La magia e la stampella

LA MAGIA E LA STAMPELLA

 
 

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.

Arthur C. Clarke
 
Un tempo gli uomini dedicavano il proprio pensiero alle macchine, nella speranza che esse li avrebbero liberati. Ma questo consentì ad altri uomini di servirsi delle macchine per renderli schiavi. La Grande Rivolta ci ha liberati da una stampella. Ha costretto la mente umana a svilupparsi.

Frank Herbert, Dune

 
 
Leggo sul blog di Cecilia che sono state prodotte e vendute penne ergonomiche a misura di destrimani e mancini. Condivido le sue deplorazioni:
"invece di lasciar imparare alle mani dei bambini quello che sanno per loro natura fare, li si porta a disabituarsi ad ogni singola difficoltà. Così al momento di sostituire la matita firmata ed ergonomica (costosa) con una matita normale (chissà: alle superiori o addirittura entrando nel mondo del lavoro?), sembreranno e si sentiranno degli handicappati."
Mi sembrano considerazioni perfettamente ragionevoli, ma evidentemente non sono passate per la testa a chi ha creato quelle penne (o forse sì, ma se c’è da vendere, che ce frega…) e soprattutto a chi le ha comprate per i propri figli: la tecnologia esiste, ci semplifica la vita, dunque serviamocene e basta. Facile, tutto facile.
Troppo facile.
 
Se mai dovessi scrivere una storia della letteratura fantascientifica, ne dividerei gli autori tra quelli che considerano la tecnologia come una magia e quelli che la considerano come una stampella.
 
Chi la considera come una magia, ne vede solo l’aspetto di potere. Posso volare nello spazio, posso viaggiare nel tempo, posso fare questo, posso fare quello, posso fare tutto ciò che prima non potevo fare. Posso, posso, posso.
Il campione di questa rappresentazione potrebbe benissimo essere Arthur Clarke. Non ho letto moltissimo di suo (la quadrilogia di Odissee, Preludio allo spazio, La città e le stelle, Terra imperiale), ma vi ho sempre trovato una concezione della tecnologia praticamente soteriologica: zero religione + progresso scientifico + promiscuità sessuale = mondo quasi perfetto. Roba che manco i più positivisti degli illuministi settecenteschi, praticamente un Emanuele Severino solo meno incomprensibile.
 
Poi c’è chi considera la tecnologia come una stampella. Frank Herbert e la saga di Dune (più nei primi libri che in seguito), per dire, ma ci sono anche tanti racconti brevi di Isaac Asimov che esplicano il concetto. Qui ce n’è uno bellissimo, Nove volte sette, ambientato in un futuro in cui tutti hanno dimenticato come fare da soli le operazioni di matematica, anche una semplice tabellina, perché tanto ci sono le calcolatrici. Oppure vi consiglio Una così bella giornata, sull’abuso del teletrasporto tanto che nessuno esce più a piedi da casa, o La professione, in cui le nozioni tecniche necessarie alle mansioni professionali sono imprintate direttamente nel cervello e nessuno sa più imparare le cose da solo, o ancora Tutti i problemi del mondo, e così via.
(non è affatto raro trovare in Asimov una messa in guardia dall’ingenua illusione che il progresso scientifico sia sempre e comunque foriero di novità positive: vedi anche i racconti Diritto di voto e il mio preferito in assoluto, Il cronoscopio).

Insomma, avete capito. La tecnologia è come una stampella. Una stampella permette a chi è zoppo di camminare bene, e allora è un aiuto. Ma se camminare con le stampelle diventa così facile che tutti diventano incapaci di camminare senza stampelle, allora la stampella non è più un aiuto ma una droga, un qualcosa da cui siamo dipendenti. Così la tecnologia, invece di aumentare le nostre possibilità, le diminuisce. Dovevamo diventare più liberi, e invece siamo diventati schiavi.
 

Se avete problemi ai piedi, usate pure una stampella per deambulare. Ma state attenti a non riporre la vostra totale fiducia nella stampella e in chi ve la vende: c’è il rischio che non sappiate più camminare da soli.

 


12 responses to “La magia e la stampella

  • poemen

    Mi hai fatto venire in mente questo GKC d'annata:

    "È consuetudine lamentarsi del trambusto e del dinamismo della nostra epoca; ma in verità la caratteristica principale di quest'epoca è la sua profonda pigrizia e stanchezza, ed è precisamente questa effettiva pigrizia la causa dell'apparente trambusto. Prendete un caso visibilissimo: le strade sono piene del rumore dei taxi e delle automobili, dovuto non all'attività, ma al riposo umano. Ci sarebbe meno trambusto se ci fosse più attività: se la gente semplicemente andasse a piedi. Il nostro mondo sarebbe più silenzioso se fosse più energico.".

    La tecnologia spesso aiuta ed accresce la nostra pigrizia…

  • ago86

    Anni fa su topolino si pubblicò una storia simile, in cui Eta Beta raccontava come, col tempo, gli abitanti del suo pianeta si erano fatti sostituire del tutto dagli androidi per pigrizia, evitando addirittura di parlare per non sforzarsi.

    E' un po' l'utopia di certi intellettuali, i quali dicono "facciamo lavorare le macchine e lasciamo l'uomo al solo lavoro intellettuale", non accorgendosi che se l'uomo non lavora non è al contatto col reale, e il suo pensiero genera mostri.

  • ClaudioLXXXI

    Ottima citazione di Chesterton che non conoscevo!

    ago, ora che mi ci fai pensare ricordo una storia simile con Zio Paperone che arriva, nipoti al seguito, su un pianeta dove tutti sono rattrappiti e non camminano perchè usano le macchine per deambulare.

    Debbo segnalare che un'ulteriore occorrenza di questa sindrome da stampella tecnologica mi è stata data da Lucia, che ha letto in giro per la rete le confessioni di giovani donzelle che si sposano, decidono di prolificare, smettono di prendere la pillola anticoncezionale per la prima volta dopo anni e non hanno la minima idea di come funzioni un ciclo normale.
    Non essendo io una donna mi sfugge la profondità tragica del problema, ma a sentire lei era veramente una cosa agghiacciante.

  • Crosta

    Claudio, hai mai visto il film Il mondo dei replicanti (titolo originale Surrogates)?
    'notte,
    Cri

  • ago86

    Una donna che non sa come funziona un ciclo mestruale? Ma è una straordinaria conquista civile! Una donna che si è distaccata dall'oppressiva natura femminile, esaltando così la donna! Vabbè, è una contraddizione, ma chi se ne accorge? Di certo non le femministe…

  • berlic

    Sugli autori di Sf non sarei così manicheo. Ricordo ad esempio che il grande Zelazny aveva destato senzazione quando nel suo This Immortal (aka "…and call me Conrad", assolutamente mitico in tutti i sensi) aveva buttato lì che un protagonista aveva preso una certa astronave così e cosà, en passant nel testo. Senza spendere dieci pagine su quele tecnologia l'astronave usasse nè degnarla d'altro, come uno spazzolino da denti. La tecnologia come dato di fatto…come di fatto è.

    PS: parlando di fantasy, un occhiata a questo: http://io9.com/5832851/game-of-thrones-in-the-style-of-calvin-and-hobbes
    un'occhiata anche ai commenti…

  • ClaudioLXXXI

    Crosta #4, non ho visto il film, me lo sono perso quando è uscito, però mi aveva incuriosito… vedrò di recuperarlo.

    ago #5
    Mi hai ricordato un racconto che ho letto in un'antologia Urania di qualche anno fa, in cui il ciclo mestruale è stato abolito (progresso! trionfo della femminilità!) e sono rimaste solo certe sette religiose femminili pseudowicca, viste con molto sospetto e compatimento, che praticano il Naturalismo – cioè avere le mestruazioni.

    Berlic #6
    In effetti è una divisione un po' brutale. Conosco almeno un'altra concezione possibile della tecnologia: come arte, figlia della natura, figlia di Dio.
    Ma a parte Tolkien (che è fantasy, per di più sui generis) chi ne ha scritto?

    ps non capisco il link

  • cecilia2day

    Thank you for quoting me
    Asimov è, evidentemente, un altro autore che dovrei scoprire; anche se al momento mi attira poco.
    La professione, in particolare, immagino mi incendierebbe.

  • anonimo

    che stronzate, piuttosto mi iscrivo ai satanisti

  • anonimo

    i coltelli con la seghettatura solo da 1 lato che somma ingiustizia e inutilità 😦
    ba

  • Libri aprile 2012 « de libero arbitrio

    […] noi lettori appare magia potrebbe essere “soltanto” una forma avanzatissima di tecnologia (cfr la nota frase di Arthur Clarke); ma intanto pure ci sono i maghi e gli incantesimi e così via. I critici americani hanno risolto […]

  • Libri settembre 2012 « de libero arbitrio

    […] La sfera che rimpiccioliva di Willard Hawkins (agghiacciante parabola su quella che io definisco “la tecnologia-stampella”) e Addio al padrone di Harry Bates, che riesce a rovesciare completamente quello che credevi di […]

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