La grande marcia della distruzione intellettuale…

…terminerà.
Non potrà non terminare, perchè si basa su una bugia.
Proseguirà fino al suo apice. Seguirà l’inevitabile declino.

 Allora inizierà una una nuova grande marcia. La marcia della ricostruzione intellettuale. La marcia del ritorno alla realtà.
Tutto ciò che è reale sarà affermato.
Tutto ciò che non è reale sarà negato.
Ridiventerà ragionevole affermare le pietre della strada; ridiventerà un dogma fideista negarle.
Sarà di nuovo una forma dissennata di misticismo dire che siamo tutti immersi in un sogno; sarà di nuovo razionale asserire che siamo tutti svegli.

Noi saremo lì.
Attizzeremo i nostri fuochi per testimoniare che due più due fa quattro.
Sguaineremo le nostre spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
Noi ci ritroveremo a difendere non solo qualcosa di veramente credibile, come le virtù e la sensatezza della vita umana; cose che sono veramente credibili, perché SONO VERE; ma noi difenderemo qualcosa di più credibile ancora: questo immenso, evidente, evidente, EVIDENTE universo che ci fissa in volto.

Combatteremo per i prodigi visibili precisamente PERCHÈ SONO VISIBILI.

Guarderemo l’erba e i cieli straordinari con un coraggio più straordinario ancora.

Perchè noi saremo coloro che hanno visto.
E PROPRIO PER QUESTO hanno creduto.


34 responses to “La grande marcia della distruzione intellettuale…

  • shostakovich

    Ci vedo molto bene Nichi Vendola fare questo accorato discorso da un palco.

  • lightswarrior

    L’ha ribloggato su Il Guerriero della Luce.

  • Anonimo

    Ringraziamo il Cielo (e Chesterton) perchè noi la tristezza la constatiamo; loro se la portano dentro e ne moriranno (se non si convertiranno).

  • barbarigo

    Chesterton e Tolkien aleggiano….

  • ClaudioLXXXI

    Sì, in questo periodo mi sento molto chestertoniano. E mi ricordo ogni giorno di quella profezia.

  • b@cd.ef

    è stato contagiato dal neorealismo di Ferraris?

  • shostakovich

    Trovo indicativo che l’appello retorico di Chesterton – come anche quello del post – si presto a qualsiasi oratore stia sostenendo la qualunque cosa. Anche in bocca a Mussolini, per dire. Provate a immaginarlo… Italiani! Combattenti di cielo, di mare, dell’aria! Camicie nere della rivoluzione! La grande marcia della distruzione intellettuale… Fortissimamente terminerà! ecc. È una retorica talmente vuota di argomenti che può impiegarla chiunque pretenda di possedere la chiave del reale e del vero, declinandola come gli aggrada (ma sostenendone l’assolutezza!). E alla prima obiezione basterà rispondere “No! La verità è la mia, tu non la vedi!” ecc. Sarà per questa sua vacuità prêt-à-porter che l’appello di Chesterton è ripetuto ad nauseam, come un mantra.

  • b@cd.ef

    Sul blog di Gianni Vattimo, sotto l’articolo dedicato a Spinoza, potrebbe portare il suo interessante contributo.

  • cinas

    dovrei trovarlo, ma c’era un estratto di un discorso di Hitler dove le parole erano quasi le stesse.
    Sicuramente era identica la sicurezza della verità (anzi, della VERITA!)

  • ClaudioLXXXI

    tristezza, io speravo di suscitare paragoni con Al Pacino in Any Given Sunday

  • 2+2=4

    Curioso come, pur di non leggere o di far finta di non capire , ci si lanci in paragoni (Mussolini e Hitler) che coprono letteralmente di ridicolo e tolgono ogni oncia di credibilita’ a chi li fa….grazie. Non che ce ne fosse bisogno, ma grazie.

  • shostakovich

    Ma cara addizione, è proprio perché quel testo è stato letto e capito che se ne può smascherare la vacuità e l’apparenza. Il paragone serve proprio a dimostrare entambe le cose per mezzo di una loro applicazione. Ridicolo sarebbe non rendersene conto e salivare ciechi di fronte a parole vuote ma continuamente ripetute.

  • cinas

    volevo soltanto far notare come lo strillare che “la (mia) verità è la Verità!” è comune a tanta gente.

    Claudio, Al Pacino contemplava proprio una situazione opposta: dove puoi vincere o perdere, non dove sai che non puoi che vincere.

  • cinas

    ci deve essere un mio commento in spam.

  • Denise Cecilia S.

    Non riconosco per la verità se questo è un estratto di Chesterton o una tua parafrasi, riscrittura; è evidente in ogni caso che, pur non contenendo esso stesso degli argomenti, si rifà alle vagonate di argomenti che l’autore suddetto porta nei suoi libri – non solo per dar senso ad una specie di chiamata alle armi, ma anche semplicemente per sostenere le proprie tesi, che motivano la “chiamata”.
    Ciò che non capisco è perché, a che pro, limitarsi a riportare questa invettiva (anche se qua e là grassettata) senza commentarla.
    Il punto sta forse appunto nel VEDERE, accorgersi del grassettato IN EVIDENZA, capire che quelle parole racchiudono il significato di tutto lo scritto e, cogliendo quel significato, CREDERVI perché non si può fare altrimenti, a meno di negare appunto l’evidenza?
    O avevi soltanto voglia di ribadire il punto?
    (Scusa eh, m’è venuto il dubbio perché di solito non sei un tipo ermetico).

  • shostakovich

    Il discorso di Chesterton parafrasato e senza fronzoli:

    La nostra ortodossia è messa in pericolo da analisi, osservazioni e ragionamenti non allineati a quella. Quindi, cominciamo subito col delegittimare i non allineati dicendo che essi negano la realtà e l’evidenza, che negano la verità, a prescindere dal fatto che essi portino prove a loro favore. Accusiamoli di distruzione intellettuale. Sono tutte frasi che fanno effetto, soprattutto se scritti in grassetto. Diamo anche l’impressione che ciò che noi sosteniamo è ovviamente la verità e la realtà, mentre chi sostiene altro sta negando l’una e l’altra. Basterà asserirlo. Poco importa che i non allineati non stiano davvero negando la realtà, poco importa che essi stiano solo proponendo uno sguardo sulla realtà meno superficiale. Noi insisteremo dicendo che essi negano, che ci faranno la guerra, che si combatterà per affermare l’ovvio (cioè quel che noi sosteniamo, ovvio!). Sarà sufficiente ripetere questo mantra all’infinito. Dobbiamo insistere dicendo che ci si deve credere e non si può fare altrimenti, così annulliamo ogni loro obiezione. Che ce ne importa se poi fosse un’obiezione valida? A noi interessa salvare l’ortodossia, siamo reazionari e conservatori, per dinci! E se ci chiedono di giustificare i nostri discorsi, rispondiamogli: non lo vedi che sono evidenti? E se ci chiedono altre spiegazioni, accusiamoli di cecità e negazione dell’evidenza. Vi assicuro che funziona!

    Ché poi cosa c’entrano gli argomenti (ma quali? e a proposito di cosa?) di Chesterton sparsi nei suoi libri se alla fine il suo appello può essere usato in qualunque occasione irrelata, anche senza dichiararla, come in questo caso. Donde il vuoto che essa veicola.

  • ClaudioLXXXI

    “2+2=4”, grazie. Ogni tanto ricevere un commento positivo, in mezzo a tante trollate, risolleva il morale.

    Cinas, i tuoi commenti continuano a finire in spam e non riesco a capire perché. Vorrà dire che controllerò sempre lo spam.

    Cecilia, quel brano di Chesterton conclude il suo libro “eretici”. Chesterton profetizzava un’epoca in cui il soggettivismo – di cui un secolo fa vedeva i primi vagiti nella società di massa – si sarebbe spinto a livelli un tempo inimmaginabili. Noi stiamo entrando in quell’epoca e puoi trovare spesso citato quel brano qua e là in internet.
    In questo periodo penso molto spesso a quel brano, lo sto usando per scrivere una cosa, non esattamente un racconto, e a un certo punto mi è venuto spontaneo “rigirarlo”, per così dire. Il post è più uno “sfogo” che un discorso come mio solito.
    Chesterton diceva che l’epoca della pazzia collettiva sarebbe presto iniziata. Io volevo esprimere che avrà, oltre che un inizio, una fine.

  • Denise Cecilia S.

    Got it.

  • Berlicche

    L’incredibile vacuità di tanti che la REALTA’ ormai l’hanno smarrita da un pezzo, e cercano di seppelllire con parole vuote ogni EVIDENZA che possa ricordargliela.
    I distruttori intellettuali. Poveretti.

  • shostakovich

    Ottimo autoritratto, Berlicche.

  • Federico Fasullo

    Fa ridere perché ha ragione shosta, si applica perfettamente al tuo caso.

  • Gilles De Rais

    Perchè la non-verità di shosta dev’essere vera, mentre la verità vera non può esserlo? Nemmeno un dubbio? Tetragono davvero per essere uno scettico.

  • shostakovich

    Gentile maresciallo De Rais, vi so in ambasce per certi problemucci con il braccio secolare, ma ciò non vi discolpa dall’insinuare cretinerie, stante che non ho parlato di verità sonoramente ammaiuscolate e col piglio di chi pretende di conoscere l’essenza di quanto nell’universo si squaderna, bensì, e con le cautele che si debbono a chi interpreta un testo, dell’uso e l’abuso della parola “verità”, con cui voi sì sgraziatamente sentenziate. Assicuratevi che insaponino ben bene il cappio.

  • Gilles De Rais

    Peccato che un simpaticone come te perda tempo con filosofie decotte. In ogni caso preferisco i roghi!

  • shostakovich

    Peccato che un simpaticone come te perda tempo con filosofie decotte.

    Avete ragione, maresciallo, la filosofia cattolica è bell’è sbollita, ma il tempo non è sempre perso.

  • Gilles De Rais

    ah! Il problema è il cattolicesimo … capisco ….

  • shostakovich

    Egregio maresciallo, se si parla di Chesterton e Chesterton è un cattolico, non è questione di “problema” ma di contesto specifico. Capite, marescià?

  • Gilles De Rais

    GKC scrisse queste cose molto prima di diventar cattolico; le scrisse e poi ne trasse le conseguenze.
    auguri

  • shostakovich

    Maresciallo eccellentissimo, mi sorprendo della vostra miopia! Per esempio, se in una discussione sulla filosofia tomistica (che è cristiana e maxime cattolica), si parlasse di Aristotele, senza il quale il Bue Muto sarebbe poca cosa, voi verreste a dire che Aristotele non era cattolico? Eppure, anche Aristotele, ex post facto, diventa un pezzo della filosofia cattolica. Vuole che non lo sia anche Chesterton, sia pure solo come intellettuale? E sì che il Chesterton è citatissimo per lo più fra i cattolici, i quali non si peritano di volerlo una voce cattolica anche prima della formale conversione. Consideri questo blog, consideri questo post. Fanno male i cattolici a prendere dal Chesterton precattolico? Io non lo so, ma il contesto ove ciò avviene è cattolico, non ci piove. Tra l’altro, lo dite voi stesso che che “le scrisse e poi ne trasse le conseguenze” e la logica deduttiva ci insegna che le conseguenze sono già nelle premesse, e se voi dite il giusto, egli era in qualche modo cattolico anche quando scrisse Eretici. Del resto, quella sua retorica non mente!

    Stia bene.

  • Gilles De Rais

    Non sempre le premesse contengon già le conseguenze. Si chiama conversione: quello che Aristotele non poteva fare per ovvi motivi, quello che Chesterton ha coraggiosamente fatto. Quello che auguravo a Lei.

    Alla prossima.

  • shostakovich

    La conversione come atto di coraggio… Il coraggio. Parola saporita, apprezzatissima in un certo modo di discorrere, come l’onnipresenza del parmigiano sulla pasta. Ma il buon gourmet non si lascia ingannare dagli esaltatori di sapidità.

    Questo spero lo apprezziate almeno voi.

  • LidiaB

    Gentile Shostakovich, ho letto con interesse la presentazione del sito da Lei segnalato nel suo commento precedente; l’ho trovato assai istruttivo, ma non ho potuto fare a meno di notare che gli esempi riportati per illustrare i vari generi di fallacia fanno spesso riferimento a un’area “politico-etica” ben definita. Ma probabilmente è dovuto al fatto che i cattolici di destra fanno man bassa di fallacie (quindi sicuramente anche il mio commento e fallace, mi scuso per questo).
    Un modo di premere il bottone comune a tante persone che conosco: la preghiera, che per noi ha sempre effetto. Prego per Lei, Claudio, perché la sua pazienza non si esaurisca mai, e per tutti i frequentatori, perché possano trovare la verità che vanno cercando. Grazie.

  • shostakovich

    Cordiale LidiaB,

    Ma probabilmente è dovuto al fatto che i cattolici di destra fanno man bassa di fallacie (quindi sicuramente anche il mio commento e fallace, mi scuso per questo).

    Potrebbe anche darsi, ma lei con il suo:

    ma non ho potuto fare a meno di notare che gli esempi riportati per illustrare i vari generi di fallacia fanno spesso riferimento a un’area “politico-etica” ben definita

    cosa vorrebbe dire? Quello, a suo dire, è un sito poco cattolico e poco di destra. Dunque? Stia attenta perché se è come penso, il suo argomento corroborerebbe l’ipotesi (sua) che ho riportato all’inizio di questo commento. L’analisi del rovesciamento insensato di Chesterton mi pare stia in piedi a prescindere.

  • LidiaB

    In realtà segnalavo una curiosità che mi ha fatto pensare che la pretesa di obiettività è rischiosa… Ma la vita stessa è rischio. Ad ogni modo l’ho trovato interessante, compresa l’esegesi sul brano di Chesterton.

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