L’alieno / 7

Continuo ad ospitare la storia della mia amica Sissi2002.

 – 7 –

 Ultima tappa prima dell’inizio delle terapie: la “visita collegiale”. Sono presenti il medico che ha diagnosticato la malattia (nel mio caso un ginecologo), l’oncologo che lavora in day-hospital, il radiologo, ed un paio di altri “…logo” di cui non capisco bene l’etimologia. Io arrivo con il plico di tutta la documentazione in mio possesso, che comincia ad assomigliare ad un faldone dei processi dell’Antimafia.
La notizia buona è che dalla P.E.T. sembra proprio che non ci siano, al momento, cellule tumorali in circolo, alla ricerca di un luogo simpatico dove eleggere la residenza. La notizia cattiva è che il tumore non sarà operabile nemmeno in un secondo tempo, data l’estensione. Dalla risonanza magnetica “pare” inoltre ipotizzabile un’infiltrazione in vescica, il che, stando all’arido lessico della diagnosi scritta, “muterebbe la prognosi, ma non la terapia iniziale”. I dottori traducono in idioma comprensibile al volgo: sì, forse la stadiazione non è un III A come auspicato (io veramente quello che auspicherei, potendo scegliere, sarebbe di non trovarmi qui); forse è a livello IV A, forse …, forse.
In ogni caso, al momento non è il caso di fare ulteriori accertamenti, tanto la terapia iniziale sarebbe la stessa: meglio partire con le cure e poi valutarne gli effetti dopo il primo ciclo. Esco con ulteriori fogli e moduli per la prenotazione di un ciclo di chemioterapie ed uno di radioterapie. Due medici, che evidentemente si sono immedesimati nel ruolo di poliziotto buono/poliziotto cattivo, mi congedano con due frasi abbastanza significative. La prima: “mi raccomando, affronti seriamente la cura: tenga presente che non sarà una passeggiata”. La seconda: “E si ricordi che l’obiettivo che ci siamo posti è la guarigione”. Decido di non lasciarmi terrorizzare dalla prima e di non farmi illudere dalla seconda.

Nel frattempo il mio amico Alieno, naturalmente, non se ne è stato buono e tranquillo. Il solito dolore sordo e fastidioso, che diventa acuto ogni volta ci si reca in bagno per una “semplice” minzione (e naturalmente tutti raccomandano di bere molto, almeno due litri al giorno. Poi però gli ovvi effetti dell’assunzione di liquidi sono di mia esclusiva  e poco piacevole competenza). Qualche crampo, tutto sommato sopportabile. Io continuo a parlargli, soprattutto quando torno a casa dal lavoro a tarda sera. Sono convinta che, essendo parte di me – per quanto indesiderata – in qualche modo possa sentirmi. So che le mamme in attesa dialogano con i loro bambini, e nessuno si sognerebbe mai di considerarle fuori di testa.
Nel mio caso, ovviamente, la situazione è ben diversa. Ma c’è qualcosa in comune. Anche qui c’è una forma vitale che cresce, autonomamente ed indipendentemente dalla mia volontà. Ma in questo caso si tratta di un’entità malvagia, che non deriva dall’amore e che non è dotata di anima e di spirito, per cui non potrà mai imparare cosa sia l’amore. Che sia generata dal caso, da fattori ambientali, genetici, comportamentali, credo sia fondamentale per chi si occupa di ricerca scientifica ma poco importa al presente, il “mio” presente. Il punto è che questo Alieno esiste, e come il più fanatico dei terroristi kamikaze ha un unico scopo: distruggere l’organismo che lo ospita, anche se così facendo ucciderà se stesso.

“Ok, amico. Siamo tu ed io, adesso, e possiamo anche parlarci chiaro. Hai commesso un grave errore. Sei forte, sei prepotente, ti senti invincibile … e sei venuto allo scoperto troppo presto. Chissà, forse se avessi infiltrato qualche tuo emissario in giro per l’organismo, tenendoti accuratamente al coperto, ce l’avresti anche potuta fare. Invece no, hai fatto il gradasso anzitempo, ed ora mi sa che stai per pagarla cara. Ti sto preparando un contrattacco che Desert Storm al confronto sembrerà una partita di Risiko giocata da principianti. Sai su cosa mi stai facendo riflettere? Sulla “canna pensante” di cui parla Pascal. Puoi distruggermi, quasi certamente prima o poi ce la farai, ma io sono più forte di te, perché so di esistere, e comunque vadano le cose so che IO TI SOPRAVVIVERÒ.”

 (continua)


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