Tolkien e la doppia sub-creazione

Era da parecchio che volevo fare un post per mettere nero su bianco alcune osservazioni su Tolkien, ma rimandavo sempre. La contingenza del dibattito sui fatti di Firenze – se Gianluca Casseri era razzista e scriveva fantasy, allora il (parte del) fantasy è razzista? – mi spinge a scriverne ora, anche se la questione politica resta collaterale perché l’argomento preminente che mi interessa è un altro e cioè: “il mondo narrativo creato da JRRT è pagano o cristiano?. Si tratta di un interrogativo meno semplice di quanto sembri, e per sostenere entrambe le tesi sono stati versati i classici fiumi d’inchiostro.
La mia posizione è che la risposta è duplice: il mondo di Tolkien è, simultaneamente e senza contraddizione, pagano e cristiano.
Forse qualcuno sta sobbalzando sulla sedia, ma seguitemi.

§§§

 Il fatto è che Tolkien ha avuto la particolare (s)ventura di generare letture della sua opera diversissime e da parte di soggetti culturali agli antipodi l’uno dell’altro, dal cristianesimo al sincretismo gnostico alla psicologia junghiana, dal movimento hippie alla destra neofascista fino al no-global in salsa leghista. Come questo sia avvenuto sarebbe troppo lunga da spiegare, perciò penso che possiamo saltare ellitticamente grossomodo ¾ di secolo di dibattito e dire subito che il peccato originale di molte di queste letture (alcune anche cattoliche) risiede principalmente nel fatto che esse sono allegoriche.
L’essenza dell’allegoria è dire una cosa per intenderne un’altra: una storia allegorica è tale se la trama e i personaggi sono funzionali alla predicazione di un significato al di fuori di essa. L’allegoria è una specie di equivalente narrativo di una proporzione “x sta ad 1 come y sta a 2”. Per sua natura il fantasy si presta all’allegoria, in quanto racconta di un mondo “altro” che è fuori dal nostro ma con dei punti in comune. Per esempio i libri di Silvana de Mari sono allegorici: gli elfi sono gli ebrei, gli orchi sono i musulmani, gli uomini sono gli occidentali, il Giudice Amministratore è Stalin e Hitler mescolati assieme, eccetera eccetera. L’allegoria è tanto più riuscita quanto più il soggetto allegorico è sovrapponibile al soggetto reale. Anche le parabole di Cristo, per certi versi, sono storie allegoriche.
Ora, io non credo che l’allegoria in sé sia una cosa brutta: dipende da come e con quali intenzioni viene esercitata. Ma il fatto è che essa è sempre e per sua natura una strumentalizzazione, perché la storia viene ridotta a veicolo per il messaggio. E dare un’interpretazione allegorica di una storia è come sezionare un cadavere per un trapianto: si prende quello che serve e si butta via il resto.
Tolkien non ha fatto allegorie (nota n. 1), perché amava il mondo e la storia e i personaggi per se stessi e non in funzione di qualcos’altro; ha fatto un’altra cosa che si chiama sub-creazione, cioè ha dato vita ad un mondo diverso dal nostro, la cui alterità lo rende impossibile da incastrare nelle nostre coordinate politiche-religiose-eccetera. Non si possono applicare automaticamente i nostri concetti di destra e sinistra alla Terra di Mezzo, e neppure – addirittura – i nostri concetti morali e teologici. La storia non è un mezzo per predicare un messaggio: la storia è il messaggio. È un tutt’uno, un corpo vivo che non può essere sezionato con i bisturi dell’allegoria. Gandalf e Aragorn non esistono per essere la raffigurazione di Cristo, non più di quanto lo sia io che scrivo e tu che leggi: Gandalf e Aragorn esistono semplicemente per essere Gandalf e Aragorn.

§§§

Torniamo allora alla domanda iniziale: il mondo di Tolkien è pagano o cristiano?
Entrambe le cose, dico io. Ciò in quanto questi due aggettivi sono inconciliabili nel nostro mondo, ma non lo sono nel mondo tolkieniano, proprio perché quel mondo non è allegorizzabile, è alieno, è una sub-creazione che segue regole parzialmente e significativamente diverse.
Per la precisione, anzi, quel mondo è generato da due sub-creazioni distinte: quella esterna alla storia (extra-diegetica) di Tolkien autore, che scrive la storia, e quella interna alla storia (intra-diegetica) degli Ainur, gli angeli. Quest’ultima, come sa chi ha letto il  Silmarillion, si svolge in tre differenti fasi e modalità:

  1. In principio, nell’inizio metafisico prima del tempo, Eru detto Ilùvatar, la divinità unica e omnicreatrice, propone agli Ainur, gli angeli, un tema musicale e chiede loro di cantarlo e svilupparlo: la musica degli Ainur, l’Ainulindalë, anticipa la creazione del mondo. Le dissonanze introdotte da Melkor, l’angelo ribelle, sono il seme del male nel mondo;
  2. Successivamente Eru crea, con una sua parola (“”, ovvero “sia”), la materia e l’universo fisico, dopodiché affida agli angeli il compito esecutivo di lavorare la materia creata e plasmare Arda, il mondo nel quale si svolgono le storie. La maggior parte di loro accetta il compito e lascia la realtà metafisica, entrando nel mondo fisico e impegnandosi a risiedervi fino alla fine del tempo: gli Ainur di grado maggiore diventano Valar, cioè i “Signori” o “Potenze” del mondo, che costruiscono il mondo con l’aiuto dei Maiar ovvero Ainur di grado minore, assumendo diversi titoli a seconda dell’ambito creativo a cui si dedicano (Manwë, Signore dell’Aria; Varda, Signora delle Stelle; Ulmo, Signore delle Acque; Aulë, Signore della Terra; etc.). Durante la costruzione del mondo scoppia la prima guerra contro Melkor (rinominato Morgoth), che porta caos e distruzione nel mondo.
  3. Il ruolo degli angeli non termina con la creazione del mondo, ma prosegue con la sua amministrazione, perché Eru non governa direttamente Arda ma affida questo ruolo ai Valar, nominando Manwë suo vice e reggitore. E i Valar assolvono questo ruolo abitando fisicamente nel mondo, pur se in un continente separato dalla Terra di Mezzo (teatro delle vicende di Elfi e Uomini e Nani e Hobbit), e operando attivamente in esso.

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Spero che questo rozzo riassuntino abbia reso chiara la questione. Mentre nella cosmogonia biblica Dio crea tutto da solo, nella cosmogonia tolkieniana Eru si avvale, sia al livello teorico-artistico della composizione musicale, sia al livello pratico-esecutivo della costruzione materiale, della collaborazione creativa angelica (nota n. 2). Forse non è esagerato dire che il mondo di Tolkien, monoteistico dal punto di vista ontologico, è politeistico dal punto di vista operativo, perché gli Ainur partecipano in qualche misura della divinità e ne esercitano le funzioni di Provvidenza in rappresentanza dell’Unico (nota n. 3). E d’altra parte il fatto che i Valar non siano collocati in un oltre metafisico, ma in un luogo fisico difficile – ma non impossibile – da raggiungere, li rende per questo verso più simili alle divinità pagane che agli angeli biblici.
Se si considera tutto questo, diventa allora legittima la conclusione che dibattere che se il mondo di Tolkien sia pagano o cristiano diventa inutile, proprio come la proverbiale discussione sul sesso degli angeli. La natura di Eru è presumibilmente la stessa del Dio Trinitario (alcuni indizi, come la creazione mediante il Verbo e l’accenno al Fuoco Segreto, lasciano intendere in tal senso – ma non è che Eru sia un’allegoria di Dio: Eru è Dio), ma qui Dio ha deciso di fare le cose in maniera diversa. In questo mondo non c’è l’Incarnazione: la presenza di Dio si manifesta come una lontananza, mediata dall’amministrazione vicaria dei Valar. E i Valar non sono né un’allegoria dei “nostri” angeli, né un’allegoria delle divinità pagane, né un compromesso tra le due figure: sono i Valar, e basta.
Paganesimo e cristianesimo, dunque, o come dire un paganesimo cristiano; che nel nostro mondo è un ossimoro, ma non lo è nella sub-creazione di Tolkien, dotata di una sua propria “alterità teologica”.

§§§

Si potrebbero fare molti altri esempi di questa alterità teologica (per esempio riguardo alla natura degli Elfi, al fatto che per essi la reincarnazione è valida e l’eutanasia è lecita: dovrei riparlarne in un post apposito), ma spero di aver reso il concetto.
Immaginate dunque, se il mondo di JRRT è così diverso dal nostro a livello teologico, quanto potrà esserlo a livello politico! Certe forzature interpretative, certe letture di Tolkien tra Evola e la Tradizione (a cui pare abbia dato il suo contributo anche il tizio di Firenze poi trasformatosi in assassino di senegalesi), sono così artefatte da risultare quasi inspiegabili in termini di pura ermeneutica. Ha ragione del visibile quando descrive il rapporto tra gli shackers e la Bibbia: il testo si risolve in un pre-testo. Se io so già cosa voglio che il testo dica, il testo lo dirà e basta, e non importa quanto si dovrà aggiungere in elucubrazione o su quanti brani scomodi si dovrà glissare.
C’è un tipo di critica e interpretazione letteraria, o meglio ideologico-letteraria, che è come la dissonanza di Melkor che corrompe il Tema nell’Ainulindalë: la perversione di guastare ciò che non si può creare. È una cosa che mette tristezza. Ma forse anche qui vale l’avvertimento di Ilùvatar all’angelo ribelle:

E tu, Melkor, t’avvederai che nessun tema può essere eseguito, che non abbia la sua più remota fonte in me, e che nessuno può alterare la musica a mio dispetto. Poiché colui che vi si provi non farà che comprovare di essere mio strumento nell’immaginare cose più meravigliose di quante egli abbia potuto immaginare.

§§§
vediamo se funzionano le note interne

Nota n. 1:
Che io mi ricordi c’è un unico punto nelle lettere di Tolkien, che si possono leggere nel libro La realtà in trasparenza, dove JRRT dice di un personaggio che è “un’allegoria”, e si tratta di Tom Bombadil, e se ne è accorto soltanto dopo averlo scritto. Ma è un caso molto particolare perché Bombadil è assolutamente particolare. Casomai trovo il passo e approfondisco nei commenti.

Nota n. 2:
Nelle lettere Tolkien accenna alla distinzione, nella sua storia, tra il “Creare” (l’atto divino di creare dal nulla, proprio di Eru soltanto) e il “Fare” (il potere degli Ainur di plasmare la materia già creata).

Nota n. 3:
Ora io non ho i libri sottomano e non ho memoria di tutti i dettagli, ma ricordo che nei Racconti perduti e nei Racconti ritrovati (disgraziatamente gli unici volumi tradotti in italiano della History of Middle Earth), che sono le versioni preliminari del suo legendarium, Tolkien definisce esplicitamente i Valar come “Dèi”, mentre tale appellativo è escluso dalla versione definitiva del Silmarillion. Purtroppo non mi sovviene se nelle sue lettere JRRT descrive il perché e il percome di questo slittamento lessicale.


30 responses to “Tolkien e la doppia sub-creazione

  • Ezra Pound

    tolkien può essere simultaneamente cristiano e pagano per la semplice ragione che paganesimo e cristianesimo non sono mai stati in contraddizione. il cristianesimo è un paganesimo

  • claudiolxxxi

    Ezra Pound (‘mmazza, un poeta morto sul mio blog dall’aldilà, hanno il wireless anche lì?), non diciamo cavolate.
    Il mondo sub-creato può essere pagano e cristiano, John Ronald Reuel Tolkien no, perchè in questo mondo paganesimo e cristianesimo sono incompatibili.
    Era il fascismo che considerava il cristianesimo come un nuovo paganesimo, una religione di stato in cui non credere veramente (l’unico vero dio è lo Stato) ma utile a fini politici di controllo delle masse. E la mistica neofascista per portare avanti questo discorso si è appropriata del mondo di Tolkien proprio allegorizzandolo, strumentalizzandolo, prendendo quel tanto che gli serviva e buttando via il resto. E questo è molto scorretto.

  • ago86

    Tom Bombadill mi ricorda tanto l’allegoria di un uomo felice. Un uomo che non ha ombre dentro di sé, ossia è completo, e il male non ha presa su di lui (infatti l’anello con lui non funziona). Sì, credo che l’allegoria possa reggere.

  • Piero

    A riguardo de “Il Signore degli Anelli” è molto interessante leggere una lettera di Tolkien presente ne “La realtà in trasparenza”.

    Scrive:
    “Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica; all’inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perchè non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la «religione», oppure culti o pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l’elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo. Tuttavia detto così suona molto grossolano e più presuntuoso di quanto non sia in realtà. Perché a dir la verità, io consciamente ho programmato molto poco; e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so; e questo lo debbo a mia madre, che ha tenuto duro dopo essersi convertita ed è morta giovane, a causa delle ristrettezze e della povertà che dalla conversione le erano derivate”.

  • Denise Cecilia S.

    Era il fascismo che considerava il cristianesimo come un nuovo paganesimo… questo mi fa venire in mente, per associazione, un altro tipo di “destra” infatuata della tradizione ma ben distante da essa.
    E che fra le altre cose si pregia d’essere paladina del cristianesimo e dell’Occidente, al tempo stesso tradendo l’uno quanto l’altro: la Lega.
    (Non mi interessa scivolare in un discorso prettamente politico: penso invece a quanto strida la pretesa d’essere nel giusto quando si aggrediscono violentemente gli extracomunitari in quanto tali e per inconsistenti ragioni, con il messaggio evangelico.
    Oppure all’inconciliabilità, appunto, fra idealismo pseudo-celtico ed appartenenza cristiana).

  • Tommaso

    Interessanti osservazioni.
    Mi permetto: il “cristianesimo” presente nel mondo creato da Tolkien mi richiama alla mente il “cristianesimo” degli utopiani, gli abitanti di Utopia, creazione di Tommaso Moro.
    Un cristianesimo, cioè, pre-cristiano, in questo senso pagano, non rivelato, ma vivo in molti suoi aspetti.

    Sono Tavorminha, chissà se ti ricordi di me: avevo il blog Io dico la mia, e ogni tanto ci scambiavamo commenti.
    Ho ripreso da un’altra parte, e mi fa piacere vedere che anche te non hai abbandonato.
    A presto
    Tommaso

  • claudiolxxxi

    # ago86, ho trovato il brano:

    Non penso che si debba filosofeggiare troppo su Tom, che da una cosa simile non trae alcun giovamento. Ma molti l’hanno trovato un elemento strano se non addirittura discordante. In realtà l’ho inserito perché l’avevo già inventato per conto suo (apparve la prima volta nell’Oxford Magazine) e avevo bisogno di un’avventura durante il viaggio di Frodo. Ma l’ho tenuto, così com’era, perché rappresenta certe cose che altrimenti sarebbero rimaste fuori. Non intendevo farne una figura allegorica – altrimenti non gli avrei dato un nome così particolare, caratteristico e buffo – ma l’allegoria è l’unico modo per dire certe cose: lui allora è un’allegoria, un esempio, la scienza naturale pura (reale) che ha preso corpo; lo spirito che desidera conoscere le altre cose, la loro storia e la loro natura, perché sono “diverse” e totalmente indipendenti dalla mente che indaga, uno spirito che convive con una mente razionale, e che non si preoccupa affatto di “fare” qualcosa con la conoscenza: zoologia e botanica, non allevamento di bestiame e agricoltura. Nemmeno gli elfi sono così: prima di tutto loro sono artisti.

    (pag. 218 del libro La realtà in trasparenza, Bompiani, II edizione 2002)

    # Piero
    Sì, conosco quella lettera ed è molto significativa. Ma anche qui c’è da specificare: l’opera letteraria è fondamentalmente cattolica, ma il mondo sub-creato no.
    (in verità il concetto stesso di sub-creazione è cristiano, perché si basa sull’idea dell’uomo che, essendo a immagine e somiglianza di un Dio creatore, può sub-creare a sua volta)
    Lo dico perché a volte anche da parte cattolica si cade nell’allegoria che snatura il senso dei personaggi. Questo succede per esempio dicendo che Frodo Gandalf e Aragorn “rappresentano” Cristo nella sua triplice veste sacrificale, sacerdotale e regale. Con rispetto dissento, perché questo implica proprio la strumentalizzazione dei personaggi e della trama, la loro subordinazione a qualcosa di esterno rispetto alla storia. Da qualche parte nelle lettere Tolkien, a chi gli chiedeva qual era il messaggio del libro, risponde candidamente “non c’è alcun messaggio”. Tolkien proclama chiaramente il suo amore per la letteratura come fine, non come mezzo. Tolkien ama il mondo e i personaggi che ha sub-creato come Dio ama le sue creature: non perché gli “servano” a qualcosa, ma perché sono amabili di per sé.
    Era una presa di posizione quasi eretica per gli anni in cui si pensava che lo scrittore dovesse fare letteratura per educare le masse, per difendere i valori vecchi o nuovi, insomma che la letteratura servisse a qualcosa di concreto nel mondo. Questo succedeva soprattutto a sinistra (se tutto è sovrastruttura dell’economia, è inammissibile una letteratura “inutile”) e spiega perché la critica marxista abbia snobbisticamente ignorato Tolkien per decenni, cosa che ha favorito dall’altra parte l’appropriazione indebita da parte della destra.

  • claudiolxxxi

    # Cecilia
    Discorso scivoloso… anche nella Lega qualcuno ha provato a mettere il cappello su Tolkien. La Contea come la Padania e gli Hobbit come le camicie verdi: una provincia che vuole autogovernarsi contro un potere centrale soffocante e tirannico.
    Cazzate, ovviamente, non foss’altro perché gli Hobbit non hanno mai chiesto la secessione dal Regno di Gondor e mai la chiederanno.

    A parte questo la Lega per me da un punto di vista ideologico non è né di destra né di sinistra, è una terza via fatta di localismo esasperato; la sua attuale collocazione politica è del tutto contingente e strumentale, in circostanze diverse avremmo potuto trovarcela ( e forse ce la troveremo) alleata dell’altra parte. Non penso neppure che sia da buttare tutto di quel che dice, ma questo è un discorso più politico che magari un’altra volta.

    # Tommaso
    Ciao! Da quanto tempo!
    Non ho letto l’Utopia di Moro, vedo che ne parli sul tuo blog. Sinceramente non mi ricordo neppure cosa c’è scritto (ehm ehm), dovrei andare a rivedere. Diciamo che questo discorso del cristianesimo senza Cristo è un po’ scivoloso… parlerei piuttosto di un paganesimo rispettabile, simile al cristianesimo sul piano dell’etica, dignitoso.
    A presto

  • Mara nada

    “” Era il fascismo che considerava il cristianesimo come un nuovo paganesimo, una religione di stato in cui non credere veramente (l’unico vero dio è lo Stato) ma utile a fini politici di controllo delle masse.””

    Ma non è il cattolicesimo che preme da secoli per essere religione di stato?

  • Denise Cecilia S.

    No, nemmeno io ho mai considerato la Lega di destra – ma è il partito stesso che generalmente si reputa tale, con tutti i “riccioli” alla definizione del caso.

    Quanto a quello che dice, quel che c’è di valido è troppo poco e troppo di scarsa importanza rispetto a ciò che c’è di male; ihmo.
    Il piatto pende impietoso.
    Ma, come tu dici e come dicevo, i discorsi politici a un’altra volta.

  • piccic

    Dobbiamo ringraziare per WordPress dunque, o il web è decisamente un posto da lasciar perdere quando offre risorse gratis. Mah? 🙂

    Un abbraccio a Claudio e Denise Cecilia S. (era da parecchio che non mi facevo vedere) e una sola nota, insieme agli auguri di un Natale sereno sì, ma decisamente sofferto. Con l’aria che tira.
    La nota è: a Tolkien, criticando l’evoluzione del lavoro di Lewis, non piacque il “ciclo di Ransom” (mentre aveva apprezzato Narnia) e disse – grossomodo – che lui non amava l’uso dell’allegoria? In effetti non mi paiono particolarmente allegoriche le sue caratterizzazioni, usano più il linguaggio mitico, che rifiuta un approccio puramente analitico. L’allegoria è forte in Lewis, mi pare, no?
    Ma Tolkien non dovrebbe farne uso, a quanto sosteneva.

  • piccic

    Chiedo scusa ma non avevo letto che l’inizio.
    Vedo ora che avete già sviscerato, e molto bene, il vero intento di Tolkien nella scelta del linguaggio, e nel rifiuto dell’allegoria. Ottimo.

    Penso che Claudio abbia perfettamente ragione, quasi su tutta la linea, e rimarco quella questione del linguaggio mitico vs. analitico, che ho letto da qualche parte (extra Tolkien, ovvio). L’essersi disabituati all’uso “binario” di entrambi i linguaggi, e modi di cogliere la realtà nel suo insieme, ha comportato l’inquietante equivoco di volere “analizzare tutto”. Abbastanza diabolichetto, Tolkien si è messo al sicuro, e senza nemmeno rompercisi la testa… 🙂

    La perdita della capacità di leggere il linguaggio mitico (e quello simbolico credo) è lo stesso motivo, mi pare, per cui tanta gente si scontra con la storicità gradualmente relativa, dell’Antico Testamento. Prendere la Genesi e analizzarla è come dare delle testate contro il muro.
    Va “letta”, veramente, e siccome gli strumenti non li sappiamo più usare, vanno recuperati.
    Così dopo riapprezzeremo di più anche le fiabe… 🙂

  • Mara nada

    Come la fate complicata!
    Leggete Berlicche, siate semplici!
    Che Handel e Palestrina e De Victoria, il meglio della polifonia di tutti i tempi, non sono adatti ai Cattolici… Ci vogliono cose semplici!!! per menti semplici!!!
    Se la vostra mente è tanto complicata da pensare che Tolkien abbia davvero sub_creato (Cosa intendete con questa parola?) i mondi di cui scrive e magari vi piacciono i suddetti autori……..Beh son c…i vostri!!!

  • shostakovich

    Mara nada

    Ma non è il cattolicesimo che preme da secoli per essere religione di stato?
    Il fascismo non era un movimento connotato da una precisa confessione religiosa, il Dio, assieme a Patria e Famiglia, è inteso nel senso di religio instrumentum regni, valore unificante a fini politici.
    Un tipo di cattolicesimo strettamento politico è quello dell’antimodernismo antidemocratico, antilluministico e reazionario alla Joseph De Maistre, secondo cui nel Papa deve confluire sia il massimo potere religioso che quello politico, che a suo dire sono una cosa sola. Un ritorno all’Ancien Régime col Papa unico re. Ma c’è anche stato un cattolicesimo di sponda opposta e persino un cattolicesimo anticlericale (vedi alla voce clericalismo del Dizionario di Politica, di Norberto Bobbio et Al.).

  • Mara nada

    Grazie shostakovich, ti dispiacerebbe ripeterlo a Berlicche?
    http://berlicche.wordpress.com/

  • shostakovich

    Berlicche queste cose le sa già.

  • ago86

    Censore, è lei?

  • shostakovich

    Ce l’hai con me?

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  • Berlicche

    Te l’ho già detto cosa sto rileggendo, Claudio?
    Esatto, il Sirmarillion (e se prendo l’abbrivio entro di slancio ne lo Hobbit ed esco da LOTR). Erano parecchi anni, ormai.

    E’ corretto quello dici sulla subcreazione, ma non posso fare a meno di domandarmi se sia proprio così diversa la Genesi tolkieniana rispetto alla nostra. Trovo che l’idea del tema musicale sia geniale per spiegare l’intento di Dio sul mondo, la creazione tramite la bellezza. E se da un lato i Valar collaborano è anche vero che di fatto non fanno che intrecciare i loro temi a quello di Iluvatar, di cui non capiscono fino in fondo la complessità. Non è dissimile tutto ciò dal ruolo delle gerarchie angeliche che troviamo in letteratura medioevale, compreso il tema della ribellione come tentativo di elaborare un proprio tema – che non sarebbe male, ed infatti daprima Eru sorride a Melkor – se non ci fosse la pretesa di sostituirsi al tema principale.

    Riguardo poi al tema cristologico, credo che in una certa maniera Tolkien sia stato forzato ad introdurlo. Se infatti in Arda sono i Valar e i Maiar l’interfaccia con il divino, è anche vero che questi sono remoti, troppo alti e soprattutto non possono concepire il tema del sacrificio. Questo tema, che è quello che in ultima analisi salva la Terra di Mezzo, è solo l’uomo che lo porta. Se vediamo bene, neanche gli elfi ce l’hanno, fino a Luthien Tinuviel…

  • claudiolxxxi

    # piccic: se dici che ho ragione su quasi tutta la linea, dimmi cos’è sotto la linea… 😉
    c’è tutta una storica discussione tra Tolkien e Lewis sulle allegorie e sulle fiabe. Del ciclo di Ransom ho letto solo il primo libro, lontano dal pianeta silenzioso, comunque va detto che Lewis è un romanziere di di grana meno fine di Tolkien – in lui la storia resta comunque strumentale al messaggio.
    Sono comunque due giganti, ma JRRT ha fatto il passo che CSL non ha voluto o saputo fare.

    # Berlicche: prima di pubblicare questo post ho chiesto alla mia medievista di fiducia se nel medioevo c’era una tradizione che attribuiva agli angeli un qualche ruolo di primo piano nella creazione / amministrazione dell’universo, lei ha detto “no”, io sono andato tranquillo… 🙂

  • shostakovich

    Chiedi alla tua medievista di fiducia se ha mai sentito parlare di correnti gnostiche neoplatoniche, in molte delle loro credenze, alcune risalenti all’epoca paleocristiana, gli angeli hanno un ruolo importante di creazione/interferenza/amministrazione del cosmo intero.

  • claudiolxxxi

    shostakovich, le dottrine gnostiche su arconti eoni eccetera, sono appunto gnostiche. Cioè sostanzialmente non cristiane, anche se possono averne l’apparenza.

  • shostakovich

    Lo gnosticismo cristiano è cristiano, come cristiani erano i catari, gli albigesi ecc.
    Il metro di paragone per affidare la patente di cristianità non è mica il cattolicesimo.

  • Denise Cecilia S.

    Piccic, usufruendo dell’ospitalità di Claudio, intanto, ti saluto anche qui e ti abbraccio 🙂

  • piccic

    @Cecilia: Grazie, meno male che qualcuno capisce il senso del Natale… 🙂

    @shostakovich: Il cristianesimo è per forza di cose “cattolico” (= universale), altrimenti non è. Dài, dismetti la veste sfiduciata, almeno per Natale… 🙂
    Prometto che vengo a leggere il libro dei Vigilanti ai tuoi bimbi l’ultimo dell’anno per farli addormentare… 😛

  • Berlicche

    Sì, gnosticismo a parte però Dio affida agli angeli le varie parti della creazione, come in Tolkien. Le sfere celesti, ricordo; e Troni, potestà, dominazioni…le gerarchie angeliche si distinguono per la vicinanza a Dio e il loro ruolo nel creato.
    La tua medievalista che probabilmente ne sa più di me dovrebbe saperlo bene (anche se per me ha preso un granchio, come le ho scritto, sulla verga fiorita…) 😉

    Anche in Tolkien in fondo i Valar si limitano a riprendere il tema musicale originale, salvo Melkor che però ne fa una scimmiottatura. E se sono loro a plasmare Arda, è però vero che sotto c’è un progetto.

  • claudiolxxxi

    Vero Berlic, però in Arda gli angeli abitano fisicamente e stabilmente, a differenza che da noi. E anche se non possono fare nulla che Eru non abbia previsto o permesso, sono dotati di una notevole libertà nello sviluppare il tema di Eru, pensa solo alla creazione dei Nani.
    Non sono esperto di angelologia (per quanto lo ritenga argomento estremamente affascinante), ma il succo del mio discorso è che il mondo sub-creato da Tolkien è così diverso dal nostro, proprio per l’assoluta – per quanto sempre volta al bene – libertà creativa di Dio, che ogni interpretazione allegorica perde significato.

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    […] E qui si sente l’influenza di Tolkien. Chi ha letto il Silmarillion si ricorderà del concetto di sub-creazione e del ruolo estremamente attivo ed importante, praticamente sub-divino, che svolgono in Arda le […]

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