Premessa: il blog si è trasferito su wordpress, perciò questo è l’ultimo post su https://deliberoarbitrio.files.wordpress.com/2011/07/9788854115217g.jpg. Se volete commentare, potete già cominciare a farlo al nuovo indirizzo.
Per chiudere il cerchio e ampliare l’effetto nostalgia ho rimesso il template originale, e resterà così nei secoli dei secoli, o perlomeno finché durerà la piattaforma (non penso granché, a giudicare dall’incuria degli amministratori di splinder che se ne fregano della crisi di fiducia tipo ’29 diffusasi tra gli utenti; ammesso poi che ci sia ancora qualcuno nella stanza dei bottoni, probabilmente sono tutti morti o licenziati e i telefoni squillano a vuoto nell’ufficio deserto, come in un film di zombie).
Insomma, un po’ di smanettamento – qui ci sono delle istruzioni, se avete bisogno chiedete pure, non è così difficile come sembra, se ci sono riuscito io che sono fondamentalmente niubbo può riuscirci chiunque – e via, l’avventura continua altrove. Pazienza.
Un po’ mi mancherai, splinder.
Ma anche un po’ no, perché Lucyette dice entusiasta che wordpress è mille volte meglio e puoi fare questo e quest’altro e soprattutto ha un team di supporto che esiste e risponde davvero.
Comunque, la cosa prima o poi doveva succedere. Era inevitabile, e non solo per questi motivi. È caduto l’impero romano, figuriamoci se non doveva cadere splinder, come prima o poi cadrà anche wordpress e tutto quanto internet, per essere sostituito da qualcos’altro che in seguito scomparirà a sua volta eccetera eccetera. Che fine ha fatto l’Impero Assiro? Quanto dureranno la Gioconda e la Cappella Sistina? Le piramidi hanno grossomodo cinquemila anni o giù di lì, ma pensate che ce la faranno a restare in piedi per i prossimi, diciamo, cinquantamila anni?
Viviamo tutti nel fiume eracliteo. Come il narratore de L’occhio del purgatorio, guardo ciò che mi sta attorno e penso che non durerà ancora per molto.
E ci è andata pure bene che abbiamo avuto un certo preavviso. Pensate se splinder fosse caduto di botto, così, non c’è più nessuno a pagare la banda e il server stacca la spina; pensate alle migliaia di blogger disperati perché anni e anni di discussioni, idee, emozioni, amori e odî sono andati persi in un istante, lacrime nella pioggia, irrecuperabili.(io sono semi-paranoico e da anni salvo regolarmente i miei post su word e le pagine del blog con tutti i commenti in html e tengo il tutto copiato su tre memorie diverse, e anzi penso che comincerò a stampare tutto quanto su un bel po’ di buona vecchia carta da conservare in raccoglitori chiusi sotto vuoto e possibilmente in una scatola ignifuga; ma a quanto servirà?)
Questa vicenda blogghesca, di per sé piccola cosa, ha il merito di rammentarci una grande verità che dovremmo ricordare sempre e invece sempre dimentichiamo: abbiamo tutti la data di scadenza, e quel che è peggio, non la conosciamo. Tutto è caduco. Tutto è transitorio e potrebbe scomparire da un momento all’altro.
Giusto una settimana fa il vangelo della domenica era la parabola delle vergini stolte, che è fondamentalmente una storia sul tempo sprecato e si chiude con un’ammonizione agghiacciante: VEGLIATE DUNQUE, PERCHÉ NON SAPETE NÉ IL GIORNO NÉ L’ORA.
Gulp.
Vi racconto un fatto personale.
È un po’ di tempo che mi riprometto di scrivere un post mortem, che nelle mie intenzioni sarebbe un post (ah ah) da far pubblicare a persona di fiducia in caso di mia morte improvvisa – incidente stradale, colpo apoplettico, vendetta mafiosa, rapimento alieno, scivola-sul-pavimento-bagnato-e-si-scassa-la-capa-contro-il-water: tutto può succedere – nel quale mi congedo da voi lettori in stile Satoshi Kon, vi ringrazio per le belle discussioni e tutto quanto e vi dico arrivederci, si spera (se io e voi finiamo nello stesso posto).
Bene, la cruda verità è che sono passati anni da quando mi è venuta l’idea, e ancora lo devo scrivere questo benedetto post mortem. Non riesco a decidermi. Ho il file già pronto nella cartella “in fieri” (una cartella purtroppo molto consistente), e ho perfino una vaga idea di quello che vorrei scrivere, eppure… niente. Cincischio, rimando, posticipo. Dopodomani. Il mese prossimo. L’anno che viene.
Perché non lo scrivo? Perché non mi decido una buona volta? Esattamente di che cosa, sotto sotto, ho paura? Me lo sono chiesto diverse volte.
Oggi ho guardato dentro me stesso e ho capito una cosa. Forse non riesco a scrivere il mio post mortem, come certa gente non riesce a fare testamento o stipulare un’assicurazione sulla vita, perché farlo significherebbe ammettere che io non sono immortale, che anche io sono caduco come tutto il resto, e questo è qualcosa che è veramente difficile riconoscere – non dico razionalmente, con la testa tutti sappiamo di dover morire, ma ad un livello profondo.
Come dice il personaggio di un libro di Silverberg,
Nessuno crede, sinceramente e completamente, di dover morire, qualunque cosa pensi di credere. Potete accettare l’idea qui, con la testa, con il ragionamento, ma non a livello cellulare, a livello di metabolismo e di mitosi. Il vostro cuore non ha perso un colpo in trenta e tanti anni, e non li perderà mai. Il vostro corpo funziona allegramente come una fabbrica a turni tripli che produce corpuscoli, linfa, sperma, saliva, ventiquattro ore su ventiquattro; e per quanto ne sa il vostro corpo, continuerà sempre così. Il vostro cervello si percepisce come il centro di un grandioso dramma il cui divo siete voi, l’intero universo non è che un’enorme collezione di comparse, tutto ciò che accade, accade intorno a voi, in relazione a voi, con voi in funzione di cardine e fulcro; e se andate al matrimonio di qualcuno, il titolo della scena non è “Dick e Judy si sposano”; no, è “io vado al matrimonio di qualcuno”; e se un uomo politico viene eletto, il titolo non è “Paul Quinn diventa presidente”, ma “L’elezione di Paul Quinn vista da me”; se una stella esplode, l’intestazione non è “Betelgeuse salta in aria”, ma “il mio universo perde una stella”, e così via, è la stessa cosa per tutti, ciascuno è l’eroe del grande dramma della vita, Dick e Judy entrambi nei ruoli principali nelle loro menti, Paul Quinn e forse anche Betelgeuse; e ciascuno di voi sa che, se dovesse morire, l’intero universo si estinguerebbe come una luce spenta e questo, naturalmente, non è possibile; perciò voi non morirete. Sapete di essere l’unica eccezione, che mantiene in piedi l’intera baracca con la propria continua esistenza. Tutti gli altri, voi lo sapete che moriranno, certo, perché sono le parti senza importanza, le comparse di cui il copione prevede la sparizione lungo la strada, ma non voi, oh, no, voi no di certo!
Non vi ci riconoscete, almeno un poco?
Io sì, più di quanto mi piacerebbe. Porca miseria, il mondo ha bisogno di me! Io sono intelligente! Sono ClaudioLXXXI! Sono quello che scrive tutti quei post fighissimi bellissimi commentatissimi! Io sono… beh, sono IO! Ehi! Non posso morire!!! Hai capito, Tizio-che-fa-le-regole, stai ascoltando?
IO
NON
POSSO
MORIRE
!!!
Bene, lo sbattimento di questi ultimi giorni per trasferire armi e bagagli da splinder a wordpress mi ha fatto realizzare una piccola verità: il mio blog non è eterno, e un giorno chiuderà davvero, non foss’altro perché io chiuderò davvero. L’illusione di essere La Grande Eccezione Alla Regola è, ahimè, un’illusione.
Morirò.
E mi conviene prepararmici, perché non so né il giorno né l’ora.
Vale anche per voi.
14 novembre 2011 at 11:50
claudio di poca fede, la morte dovrebbe esserti indifferente.
14 novembre 2011 at 17:44
“Ama chi dice all’altro tu non puoi morire” Gabriel Marcel. E se è vero che Dio ci ama…
Ciao Claudio e buon reboot su wordpress!
14 novembre 2011 at 20:50
(NB devo ancora capire se/come è possibile numerare i commenti su wordpress; nel frattempo, continuerò a rispondere ai commenti con #numero)
#1 Umano
Hai ragione sulla poca fede, è una manifestazione di poca fede da parte mia. Non sono affatto il buon cristiano che vorrei essere e mi sembra opportuno cominciare questo nuovo blog con un mio difetto.
NON hai ragione sull’aggettivo indifferente, che non coglie il bersaglio. Per il cristiano la morte è sia il nemico da sconfiggere e sia “sorella morte” che ci apre la porta verso la continuazione della vita a un livello superiore. Nel bene e nel male, non è affatto indifferente (casomai lo sarebbe per un buddista).
#2 Fabrizio
E’ vero. Grazie!! 😀
14 novembre 2011 at 22:25
Grande Claudio! Come mai la fine del post mi ricorda molto
“Con chi credete di avere a che fare?”
e…
“Ogni minuto che passa, noi ci evolviamo sempre di più.
Ad ogni rotazione, noi ci spingiamo sempre più avanti.
Questa è una trivella!
In questo spazio colmo di agitazione…
…tu ti comporti come un re ed imprigioni le altre forme di vita.
Questo è il tuo limite!
C’è stato qualcuno molto, molto più importante tra gli umani.
Nel suo nome, noi andremo avanti!
Questo spirito è infinito!
Anche io credo nella sua grandezza!
Ricordalo bene.
Questa trivella è in grado di aprire un buco nell’universo.
Quel buco diventerà un percorso per coloro che ci seguono.
Il desiderio dei caduti e la speranza di tutti quelli che ci seguono…
Intrecciando questi due sentimenti in una spirale a doppia ellisse…
… Noi scaveremo il sentiero verso il domani!
QUESTO E’ TENGEN TOPPA.
QUESTO E’ GURREN LAGANN!
La mia trivella è una trivella in grado di perforare il cielo!”
ROW ROW FIGHT THE POWAH!
Giovanni
15 novembre 2011 at 10:41
@claudio
Hai ragione sulla poca fede, è una manifestazione di poca fede da parte mia. Non sono affatto il buon cristiano che vorrei essere e mi sembra opportuno cominciare questo nuovo blog con un mio difetto.
NON hai ragione sull’aggettivo indifferente, che non coglie il bersaglio. Per il cristiano la morte è sia il nemico da sconfiggere e sia “sorella morte” che ci apre la porta verso la continuazione della vita a un livello superiore. Nel bene e nel male, non è affatto indifferente (casomai lo sarebbe per un buddista).
dai, ho dimenticato di mettere una faccina, non ero serissimo. comunque il mio messaggio era un parafrasi di ciò che paolo dice nella prima a corinti a proposito di fede, morte e resurrezione. : )
15 novembre 2011 at 16:54
Sì, è possibile mettere il numero sui commenti.
Solo questo fatto, che tu non sapevi, dovrebbe dimostrarti che non sei tu il centro dell’universo.
Sono io!!!
UAhahaAhhahaaAhh!
(scusate)
16 novembre 2011 at 10:55
Suvvia, cercate di convincervene,ripetete con me:
Io morirò!
Io morirò!
Io morirò!
………….. e continuate all’ infinito… è un ottimo esercizio… lo ho fatto per anni….
Mara nada
UAhahaAhhahaaAhh!
16 novembre 2011 at 20:55
#5 Umano
Mmmh, mi devo rileggere san paolo… 🙂
#6 Berlicche
Ehm.
E come si fa?!?
#7 Mara nada
Povero mara nada.
Ti ignoravo di là, ti ignorerò di qua, e continuo a compatirti.
17 novembre 2011 at 10:35
Povero Mara nada?
Prova!
(Fra l’altro disporsi in un letto come morti, e convincersi di esserlo, è pratica di meditazione comune anche nei monasteri cristiani!)
Mara nada
17 novembre 2011 at 15:08
Il numero nei commenti? E’ semplicissimo, basta convincere le persone a scriverlo. Ad esempio:
10
(NdA: questo è un commento scritto per mimetizzare il fatto che credevo di averli inseriti ma avevo visto male. E’ da leggere fischiettando.)
PS: Ma non è che mancano dei post?
17 novembre 2011 at 19:42
Sì, mancano i post da luglio a novembre 2011, WordPress online non me li ha importati sebbene nella versione in locale ci siano tutti. Non sono ancora riuscito a risolvere.
Ho mandato una mail di SOS al mitico Anthony, il tale di cui la mia fidanzata è innamorata, ma finora non mi ha risposto. Umf.
Per i commenti pare che ci sia un modo,
http://www.wordpress-it.it/forum/topic.php?id=1907
ma devo ancora capire bene come fare. Bisogna ancora trafficare in locale… sigh…
18 novembre 2011 at 00:09
(Ho dato un’occhiata al volo al forum che linki, ma non so mica se tutto questo si può fare su wordpress.com… cioè: traffichi in locale, e poi? Mica puoi caricare sul blog il file che hai trafficato. O no?)
Sapete invece una “mancanza” grave che ho notato in questi nuovi blog su WP? Non c’è un modo per contattare il blogger in via privata (o se c’è, quantomeno io non l’ho ancora trovato). Io avevo già l’e-mail riservata al blog e quindi vabbeh, ma se uno volesse mandarti un messaggio privato? Lo segnalo perché magari non ci avevi pensato 🙂
(E comunque, aggiornamento di natura sentimentale: Claudio ha ricevuto una e-mail dal supporto tecnico di WP, da parte di una certa ERICA.
Non è tutto così perfetto??
Io Anthony, lui Erica… non è così perfetto? :-DDD)
18 novembre 2011 at 14:27
In attesa del futuro trapasso ti do il benvenuto su wordpress.
18 novembre 2011 at 20:55
Beh se hai caricato i post passati, forse puoi caricare anche delle impostazioni, d’altra parte se c’è chi lo ha fatto…
magari Erica mi risponde se glielo chiedo!
E comunque ho notato con somma sorpresa che quando consulto internet dal telefonino (ho un modello un po’ vecchiotto, un Samsung 3G)… ebbene, i commenti su wordpress sono numerati!
Non chiedetemi com’è possibile perchè non lo so!
18 novembre 2011 at 21:30
Ma penso che questo tipo che l’ha fatto usasse WP su un dominio suo o quantomeno WP pro (non so cosa ti permetta di fare in più rispetto a wordpress.com “normale”). Voglio dire: come fai a caricare questi file dopo che li hai modificati? Dove li metti?
Senz’altro si può fare in locale o su un dominio tuo, ma così non credo…
21 novembre 2011 at 09:55
Bene, continuerò a seguire te e Lucy su WordPress. Complimenti ad entrambi per il post di “addio”
Sissi 2002
22 novembre 2011 at 19:39
Purtroppo ci sono brutte notizie: il babbo di Denise Cecilia è ricoverato in condizioni gravissime. Stringiamoci attorno a lei e alla mamma con la nostra preghiera e amicizia.
23 novembre 2011 at 20:12
[…] la solidale amicizia fra perfetti sconosciuti, e Claudio leggeva la chiusura di Splinder come un preludio della morte… mentre tutti gli ex-splinderiani commentavano l’evento, anche io mi lancio nella mischia. Con […]
25 novembre 2011 at 17:10
Ehi, ma volevo rileggere i tuoi post su libri (senza peraltro trovare suggerimenti per regali…) e mi sono reso conto che su WP hai importato solo una parte dei post! Ma come!
26 novembre 2011 at 16:05
Finalmente mi sono iscritto! (Molto meglio di splinder, comunque).
Ho già seguito le tua discussioni spesso (e ho anche avuto il piacere di parteciparne ad un paio) ma ora mi firmo con un nuovo nickname.
Dunque, ti auguro che la piattaforma che hai scelto sia molto meglio della vecchia, e sopratutto spero che tu riesca in tempi brevi a mettere tutti i post mancanti (ovvero quelli da luglio ad ottobre).
26 novembre 2011 at 18:48
#19 AlphaT, io ho importato tutto. E’ WordPress che non mi ha caricato una parte dei post, nonostante ripetuti tentativi, e non ho ancora capito perchè.
I post da luglio a inizio novembre li trovi sul vecchio blog, finchè splinder regge, oppure su
http://deliberoarbitrio.iobloggo.com/
che era il blog “precauzionale” che avevo fatto a scanso di crolli improvvisi (lo terrò finchè wordpress non mi ha preso tutto quanto).
Nè Anthony nè Erica mi hanno risolto il problema, vorrei aggiungere.
#20 the strange guy,
a) complimenti per il nick molto figo
b) benvenuto (chi eri?), speriamo WP si decida. Effettivamente qui ci sono parecchie possibilità in più, anche se una libertà lievemente minore nell’edit dei post, per esempio non posso scegliere di oscurare il testo o di mettere grandezze diverse nello stesso paragrafo o cose simili (Lucia ha provato a spiegarmi robe tipo il web 3.0 e il web semantico ma non ho capito granchè). Comunque. Per una mente brillante, ogni limite diventa una sfida alla creatività.
30 dicembre 2011 at 10:47
Ognuno impiega il proprio tempo in dialoghi su blog, in sport, nel pensare a scopi politici, nel chacchierare, ecc, c’è liberta di credo di cultura, le abitudini degli uomini riflettono i nuovi tempi la nuova tecnologia. Forse col passare degli anni le persone hanno una veduta diversa della vita del valore della vita stessa, bisogna essere semplici in tutto, guardare all’essenzialità della vita stessa, certe volte basta un sì alla vita stessa. Ma spesso la vita non è semplice come noi la viviamo, ogni giorno popolazioni ridotte in schiavitù sfruttate da didattori che calpestano i loro diritti di vita attraversano il mare in precarie imbarcazioni e approdano sulle nostre coste. Altre scavano nei rifiuti per sopravvirere e parlo di bambini giovani vite private di tutto. Noi dobbiamo imparare a guardare tutto il nostro Pianeta, curarlo come un bel giardino aspettarci la fioritura delle pianti dei fiori preoccuparci dell’inquinamento, le persone dotate di capacità dovrebbero ingenarsi, le persone che vogliono dominare sfruttare dovrebbero capire che ciò è sbagliato, le ricchezze immense di quei pochi sono inutili. La felicità è nella serenità nell’amare la natura nell’accudire prima noi stessi e poi gli altri nel ringraziare tutti nell’armonia sognata dai pochi che la ricercano nel dedicarsi a scopi di miglioramento vari insomma dovremmo essere saggi semplici ma soprattutto buoni.
1 febbraio 2012 at 00:26
[…] La fine era vicina. Si strinsero gli uni accanto agli altri, impauriti e attoniti, e osservarono senza parlare la furia degli elementi che si scatenava sul loro mondo. “Tutto affonda” sussurrava uno dei più vecchi di loro, senza sosta, come un mantra. “Tutto affonda. Tutto scompare. Tutto finisce. Tutto affonda.” Dava i brividi. Qualcuno provò a minacciarlo per farlo tacere, ma era tutto inutile. Difficile minacciare chi sa di stare per morire. Altri lo ignoravano e piangevano in silenzio. Altri ancora simulavano compostezza, ma potevi letteralmente leggere il terrore negli angoli dei loro occhi. Delib era spaventato e non lo nascondeva. Anche se aveva raggiunto la cosiddetta mezz’età, intimamente si sentiva ancora così giovane… pochi anni, pochi giorni, che differenza fa, alla fine è tutta questione di percezione… gli sembrava di essere nato l’altro ieri, il primo pensiero, le prime parole, l’incipit della sua esistenza, il ricordo era così vivido! Ed ecco, ora, proprio adesso, doveva morire. Non c’è speranza. Non c’è salvezza. Questa è la fine. Si chiese se sarebbe stato come dormire senza sogni. Un sonno nero senza risveglio. Affondare nell’oblio, per sempre, per sempre. Forse non era così brutto come sembrava. Forse sarebbe stato riposante. Tanto l’atto in sé, morire, era solo un attimo, e poi non c’era più nulla di cui preoccuparsi, più nulla che potesse ferirti. Messa così, sembrava quasi desiderabile. Molti dei suoi concittadini avevano anticipato il momento della fine, forse per un senso di pietà verso sé stessi, forse per un perverso senso di sfida verso il destino. Mondo, tu non mi vincerai, non sarai tu ad eliminarmi. Mi auto-elimino da solo, toh. Ma lui no. Ci aveva pensato, ma aveva deciso di resistere. La sua innata curiosità aveva prevalso. Perché sprecare quell’occasione? Non capita tutti i giorni di vedere la fine del mondo. Era un’esperienza degna di essere fatta. Peccato solo che non se la sarebbe potuta ricordare, dopo, ma anche un infinitesimo è più di zero. Forse, nonostante la paura, ne sarebbe valsa la pena. Forse poteva compensare tutto quello che si era perso. Tutto quello che non ho visto. Tutto quello che non ho letto. Tutto quello che esisteva e che non ho mai conosciuto e non conoscerò mai. E ora tutto sarebbe andato perso nel tempo come lacrime nella pioggia. […]