bene il significato del racconto di Claudio. Non mi sembra proprio che Claudio se la prenda con i vegetariani, ma piuttosto con gli integralisti della fiorentina al sangue. Il protagonista mi fa venire in mente un fatto. Anni fa, durante l’allarme mucca pazza, ho saputo che alcuni libertari avevano organizzato una serata a base di bisteccone e ossibuchi poco cotti. E solo per il gusto di contravvenire ai provvedimenti sanitari dello stato, che loro consideravano “liberticidi”. Qualunque cosa faccia lo stato, loro gridano al “liberticidio” e allo “stato etico”.
Forse Claudio vuole dire che non si combatte un estremismo con l’stremismo opposto. Sono estremisti i vegetariani, ma sono ancora più estremisti quelli che – solo per fare vedere che i vegetariani hanno torto – assumono comportamenti imprudenti.
28 aprile 2009 at 15:11
Guarda cos’hai fatto.
Claudio, tu sei un pericolo pubblico.
Ti dovrebbe essere impedito di scrivere.
“Oh, guarda che petto… che spettacolo!”
:-)))))
28 aprile 2009 at 15:12
@reginadistracci
Noto con piacere che lei sta perfettamente al centro tra i due estremismi. E se in contrapposizione a quello che ha letto lei le trovassi altri studi(anche contemporanei) che non è vero quello che dice? Cosa farebbe lei? Gli accetterebbe o cercherebbe di contrastare il mio intento? Tutto dipende da cosa si incontra nel proprio cammino. Ogni anno vengono conclusi importanti studi “pro” e “contro” il vegetarismo, da quale parte le interessa schierarsi? E’ troppo relativo per dirsi “è giusto” o “è sbagliato”, bisogna provare, interessarsi, informarsi dettagliatamente, non leggere uno studio attribuendoli verità assoluta. Ogni giorno anche io, grazie al mio continuo errore di leggere tutto quello che si dice a riguardo, mi metto in discussione, ma il mio stato di salute mi da la ragione di non badare a tutto ciò che si dice. In rete potrebbe trovare migliaia di siti e di esperienze personali che potrebbero farle cambiare idea, anche senza che lei debba, per forza, cambiare alimentazione. Ma giusto per comprendere il perchè. Sa, tutti i giorni mi trovo dinanzi a falsità enormi riguardo al vegetarismo, e la cosa che rammarica, e che sono gli stessi onnivori a scriverle, per cui con che grado di esperienza? E’ come chiedere ad un mussulmano che cos’ è la chiesa cristiana, darebbe una sua interpretazione, ma forse senza toccare il nocciolo della questione.
Mi scuso se mi sono divulgato e non vorrei risultare pesante, ma è difficile trovare persone così civili e poter interagire così armoniosamente.
Grazie.
28 aprile 2009 at 15:12
*_*
28 aprile 2009 at 15:20
∞
28 aprile 2009 at 15:29
@ alessandroX
>.>
Io l’avevo detto, alle 10.56.
Però è divertente.
28 aprile 2009 at 15:30
Dimenticavo. Se qualcosa assomiglia a un genio, questo si chiama Claudio.
28 aprile 2009 at 15:36
@UPU
io alle 11.42!!!!
“A me piace la carne e me la faccio”
28 aprile 2009 at 16:10
Beh, vista la situazione un po’ comica che si è venua a creare, dico anch’io la mia sulla carne, anche se non sono un suo cultore rispetto agli altri cibi, anzi mi piace un po’ tutto il mangiabile…
Come dici tu, Claudio, noi non disprezziamo il consumo di “carne” in sè stesso, ma l’abuso.
Prendiamo il controfiletto di manzo. Bigazzi probabilmente direbbe che il suo consumo migliore avviene quando è solamente se preparato da sé, in famiglia, crudo, ovvero in purezza, e proveniente solo da un produttore locale di fiducia. Ma non di venerdì: si mangia pesce!
Sono d’accordo: così, mangiato al carpaccio, è carne sublime, pura.
(a questo punto, caro amico vegetariano, probabilmente sverrai e di ciò ti chiedo scusa)
Da piccolo uomo quale sono ammetterei però ogni tanto di usare il controfiletto di manzo cucinato in padella, magari anche un venerdì, sempre però preparandola in famiglia, con la stessa carne che userei di solito, certo che non sia di Quaresima e a patto di trovare un’altra forma sostitutiva di astinenza…
Orrore: il controfiletto cotto, di venerdì! Lo so che così non è la stessa cosa… Perciò chiederei ogni volta il perdono al Padre Eterno (non a Bigazzi) di non potercela fare a mangiarlo sempre e solamente crudo.
Quanto scritto curiosamente rispecchia il mio pensiero sia preso alla lettera che proseguendo l’allegoria, come sintesi di quanto esprimevo qui.
Saluti a tutti, vegetariani e carnivori che siate!
28 aprile 2009 at 16:20
Ma perché tocca a me, dall’Ecuador, dire che questo post é una metafora della polemica sul profilattico/AIDS/Papa/”libertà sessuale”/ ecc..??
Grande Claudio, (e gli altri che hanno capito!)
Juan Francisco
28 aprile 2009 at 17:04
interessante come il concetto di indispensabilita’ della carne (alimentarmente parlando ovviamente) sia arbitrario.
Ci sono davvero sostanze irreperibili nei vegetali e che solo la carne contiene e che ci necessitano inderogabilmente?
Mi piace molto l’intervento di Regina di stracci.
28 aprile 2009 at 20:08
Tutto quello che volete, però, se consentite, l’allegoria era piuttosto oscura per il semplice fatto che la proporzione vegetariani:carnivori=casti:lussuriosi non risulta del tutto adeguata, almeno secondo me…
Questo per il fatto che una vita casta non ha niente a che fare con una vita “integralmente casta”.
La quale, tra le altre cose, se fosse applicata da buona parte della popolazione porterebbe presto all’estinzione del genere umano. Il che mi pare da sottolineare.
Il male, voglio dire, non sta nel fatto che le persone facciano sesso, ma nel fatto che lo facciano in modo sregolato.
Allo stesso modo, non è un male in sé il mangiare carne, ma semmai il mangiarne troppa piuttosto che l’allevare animali in condizioni improponibili solo per il piacere di mangiarne sempre di più…
Morale della favola: è tecnicamente immorale tanto il “farsi” troppa carne, quanto il non “farsene” affatto.
… o no?
Stefano
28 aprile 2009 at 20:40
@stefano
Ottima osservazione…….
28 aprile 2009 at 20:42
@stefano
…….non dico di condividere appieno il tuo pensiero, ma lo giudico un ottimo pensiero pieno di ottimi spunti…..
28 aprile 2009 at 22:32
Non voglio fare il fenomeno, ma io avevo capito subito…
Grazie, Claudio.
“Abboffiamoci!!!” Bravo.
28 aprile 2009 at 23:01
@laparola
….forse suona meglio “abbuffiamoci”, la trovo più godereccia….non trovi?
29 aprile 2009 at 05:34
Juan Franscisco, non dovevi dirlo!
😉
Ringrazio tutti i contributi interessanti sulle implicazioni sociopolitiche del consumo di carne VS vegetarianesimo, anche se il fine in effetti era ben altro.
Desidero rassicurare quelli che non l’avevano capito: non è questione di essere più o meno intelligenti, è questione di quel che cabasilas (che però non mi offendere i visitatori, cab… e soprattutto non mi chiamare genio!!!) ha definito “orizzonte di precomprensione”.
E poi sono stato io ad essere un po’ diabolico: “t’immagini quanto stanno a sbavare davanti a una fiorentina alta così” ;-D
29 aprile 2009 at 05:50
#30 e 33
Piccolo Uomo vedo che impari in fretta l’arte della metafora 😀
In effetti Stefano ha ragione, la proporzione è inadeguata.
Infatti i concetti di castità e astinenza sessuale NON sono sinonimi.
La castità non è il rifiuto intrinseco del sesso. E’ un concetto molto più ampio, un modo di considerare il sesso che nei celibi porta all’astinenza e negli sposati porta ad una vita sessuale cristianamente vissuta.
Solo che l’obiettivo di questa storiella non era neanche questo… semplicemente, volevo mostrare l’assurdità, la profonda illogicità del discorso “è colpa del papa se si diffonde l’aids”.
Incolpare chi predica l’astinenza sessuale e la fedeltà coniugale di una malattia che si diffonde attraverso i rapporti sessuali promiscui: non sembra folle?
29 aprile 2009 at 07:07
E’ sconvolgente, quando entro in un altro blog e rispondo a modo mio mi giudicano talebano, terrorista, estremista, invece quando cerco di rispondere in maniera pacata e trovo un post interessante mi si accusa di non comprendere il vero succo di una metafora e vengo comunque(questa volta civilmente) invaso di commenti intelligentissimi. Come può condizionare il termine “vegetariano” è impressionante. La reazione e il mood della conversazione anche questa volta è stato ciò che non avrei voluto, ma probabilmente dovrei cambiare nome, perchè in ogni blog che vado avviene sembre la medesima reazione. La verità sta nel fatto che il ” differente ” è difficile da gestire per tutti, belli e brutti. Se poi invece ho solo rotto i co….i, allora in quel caso vi chiedo scusa levo le tende.
Ciao e grazie.
29 aprile 2009 at 07:13
Sbaglio o questo post rispecchia anche la polemica sul preservativo? Soprattutto quando si dice “facciamo quello che le multinazionali ci dicono di fare”, oppure “è colpa vostra se mi sono preso la malattia”. Sbaglio?
29 aprile 2009 at 07:16
Evidentemente avevo messo il mio commento precedente senza aver letto tutti gli altri commenti. Scusatemi.
29 aprile 2009 at 07:33
Ragazzi è evidente il messaggio di questo post, ma ci volevano quaranti commenti per capirlo? Il sesso la prevenzione, il papa, non vi ricorda nulla? Tutto merito della mia infinita cultura……
(forse se avessi risposto così all’inizio probabilmente sarebbe stato differente)
29 aprile 2009 at 07:50
@ Claudio
XD
A me comunque pare più un’allegoria che una metafora… Visto poi l’effetto avuto! Spesso discorsi allegorici scendono nel paradossale.
Ho capito l’obiettivo della tua storia. Penso infine che tu abbia capito a cosa mi riferissi con il concetto non so se ce la farò a manigare sempre carne cruda saltando i venerdì: ho voluto in qualche modo provare a riscaldare un discorso chiuso, non da me, a metà… 😉
@ Stefano
Beh, penso che l’uso insistente del termine profolassi, soprattutto nella frase la fornitura profilattica era difettosa, fosse molto allusivo!
Questo per il fatto che una vita casta non ha niente a che fare con una vita “integralmente casta”.
Giusto. Infatti era questo il senso del mio suggerimento circa la sostituzione di vegetariani con puristi enogastronomici.
***
Colgo questo spunto per fare una riflessione. Ci è stato insegnato che è peccato fare sesso in maniera non casta. La Tradizione della Chiesa dice che il peccato non rimane come un punteggio negativo sul nostro tabellone dell’anima (magari recuperabile con un semplice punteggio positivo) computato in base al fatto di averlo commesso e basta, ma lavora, produce effetti nelle nostre vite, ovvero le pene temporali, che non sono la punizione provvidenziale di un Dio tremendo giudice, ma una conseguenza della natura stessa del peccato che abbiamo scelto noi. E il punteggio negativo scritto peggiora da sè, se non lo si cancella. Perché esso è vivo e intelligente in quanto connaturato all’uomo. La logica del tabellone, che purtroppo constato anche in me stesso, fa dimenticare l’intelligenza del male (… chiamiamola Diavolo?).
L’allegoria di Claudio secondo me parla chiarissimo: chi se ne frega del modo giusto di assumere la carne compie una scelta che in se stessa porta a delle conseguenze, che si tramutano o nella malattia trans-inter-meta-germica, oppure in altre schiavitù come per esempio non resistere più un giorno alla voglia di sottrarre, per gola, la succulenta bistecca dal piatto di un amico, oppure cedere a comprare carne lungo la via, perché facile da consumare al volo anche se corrotta nella sua dignità alimentare dal sudiciume della strada (e oggetto dell’ingiusto disprezzo di certi puristi…).
Il paradosso finale, a cui puntava Claudio, è che chi si è ammalato rifiuta l’evidenza, ovvero che i vegetariani avevano ragione. Negando volontariamente e ostinatamente la verità scelgono di rimanere schiavi incatenati al letto dell’ospedale in cui si sono ben prima prenotati un letto.
Contro tutto ciò c’è uno strumento formidabile, un antibiotico che spesso diventa anche vaccino: il sacramento della Riconciliazione.
Scusate la prolissità
Saluti
29 aprile 2009 at 09:09
mi piace piccolo uomo.
A parte la mia matrice agnostica mi riconosco quasi totalmente nelle considerazioni del 44, perche’ penso possano venire estese a chiunque anche al di fuori della fede.
Mi ritorna un anonimo aforisma che suonava piu’ o meno cosi’:
quando le cose vanno male e qualcuno se la ride, si e’ trovato a chi dare la colpa
29 aprile 2009 at 09:21
Ringrazio il “piccolo uomo” delle acute delucidazioni circa l’intelligenza del peccato! Non è affatto frequente trovarsi di fronte a un pensiero che non sia mera elaborazione di un altro pensiero, ma che sia meditazione su un fatto “reale” (il peccato e le sue conseguenze), sebbene non immediatamente percepibile. Bravo e grazie ancora!
29 aprile 2009 at 10:21
Ho anche chiesto scusa!!
:-))
29 aprile 2009 at 12:28
non ho capito che c’è di male nella fiorentina…
Ottimo post, Claudio. Grandioso come sempre!
29 aprile 2009 at 14:10
@ vegetariano
Non pretendo di pontificare, non sono una studiosa di alimentazione, però ho studiato le proprietà delle vitamine e degli aminoacidi . In passato, come quasi tutte le ragazze, mi sono rovinata con alcune diete scriteriate. Quindi ho deciso di non ripetere gli errori fatti.
Per il resto, sia Veronesi che Ignazio Marino sono vegetariani. Ma sia l’uno che l’altro hanno chiarito che prendono degli integratori con la vitamina b12 e gli altri elementi che non si possono trarre dai vegetali. Gli integratori sono la prova del fatto che la dieta vegana è contro la natura dell’uomo. Ma se in futuro gli studiosi sapranno dimostrare il contrario, sono prontissima a cambiare idea.
Per il resto, io non ho davvero nulla contro i vegani e i macrobiotici. La loro cucina è molto gustosa. Però ho l’impressione che la loro dieta non sia solo una dieta, ma una filosofia che pretende di fornire una spiegazione totale della vita. Una filosofia che ha le caratteristiche di tutti i pensieri utopici moderni, che identificano tutto il male del mondo in un solo elemento. Certo, la macrobiotica e il vegetarianesimo sono piccolissime e innocue utopie rispetto al comunismo. I comunisti dicono: eliminiamo il capitalismo, e la terra diventa il paradiso terrestre. I vegani dicono: eliminiamo la carne, e noi diventiamo più belli, più forti e più felici. E no, la felicità te la può dare solo Cristo.
Claudio, scusa il commento un po’ OT, ma volevo rispondere a vegetariano. Comunque io non ci sarei mai arrivata a capire il significato della storiella.
29 aprile 2009 at 14:28
mi permetto di dire che alcuni vegetariani non hanno fatto questa scelta per essere piu’ belli e piu’ felici ma per eliminare un po di dolore dal mondo. Il fatto di essere sensibili verso gli animali (i mammiferi in paricolare) non preclude assolutamente l’estensione di questa sensibilita’ al genere umano. Chi sostiene impunemente che le bestie sono migliori degli uomini, e’ (per me) una bestia evidentemente incapace di relazionarsi e tantomeno di amare il prossimo.
Il vegetariano non si aspetta di realizzare il paradiso in terra, ma una terra in cui percependo il dolore altrui ci si comporti con maggiore… amore. Anche se il dolore sono le bestie a provarlo. Del resto troppi angoli del mondo sono popolati da uomini considerati al pari delle bestie.
Sull’origine della felicita’ non mi esprimo, dico solo che Gesu’ e’ un ideale bellissimo e mancante. Non basta vederlo o riconoscerlo nel prossimo. Io lo pretenderei ora. Lui in persona con le Sue parole.
29 aprile 2009 at 16:06
Segnalo per la cronaca che a quanto mi risulta la vitamina b12 si trova anche nei derivati animali (uova, formaggi) quindi il problema non tocca chi sia semplicemente vegetariano e non vegano ^^
Erika
29 aprile 2009 at 17:30
Beh, vivendo a Firenze, ammetto che le “fiorentine alte così” tendono ad attirare l’occhio…ma essendo sposato, la cosa finisce lì! 🙂
Grande Claudio!
29 aprile 2009 at 17:48
Geniale.
Chissà cosa sarebbe venuto fuori metaforizzando il Global Warming di sicuro più quotato, attualmente, del vegetarianesimo.:-D
Siccome sono un carnivoro convinto, spero tanto che UnPiccoloUomo abbia visto giusto.
29 aprile 2009 at 17:48
Ops, la fretta
Domenicotis
29 aprile 2009 at 19:21
@ Erika
infatti io mi riferivo ai vegani, che sono gli estremisti del vegetarianesimo. Comunque, da quello che ho letto io, le uova e i latticini non bastano a integrare gli elementi di origine animale di cui abbiamo bisogno. Non solo la b12 ma anche il ferro, certi aminoacidi eccetera (il discorso è lungo).
@ Redhero
Non metto in dubbio la buona fede degi vegetariani animalisti. Ma se domani l’uomo smette di allevare gli animali, molte specie sono destinate ad estinguersi.
Quando parlavo di pensiero utopico, pensavo a certe cose che ho letto, in particolare ai testi del fondatore della macrobiotica. Ebbene, lui proponeva una vera e propria visione utopica della vita incentrata sul cibo. Pensava che, mediante una alimentazione ottimale, fosse possibile estnguere l’aggressivita e tutte le passioni negative. Ossia, era convinto che il peccato originale si potesse curare con la dieta. Evidentemente ignorava che Hitler era vegetariano.
30 aprile 2009 at 06:28
@reginadistracci
Non condivido le tue opinioni, ma apprezzo moltissimo le osservazioni, mi fanno molto piacere.
Quasi quasi ti linko anche…..ciao.
30 aprile 2009 at 09:48
@Domenicotis
Anche la Maria de Filippi è la più quotata i questo momento in Italia…..;)
30 aprile 2009 at 10:27
Cara Regina
in che senso la dismissione degli allevamenti di bestiame da carne coincide con l’estinzione di altre specie? Mi sfugge il collegamento.
Riguardo Hitler dovrebbe essere pacifico che fosse malato. Il fatto che fosse anche vegetariano non credo abbia relazione con patologie mentali comuni a TUTTI i vegetariani..
Riguardo il peccato originale preferisco non pronunciarmi per due ragioni:
– e’ una delle cose per me piu’ inaccettabili tra tutti i culti presenti e passati
– mi porterebbe inesorabilmente off topic sconfinando in argomenti quali libero arbitrio, bene e male, onniscienza ecc ecc.
Claudio sa bene che razza di menagramo spaccamarroni divento a riguardo.
🙂
Perfettamente daccordo sulle utopie alimentari purificatrici assolutamente squilibrate.
C’e’ bisogno di equilibrio. Molto meno faticoso buttarsi completamente da una parte o dall’altra. L’equilibrio fa faticare, costringe a pensare, a mettersi in discussione, a decidere, a lavorare, a crescere.
30 aprile 2009 at 14:08
@ redhero
Non pretendo che tu creda al dogma del peccato originale, però ti invito a riconoscere che noi esseri umani siamo esposti alla tentazione della violenza.
Per il resto, non credo che le mucche, le pecore e le galline sopravviverebbero a lungo allo stato brado.
E basta parlare di vegetarianeismo, visto che il post era dedicato a tutt’altro.
Arrivederci
30 aprile 2009 at 14:54
ma lo scopo e’ quello di far sopravvivere mucche pecore e galline solo in allevamento?
Ossia noi stiamo facendo loro del bene perche’ gli impediamo di estinguersi?
Commovente..
io non sono esposto alla tentazione di far violenza a nessuno, semmai a cercare di eliminare il dolore del prossimo e magari a contribuire a renderlo felice. Altri magari avranno altre aspirazioni.
Se pero’ ti riferisci al fatto che la violenza e’ una concausa della materia senza la quale non si puo’ sopravvivere (bisogna far del male a qualcuno o a qualcosa per vivere) allora sottoscrivo in pieno. Non e’ pero’ una tentazione, ma una necessita’.
30 aprile 2009 at 15:09
@reginadistracci
In un blog il soggetto di un post può variare in base ai commenti scritti dagli utenti ospiti. Tu sei stata proprio quella che iniziato il discorso, dopo i vari punzecchiamenti di tutti gli altri nel messaggio numero 22…..cose è successo?
@reginadistracci
Le origini del vegetarismo occidentale(quello orientale è ancora più antico, vedi Induismo)deriva dalle teorie di Pitagora e non dalla cultura del neomaltusianesimo. Clicca Pitagora e vegetarianesimo su google e vedrai.
@redhero
…………………….?
30 aprile 2009 at 15:59
@vegetariano
Non mi risulta che la De Filippi sia quotata a livello mondiale o anche solo europeo, quindi non si può metaforizzare 😀
@Claudio
“….“No… non è possibile! Io… loro… quelli che… sono sempre stato attento! Dovunque sono andato a mangiare carne mi hanno sempre detto che avevano fatto la profilassi!”…”
Questo pezzo del post mi ha fatto venire in mente ll bellissimo “Decalogo 1” di Kieślowski
Domenicotis
30 aprile 2009 at 16:26
@demonicotis
Infatti non era da metaforizzare questa volta………….ha lo stesso senso del tuo esempio, cioè nullo.
30 aprile 2009 at 16:48
Ok, Ok, non voglio lasciare l’amaro in bocca a ClaudioLXXXI che mi ha ospitato con tanta pazienza.
Vado, ciao a tutti………..
30 aprile 2009 at 17:36
@vegetariano
Non condivido, purtuttavia me ne farò una ragione 🙂
30 aprile 2009 at 18:12
oops
30 aprile 2009 at 21:38
E da dove comincio…
@ vegetariano
Non ti ritengo assolutamente un seccatore, tranquillo.
La discussione sul vegetarianesimo è comunque interessante, anche se OT (che poi chi se ne frega :-D).
Personalmente non mi riconosco nelle posizioni di un vegetarianesimo “spinto” (di cui mi pare di capire che tu faccia parte) che mette sullo stesso piano valoriale l’animale e l’uomo. Ho invece simpatia per il vegetarianesimo e per il cd. “allevamento biologico” (quando è realmente tale e non una bella etichetta).
Aborro la considerazione meccanicistica degli animali, inagurata da Cartesio e proseguita nell’illuminismo, per la quale gli animali sono solo “macchine biologiche” (da cui gli OGM e gli allevamenti in batteria dove mucche e galline passano la vita chiuse in una scatola e ridotte a componenti di una catena di montaggio in cui sbiadisce la linea di demarcazione tra naturale e artificiale).
E l’aborro ancor più in quanto, dopo l’animale-cosa, si sta ora preparando l’uomo-cosa.
A proposito vegetariano, permettimi una domanda indiscreta, hai votato – e se sì, come – ai referendum sulla fecondazione assistita? E cosa ne pensi dell’uso degli embrioni umani?
30 aprile 2009 at 21:52
#41
Mi fa piacere che non sia sfuggito quella piccola allusione alle multinazionali che vendono “la profilassi”: e già, di loro sì che ci si può fidare…
#44
Non ricordo la differenza tra allegoria e metafora (il che per un tolkeniano non è bello, lo so) e sono troppo stanco per cercarla su google…
Per il resto concordo.
#53
In che senso il Global Warming? Cioè dovevo fare un racconto in cui degli scienziati o sedicenti tali vanno in Groenlandia in costume da bagno per dimostrare il riscaldamento globale, perdono gli arti inferiori per ipotermia e al ritorno se la prendono con chi voleva far loro notare che in Groenlandia fa freschino?
Beh mi pare che più o meno è già successo nella realtà 😀
#60
Redhero, sono molto contento di sapere che non sei esposto alla tentazione di far violenza a nessuno. Fammi sapere quando sarai portato in cielo da un carro di fuoco. 😉
Io invece, un povero pirla di essere umano, spaccherei la capa a un paio di persone almeno una volta al giorno.
1 Maggio 2009 at 14:29
“..al ritorno se la prendono con chi voleva far loro notare che in Groenlandia fa freschino?..”
Esattamente 🙂
1 Maggio 2009 at 23:00
A proposito vegetariano, permettimi una domanda indiscreta, hai votato – e se sì, come – ai referendum sulla fecondazione assistita? E cosa ne pensi dell’uso degli embrioni umani?
Ehmm… sei un “diavoletto” Claudio 😀
P.S. Credo di essere affetto dalla sindrome di cui parla cabasilas, perchè l’allegoria non l’avevo capita. Comunque, per me non è una tragedia, è un dramma 😀
2 Maggio 2009 at 09:30
non mi vorrai dire caro Claudio che il Cristiano con la C debba nutrire con costanza sentimenti che legittimano l’uso o il desisderio d’uso della mannaia… Ad esempio io ci sono passato per quella fase e poi ho dirottato sull’accettazione dell’incomunicabilita’. Ossia io non ti sopporto, tu non mi sopporti ergo evitiamoci. Si campa meglio e si campa tutti. Senza rancore o mannaie.
🙂
Spesso la violenza che vorremmo fare agli altri deriva dalla sensazione di averne subita. Purtroppo pero’ spesso la violenza che subiamo o riteniamo di subire non deriva dalla volonta’ “del nemico” di farcene subire, piuttosto dal nostro ritenere che sia cosi’. Ecco perche’ il padreterno (l. Gesu’) chiede di rappacificarsi col fratello prima di portare doni all’altare, per venire a capo delle incomprensioni. Se tuttavia i problemi non derivano dalle incomprensioni ma da vere e proprie incompatibilita’ caratteriali e di costume, conviene evitarsi: tutti vogliamo essere capiti ma difficilmente riusciamo ad accettare che non e’ sempre possibile.
Ritirandomi in buon ordine e ragionando sul fatto che e’ solo un caso se io non sono nato in giordania, comprendo che oggi potrei essere un integralista islamico kamikaze, categoria e culto che detesto, ma che potrei amare se avessi avuto un’altra storia personale.
Ecco perche’ dico che in certi casi e’ meglio evitarsi e prendere atto che l’apertura mentale necessaria per capire il prossimo, richiede a volte uno sforzo che non riusciamo a fare.
Io ci provo…
2 Maggio 2009 at 09:33
concludendo:
se accettare il prossimo coincide con il rifiutare se stessi…
beh allora stiamo peccando. Il guasto e’ palese
2 Maggio 2009 at 10:20
-vegetarianesimo “spinto” (di cui mi pare di capire che tu faccia parte) che mette sullo stesso piano valoriale l’animale e l’uomo.-
Lo sai che per avere “uno” bisogna chiedere “dieci” e comunque per me l’uomo è e resta scientificamente una animale.
-Ho invece simpatia per il vegetarianesimo e per il cd. “allevamento biologico”-
Penso sia comunque una grande cosa rispetto gli allevamenti in batteria, anche io simpatizzo.
-A proposito vegetariano, permettimi una domanda indiscreta, hai votato – e se sì, come – ai referendum sulla fecondazione assistita? E cosa ne pensi dell’uso degli embrioni umani?-
Calcolando che ognuno è libero di seguire la propria strada, sempre che non vada a ledere la libertà altrui, io sono contrario ad ogni manipolazione biologica e culturale, perchè penso che madre natura sia abbastanza completa per potersi arrangiare da sola. La fecondazione assistita non la capisco, perchè essendoci gli orfanotrofi pieni di cuccioli di umano ad aspettare un tetto non capisco perchè ci si voglia affidare a questi sistemi. Non serve dirti che sono altamente contrario alla manipolazione degli embrioni, perchè lo trovo un mezzo contro le regole di madre natura, calcolando poi cosa ne potrebbero fare i più esigenti.
Non so cosa tu voglia dimostrare con questa domanda, ma di certo secondo la mia idea la natura è una potenza che bisogna lasciare stare, anche per il rispetto della vita stessa. Io non credo in Dio, anzi secondo me la religione è la rovina del mondo, per cui dalla mia bocca usciranno sempre e solo ragioni personali. Comunque non ho votato perchè abitavo all’estero, molto lontano rispetto l’Italia e a malincuore ci sono riuscito.
Tu? cosa ne pensi invece?
2 Maggio 2009 at 11:12
domanda apparentemente provocatoria per vegetariano (solo apparentemente provocatoria):
la manipolazione genetica o di altro tipo, per quale ragione non dovrebbe essere una fatto… naturale?
🙂
2 Maggio 2009 at 12:12
Se si vuole intendere per naturale perchè composto da materia biologica, allora va bene, ma io intendo naturale perchè creata da madre natura. La manipolazione genetica, appunto perchè è una MANIPOLAZIONE, mi fa molta paura. Creare in laboratorio della vita da poter utilizzare a proprio piacimento non mi va giù pienamente, anche se so che potrebbe giovare a chi ne ha bisogno.
Non parlo di etica, ma proprio di non condividere la modifica di tutti quei canoni che gia esistono e che l’uomo non dovrebbe toccare, anche se dimostra di poterci riuscire.
Poi mi terrorizza il fatto che la persona o le persone sbagliate ne possano far un utilizzo sbagliato.
2 Maggio 2009 at 12:14
……o forse sono semplicemente troppo limitato per comprendere la potenza della scienza, anche se devo dire che la storia ci ha insegnato molto.
2 Maggio 2009 at 12:17
sono i rischi delle capacita’ intellettive. Cio’ che oggi abbiamo e’ anche il frutto di inevitabili errori del passato. Quello che oggi e’ un errore domani potrebbe trasformarsi in risorsa. E’ gia’ successo.
Pero’ io mi riferivo ad un aspetto piu’ .. .estremo: se la natura prevede l’esistenza di una forma di intelligenza evoluta (gli umani) quanto e’ innaturale il loro manipolare la natura? Potrebbe la manipolazione essere un fatto .. naturale?
Cosi’ forse e’ piu’ chiaro.
ps
caro Claudio l’OT dilaga. Se lo ritieni abbandono le sollecitazioni.
2 Maggio 2009 at 13:01
@Redhero
Continuo a dire che non mi piace.
Esempio: Non è sufficiente avere un coltello per poter uccidere chi si vuole.
L’uomo è un animale con una capacità intellettuale maggiore, ma questo non gli da il diritto di fare quello che vuole. In Asia sta spopolando il mercato degli organi, che secondo me, con tutto quello che ci sta dietro, non lo trovo giusto, ma allora visto che l’uomo è più intelligente di una gallina(tutto da dimostrare), lo possiamo fare senza problemi, anzi si potrebbe incrementare il numero dei bambini che in Sud America o nelle zone asiatiche più povere ogni anno spariscono. Senza star qua a fare milioni di esempi, la possibilità non giustifica il danno che si può creare. Anzi, sta proprio nell’intelligenza “animale umana” di poter evitare certe cose e poterziarne altre, magari più consone.
P.S: non potete smentire il fatto che noi siamo animali, mi dispiace, anche se vi da fastidio il confronto, scientificamente lo siamo. Dopo se volete snobbare le vostre origini ed elevarvi ad esseri superiori, questi sono fatti vostri personali.
2 Maggio 2009 at 15:26
#70
Ti consoli sapere che non sei il solo… anche molti amici a cui l’ho spedito via mail mi hanno dato feedback del tipo “ma sei diventato vegetariano?”, “è una riflessione sull’epidemia in corso?” o peggio “carino, un racconto sull’incomunicabilità tra gli esseri umani, tutti con le proprie verità frammentarie e relative…”
(E NO il sottotesto relativista NO!!!)
Anche con un altro racconto, questo, si era verificato lo stesso tipo di misunderstanding. Mah.
#71
Sono ben lungi dall’essere “Cristiano con la C maiuscola”.
Ma la tua ricetta per la pace è monca: evitare il prossimo tuo invece di amarlo (e se necessario sopportarlo) non risolve i problemi, li sposta soltanto.
2 Maggio 2009 at 15:59
amare il prossimo rinunciando ad amare se stessi d’altra parte e’ altrettanto monco. Inoltre stimola la falsita’ interiore.
2 Maggio 2009 at 16:03
la ricetta non monca e’ una sola: quella di Gesu’ (te lo dico ovviamente da agnostico) che ci invita ad amarci reciprocamente. La ricetta sta nella reciprocita’. E’ quella la parola risolutrice. In questo momento storico nel quale se ti azzardi a porgere l’altra guancia trovi 90/100 chi porge l’altra mano, la ricetta non funziona. Neanche se e’ divina. Reciprocita’: capire ed essere capiti, amare ed essere amati. Questo non significa avere delle aspettative ma accettare un meccanismo.
2 Maggio 2009 at 16:18
@ vegetariano
La fecondazione assistita non la capisco, perchè essendoci gli orfanotrofi pieni di cuccioli di umano ad aspettare un tetto non capisco perchè ci si voglia affidare a questi sistemi
Sono d’accordo, anche se non chiamo i bambini “cuccioli”…
Questi sistemi esistono perchè oggi è sempre più diffusa la concezione del figlio come di un oggetto: da comprare, da fabbricare, da vendere, da buttare via se guasto.
Da questo capirai che le mie idee sulla fecondazione assistita e la manipolazione degli embrioni sono molto negative.
non potete smentire il fatto che noi siamo animali, mi dispiace, anche se vi da fastidio il confronto, scientificamente lo siamo.
Beh, scientificamente è anche dimostrato che siamo più intelligenti delle galline… di regola.
Io non nego l’origine animale dell’essere umano; affermo che l’uomo va oltre questa sua origine, trascende la propria animalità. E’ un animale, sì, e al tempo stesso è molto di più.
Gli animali sono creature di Dio, ma l’uomo è l’unica creatura (almeno in questa creazione) che è stata fatta a sua immagine e somiglianza. Posso capire che tu non creda a questa teologia, però converrai sul fatto che l’animale uomo ha delle capacità di ragionare, amare, creare, inventare, che nessun altro animale ha mai dimostrato. Questo vuol dire qualcosa, no?
#77
se la natura prevede l’esistenza di una forma di intelligenza evoluta (gli umani) quanto e’ innaturale il loro manipolare la natura? Potrebbe la manipolazione essere un fatto .. naturale?
Lo è, infatti. Gli antichi dicevano che l’arte (parola con cui chiamavano la tecnica) è figlia della natura.
Esiste una tecnica “buona”, che realizza le potenzialità inespresse della natura, e una tecnica “cattiva”, che distrugge la natura e nutre le pericolose illusioni di onnipotenza degli “apprendisti stregoni” (in senso letterale: questa tecnica diventa una forma di magia).
2 Maggio 2009 at 16:22
concludo
l’amore (per me) e’ la coincidenza degli interessi. Amare il prossimo significa desisderare il suo bene e la sua felicita’ possibilmente facendone parte. In questo modo davvero si comincia a faticare nel distinguere chi e’ che dona e chi e’ che riceve. Un po(passami l’accostamento) quando si fa l’amore con l’amato: chi sta dando e chi sta ricevendo? Non si distingue piu’, se c’e’ davvero amore.
Ecco: amare qualcuno e’ volere la sua felicita’ e godere della sua felicita’ e addolorarsi del suo dolore. Portare la sua croce capendo che si sta portando la propria con passione.
Se non c’e’ quest mi dispiace ma non c’e’ l’amore di cui Gesu’ parla.
Questo modo di amare rende nullo il sacrificio ed esalta la passione, la stessa che porta un genitore un fratello un amico a dare la vita, la stessa che ha portato Gesu’ sul legno.
2 Maggio 2009 at 16:26
Errata corrige… A quel “lo è, infatti” del commento sopra va premesso l’avverbio “potenzialmente”.
Del tipo: una manipolazione genetica che curasse in utero le malattie del nascituro è tecnica buona.
Se invece si distrugge un essere umano allo stato embrionale per farne medicina per i suoi simili (tecnologicamente cannibali), è tecnica cattiva.
#80
Infatti i santi che amano il prossimo, amano Dio, e amando Dio amano anche sè stessi. Nella felicità altrui trovano la propria stesa felicità.
Non esistono santi infelici (semmai esistono infelici che poi diventano santi).
2 Maggio 2009 at 16:27
Gli antichi dicevano che l’arte (parola con cui chiamavano la tecnica) è figlia della natura.
Infatti infatti inffati!!!
Altrimenti costruire un aereo sarebbe una manipolazione della natura. L’uomo per natura non vola.
2 Maggio 2009 at 16:30
incredibile…!
83 e 84 hanno alcuni contenuti quasi sovrapponibili
2 Maggio 2009 at 17:10
#85
Il punto è proprio questo: l’uomo per natura non vola… ma l’uomo per natura inventa.
Ma la capacità di inventare e l’uso di ciò che ha inventato non possono essere arbitri a sè stessi, devono invece essere subordinati alla morale.
Io posso creare un coltello molto affilato, e poi posso usarlo per operare un malato di cancro e rimuovere il tumore che lo sta uccidendo; oppure posso rapinarlo e tagliargli la gola.
#86
Buon per te 😀
#87
NOOOO per favore non accomunatemi a Cartesio…! è proprio a partire da Cartesio che comincia il sistematico e scientifico disprezzo per gli animali!!! Cartesio considerava gli animali nient’altro che macchine, gli illuministi costruivano automi per dimostrare che tra le macchine e gli animali non c’era differenza!
Io non nego che gli animali abbiano la capacità di ragionare, provare sentimenti affettivi, anche costruire oggetti (i nidi degli uccelli, le dighe dei castori). Però nessun animale dimostra di avere queste capacità al livello umano. E non si è mai saputo di una letteratura canina o un’arte dei gatti. Il massimo che hanno potuto fare i delfini è stato dirci addio e ringraziarci per tutto il pesce…
2 Maggio 2009 at 17:34
“letteratura canina o un’arte dei gatti”
hahahahahah!!
3 Maggio 2009 at 00:20
ah ah ah
i delfini che ci mollano e ringraziano per il pesce…
sembra… un …
autostop
(…)
🙂
boooooooooom
3 Maggio 2009 at 15:24
Proseguo allegramente l’OT, non perchè non abbia capito l’ironia (non temere Cab… finchè c’è gente che legge Chesterton e TP, il mondo è salvo!) ma perchè mi piacciono gli animali.
E ho notato due cose:
1) nella Bibbia, il permesso di mangiare gli animali è una conseguenza del Diluvio Universale: poichè Noè ha salvato anche gli animali, essi diventano suo cibo. Prima erano tutti vegetariani, a quanto pare (prego ricordare che siamo all’interno di un genere letterario che è mitico e non storico). Interessante, no?
2) Nelle culture contadine, c’è sempre l’animale che non si mangia… “quella” pecora, “quella” mucca che ha nome, che ha identità affettiva, che faaprte della famiglia e che non si mangerebbe mai, distinta dalle altre che non hanno nome, alle quali non ci si affeziona perchè non ci si deve affezionare… L’uomo sente che il gregge, la mandria, pagano un pedaggio per la propria cura, ma anche lui sente di dover pagare un tributo agli animali. Mentre nell’allevamento industriale anche questa poca umanità è perduta e nulla conta: nè gli animali, nè i lavoratori, nè la salute pubblica… solo il profitto.
3 Maggio 2009 at 19:49
Giuro che ho letto tutti i commenti:ringrazio Claudio per la storiella allegorica,che ha dato lo spunto per l’ interessantissima( e articolata) discussione che ne è seguita…
Grande Claudio…^_^
S.
3 Maggio 2009 at 22:35
@nihilalieno
…è proprio quello che manca……….
4 Maggio 2009 at 08:47
#79 su #70
Infatti, era proprio quello che volevo far notare, prima che la discussione (propter hoc e non post hoc!) andasse da un’ altra parte. Cara Nihil, speriamo…
Cabasilas sloggato
5 Maggio 2009 at 08:15
#90
Cara Nihil, mica la sapevo questa cosa del Diluvio… grazie.
Io sono sempre stato un ragazzo di città e non ho mai allevato o visto allevare animali da mangiare. E mi sono accorto che per me, per come sono cresciuto, il cibo carne è qualcosa di assolutamente “inanimato”: la compro al supermercato, la cuocio, la metto nel piatto, la mangio. Fine. Devo fare uno sforzo cosciente per pensare a quella carne come a qualcosa che prima era vivo, si muoveva, respirava, e nei suoi limiti pensava e aveva sentimenti.
Mi chiedo se sia diverso il mangiare carne avendo “conosciuto” l’animale che era; e mi chiedo quanto l’allevamento industriale, la meccanizzazione della carne, abbia contribuito a creare l’humus favorevole per la meccanizzazione dell’uomo che sta avvenendo adesso.
5 Maggio 2009 at 08:45
#93
In effetti è qualcosa che dà da pensare.
Per quell’altro racconto che avevo scritto si era verificato un caso interessante: un amico a cui l’avevo fatto leggere, ateo e (per capirci) pro-referendario, mi fece un commento del tipo “bello, un racconto antiantropocentrico, l’uomo nella sua arroganza distrugge gli animali perchè li considera forme di vita inferiori ma lui stesso potrebbe essere giudicato inferiore da qualcun altro e magari se lo merita pure.”
Quando gli feci notare che il retrosignificato di quella storia riguardava la manipolazione degli embrioni umani, giudicati forme di vita inferiori, rimase interdetto.
La mia ipotesi speranzosa è che nei casi di mentalità “invertita” (secondo la terminologia olaviana), la corazza ideologica e pregiudiziale che alcune persone si portano addosso* può essere perforata con lo strumento dell’allegoria, del significato nascosto, del far esercitare il loro buon senso su argomenti che sfuggono al censore inconscio “la tale idea è contro la nostra causa e dunque se ne deve dir male”.
Moltissime persone non ammetterebbero mai che il papa non può logicamente essere corresponsabile di un’epidemia che si trasmette tramite promiscuità sessuale, perchè il principio ideologico “del papa si deve sempre parlar male” è stato radicato in loro quasi ipnoticamente; eppure queste stesse persone possono cogliere senza problemi l’assurdità del colpevolizzare i vegetariani per una malattia che colpisce chi mangia carne.
Specifico infine che queste persone non sono affatto (o comunque non necessariamente) stupide, l’amico di cui parlavo sopra è di per sè molto intelligente. Sarei un odifreddi rovesciato, e Dio me ne scampi, se sostenessi che tutti quelli che non la pensano come me sono sic et simpliciter dei cretini (a proposito, Cabasilas, non ti pare che a volte Olavo esageri e corra proprio questo pericolo?).
Non è esattamente una questione d’intelligenza, ovvero può anche esserlo ma non lo è per definizione. E’ una questione di armatura mentale, di essere stati abituati a ragionare entro percorsi definiti ed essere stati infiacchiti dell’incapacità di pensare fuori dagli schemi preconfezionati (magari nel momento stesso in cui ci si vanta “io non ho dogmi“!!!), forse di mancanza di fantasia.
5 Maggio 2009 at 09:09
infatti l’apertura mentale viene normalmente richiesta ai credenti dando per scontato che un non credente e’ aperto per definizione.
Ma l’apertura mentale va richiesta a tutti, prima di tutto a se stessi.
Sul comm.94 concordo in pieno. Dietro una confezione di arrosto in bella mostra in un frigorifero e’ difficilissimo intuire la ex vita di un mammifero. Siamo proprio dei colpevoli innocenti come suggerisci nel tuo nuovo post?
5 Maggio 2009 at 10:14
@ 94
Non so, Claudio, se hai notato che la tua ipotesi è praticamente la stessa che ha spinto Gesù ad usare le parabole: la corazza ideologica è come il cuore indurito. Gli schemi mentali ci riguardano tutti e a volte imprigionano ciò che li ha prodotti, la nostra mente… I poveri in spirito non sono forse le persone più libere dai preconcetti?
(Mt 13,10-17)
“Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani.”
Metafora, simulitudine, parabola, allegoria: varie gradiazioni di un’unico metodo, l’analogia, che sfrutta la somiglianza funzionale/strutturale del contenuto del discorso come efficace grimaldello contro i nostri schemi mentali…
Ciao
PS: Sono emozionato, il giorno si avvicina!
5 Maggio 2009 at 10:17
Ops… il commento giusto era il #95
5 Maggio 2009 at 17:24
#96
dando per scontato che un non credente e’ aperto per definizione
La qual cosa è uno dei dogmi “laici” che più mi danno fastidio.
#97
Ti ringrazio, ma non oserei paragonare le mie storielle alle parabole che raccontava il Capo e ci hanno tramandato gli evangelisti…
io sono molto più cattivo!
Auguri per il gran giorno. Poi spero che capirai quello che ora ti lascia qualche perplessità.
5 Maggio 2009 at 18:20
Caro Claudio,
non credo proprio sia il caso di Olavo quello di dire “chi non la pensa come me è un cretino”. Questa è una tipica frase “rivoluzionaria”; ti assicuro che
tu non conosci il mondo universitario e “colto” brasiliano, nel quale io vivo parte dell’anno. Quello che Olavo dice è anche troppo gentile e controllato!
La mia domanda era basata proprio su questo: sempre più persone non cretine si fermano alla pura apprensione materiale e non capiscono le frasi. Questo lo dico dalla mia esperienza di insegnante. Un numero sempre maggiore di persone apprendono la materialità di una pagina ma non la capiscono realmente. Lo vedo agli esami, lo vedo negli elaborati, lo vedo dalle domande che pongono in aula (sto parlando di università, non di superiori!). A mio avviso c’è una vera e propria mutazione cognitiva che non aiuta a diventare più intelligenti. Ho paura che ci sia qualcosa di più grave di una semplice “armatura mentale”. Ma cosa esattamente sia, me lo sto ancora chiedendo. Nelle mie lezioni cerco di stare attento al processo del comprendere , piuttosto che alla sola apprensione di nozioni (sia pur necessarie, visto che insegno storia e cose affini). Ma è una fatica immane, frustrante: è proprio la capacità logica che è scomparsa (sì, sospetto che in alcuni casi sia proprio scomparsa).
5 Maggio 2009 at 19:35
@ Claudio
Io ho la fortuna di avere un cognato mezzo contadino: mezzo, perchè lui se a una gallina ha dato da mangiare, non la mangia. La dà viva a sua mamma, che gliene dà una pronta da mangiare, con il patto che non sia nessuna di quelle che le ha dato precedentemente! Ma i suoi erano contadini veri, e sia da loro, sia dai miei compagni di scuola allevatori di mucche ho notato il comportamento che dicevo.
Credo che i nostri avi, che vivevano a contatto con la natura, avessero meno tentazioni di credersi i padroni del mondo… tu puoi fare al tuo meglio, ma se il seme non vuol crescere , non cresce. Io ho seminato sei bulbi e fanno solo foglie, mannaggia! E che ci posso fare?
@ Cab
Esatto. Tutti i miei docenti lo dicono: quelli che non studiano ci sono sempre stati, ma adesso anche i “bravi” sono incapaci di cose che fino a dieci anni fa era normale richiedere.
Un tale che conosco parlava di una sorta di “effetto Cernobyl” che distrugge l’umano. Ma l’epicentro non è facile da identificare.
5 Maggio 2009 at 20:39
@nihilalieno
….anche questa volta concordo con quello che hai scritto a Claudio…..
Ho un po di timore a scrivere, ho paura din non cogliere appieno quello che scrivete, eppure lo trovo interessante. Non vorrei mai cogliere solo l'”estetica”dei vostri concetti. 😉
6 Maggio 2009 at 07:55
se mi permettete il rapporto docente/studente e’ COMPLESSIVAMENTE scaduto in una sorta di incomunicabilita’ conclamata. Laddove uno studente afferma che il professore e’ una barba c’e’ un professore che giudica i suoi allievi non all’altezza.
La fatica risolutrice del venirsi incontro a mezza strada, richiede troppe energie. I muscoli mentali per donare attenzione, in parte derivano dalla passione e in parte dall’impegno. La passione di essere studente o insegnante e il dovere di esserlo.
Mancano entrambe. Perche’?
Fa faticare!
Lo dico da padre che ha vissuto e vive questa condizione.
Contribuisce a questo stato una serie di anestetici “socio-intrattenitivi” che amplificano la stanchezza.
Un professore in gamba fa sperimentare ai suoi allievi il gusto della crescita, il progresso della persona, il riconoscersi migliori di ieri e la soddisfazione che alla crescita (e al gusto di crescere) non c’e’ fine. Molto dipende dalla vocazione dei docenti. Forse la responsabilita’ maggiore e’ loro.
Il male del momento e’ la fatica. Ci vorrebbe un esorcista che la bandisca..
6 Maggio 2009 at 13:46
#103
Purtroppo non è così semplice, le assicuro.
7 Maggio 2009 at 07:46
#46, @ SorannaroS
Prego! Non è niente di particolare, il mio ragionamento, si tratta del solito percorso: riflessione interrogativa + lettura del Vangelo + lettura di altri documenti + riflessione deliberativa …
# 97, @ Claudio
Grazie!
7 Maggio 2009 at 11:07
Ognuno ha le sue esperienze e sulla scorta di quelle cerca di generalizzare. Per cui le credo sicuramente e mi aspetto di rimando di essere creduto.
red
7 Maggio 2009 at 15:07
#100
Penso che qui torni sommamente utile la lezione di Orwell, il bispensiero. Che poi mi sembra essere alla base di ciò che dice Olavo sulle dissociazioni cognitive. Sempre più persone oggi sono state educate a credere fin dalla tenera infanzia in assiomi incompatibili con la propria esperienza pratica: la realtà è determinata dall’idea, eppure noi viviamo nella realtà; la natura non esiste, eppure noi la vediamo continuare a regolare l’ambiente circostante; il bene e il male non esistono, eppure noi diciamo tranquillamente “a stronzo!” (che sarebbe un sinonimo di “cattivo”) all’automobilista che ci taglia la strada; le coppie omosessuali sono assolutamente uguali alle coppie eterosessuali, anche se le prime sono sterili e le seconde fanno figli da che mondo è mondo…
Insomma, per tenere assieme tutto il sistema contraddittorio (e devi farlo, se non vuoi macchiarti dell’orribile colpa di oscurantismo) bisogna almeno in minima parte abdicare ad alcune capacità di inferenza, di andare dalla causa all’effetto.
E’ come farsi rimuovere un nervo: il resto del corpo funziona perfettamente, salvo che in quella particolare sensibilità… poi a lungo termine si vedono le conseguenze generali.
#101
Notevole: tuo cognato considera in un certo senso “persone” le galline a cui ha dato mangiare, mentre le altre galline, quelle che non ha conosciuto, le può mangiare tranquillamente.
Dopotutto anch’io, se avessi visto e nutrito quella che ora è una bistecca nel mio piatto, non so se riuscirei a mangiarla con tanta disinvoltura…
7 Maggio 2009 at 17:03
Quando leggo/sento qualcuno sostenere con la massima buona fede che “la verità non esiste”, senza rendersi conto che ciò che sta affermando è appunto una pretesa verità, mi chiedo con un brivido che cos’è successo al senso logico di un’intera generazione…
7 Maggio 2009 at 20:37
#106
Non è una questione di credere o meno alla sua sincerità. Credo perfettamente al suo caso particolare. Esprimevo solo qualche dubbio sul passaggio al caso generale. Ma ben venga qualsiasi osservazione che porti a una comprensione migliore del fenomeno. Come ho detto nel mio ultimo commento, è un fenomeno in fieri e ogni contributo aiuta a capirlo meglio. Questo è il senso del parlarne non solo per blogs, ma anche – con alcuni almeno – in circoli più ristretti, scambiandosi impressioni e idee. Credo che il percorso di conoscenza sia un metodo, un processo progressivo e cumulativo di “insights” corretti. Per citare un autore a me caro, “il metodo è una struttura in vista di una creatività in collaborazione.” Quindi per quanto mi riguarda, le osservazioni ben vengano da ogni fonte. Se contrastano con i propri dati se ne cerca una maggiore intelligenza, per poi rigettare o accogliere il risultato. Ma non è un fatto di disprezzo o meno della moralità della persona, ci mancherebbe altro. Se così avesse compreso, chiedo scusa per quanto mi riguarda e la assicuro che non era nelle mie intenzioni.
#107
Esatto, esatto! Questa osservazione, e tutte le altre, portano a concludere che ci troviamo davanti a un fenomeno assai interessante, che però va chiamato con il suo nome: psicopatologia. E’ il delirio di interpretazione, uno dei segni più eclatanti della mentalità rivoluzionaria. Non è un errore, non è una pigrizia, non è qualcosa che semplicemente “è così”, che si possa risolvere con la buona volontà o con un vago incitamento. E’ una malattia del processo cognitivo. E il primo passo per affrontarla è riconoscerla come tale. Altrimenti si finisce davvero come nell’Enrico IV di Pirandello…