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libri agosto 2011

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(rubando l’idea da qui)

Storia della letteratura del terrore – il “gotico” dal Settecento a oggi, di David Punter.
Comprato l’anno scorso da una bancarella che vendeva tutto a 3 euro. A volte un po’ troppo nozionistico, e la chiave di lettura onnicomprensivamente psicoanalitica non mi convince mica tanto, ma in definitiva – se si riesce a passare sul gravissimo difetto di deprecare Lovecraft al punto da definire la sua prosa “rozza, ripetitiva, leggibile dietro coercizione” – interessante e utile.
Qualche anno fa avevo letto un mammuth newton compton con i classici romanzi gotici –  Il castello di Otranto, Il monaco, L’italiano o Il confessionale dei Penitenti Neri, Melmoth l’uomo errante – e avevo scoperto una cosa che a scuola nessuno mi aveva spiegato, cioè che molti di questi libri erano intrisi di pura propaganda anticattolica (la sadicissima inquisizione, il convento-prigione, il monaco che inevitabilmente si eccita guardando le tette delle sante, etc.). Si trattava di un giudizio fondamentalmente veritiero, ma  riduttivo: leggendo questo libro ho scoperto che il gotico inglese ha avuto molte altre sfaccettature.
Da rileggere.

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I.N.R.I., di Michael Moorcock.
Delusione al cubo. Mi aspettavo molto di più da un romanzo con questa copertina (tanto per confermare il proverbio).
In sintesi, il protagonista è un nevrotico religioso (endiadi, ovviamente) che si procura una macchina del tempo e torna indietro per incontrare Cristo; dopo aver scoperto che il Gesù storico era solo uno scimunito deforme figlio di una sgualdrina, comincia a girare per la Palestina e impersona lui stesso il messia – tanto lo sanno tutti che i vangeli sono chiaramente stati scritti secoli dopo i fatti – fino a farsi crocifiggere.
Ma tutto questo impallidisce di fronte al vero peccato del libro, cioè quello di essere mediocre proprio come libro: lo stile è ridondante, le descrizioni sono assenti, non c’è alcun approfondimento psicologico dei personaggi diversi dal protagonista, e pure quest’ultimo alla fine non si capisce affatto perché faccia quello che fa, a parte (chiudere il loop del paradosso temporale e) l’essere nevrotico, che però non è granché come spiegazione.
Insomma, fondamentalmente il libro serve solo a spalare un po’ di escrementi sul cristianesimo e sui fessi che ci credono. Obiettivo editorialmente ineccepibile, ma io rimpiango i miei 5,5 €.

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Scorrete lacrime, disse il poliziotto, di Philip K. Dick.
Molto bello, anche se deve essere il ventesimo o giù dei libri dickiani che alla fin fine si basano tutti sullo stesso plot device. Proseguo comunque nella lettura dell’opera omnia di PKD e ne traggo enormi soddisfazioni.

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C’è nessuno?, di Jostein Gaarder.
Una favoletta. Si legge in fretta, non si sente il bisogno di rileggerla.

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Paura degli stranieri, di E. C. Tubb.
Due racconti di fantascienza, niente di che.

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Il teologo e l’economia – L’orizzonte economico di Bernard Lonergan, di Natalino Spaccapelo SJ, Michele Tomasi, Frederick G. Lawrence.
Si tratta di uno dei tanti libri comprati, grazie all’intermediazione di sissi2002 che non ringrazierò mai abbastanza, ad euro 1 da una favorevolissima svendita bibliotecaria. La prima parte descrive sinteticamente il pensiero di Bernard Lonergan (il teologo preferito di cabasilas e poemen), con particolare riguardo alla sua gnoseologia del M.E.G. – Metodo Empirico Generalizzato; la seconda e la terza parte approfondiscono il suo pensiero macroeconomico (ma approfondiscono sul serio; anzi, molti concetti li ho trovati così tecnici e specialistici da essere ben al di là della mia capacità immediata).
Da rileggere e da studiare.

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A Dance with Dragons, di George RR Martin.
Il quinto libro del ciclo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco (cfr apposito post di Berlic). Molto bello (finalmente sappiamo che fine ha fatto quel personaggio, e quello, e anche quell’altro!) ma non eccelso in quanto soffre un po’ la scelta disgraziata di splittare le storylines dei personaggi tra quarto e quinto libro (GRRM, ma come ti è saltato in testa?).
Fondamentalmente Martin ha fatto per il fantasy quel che Herbert aveva fatto per la fantascienza, cioè ha demitizzato: come nell’universo narrativo di Dune non conta granché la tecnologia futuristica, che anzi è pressoché assente, allo stesso modo il fantasy di ASOIAF è pochissimo fantasy: non conta la magia ma i personaggi, le storie, le complicate guerre a tre-quattro-dieci-n fazioni diverse. E il risultato si vede.
Appuntarsi post contro il manicheismo – la divisione tra buoni e cattivi non è una linea netta ma attraversa il cuore di ogni essere umano – portando ad esempio il personaggio di Tyrion.

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Terra imperiale, di Arthur C. Clarke.
Noiosissimo. Dopo le prime pagine la storia diventa veramente piatta, tra risvolti pseudo-gialli e rimpianti d’amore giovanile che non suscitano nessun interesse. In sostanza è solo un panino narrativo da riempire con descrizioni scientifiche, il tutto sullo sfondo della solita tecno-soteriologia clarkiana così ingenua da far quasi sorridere (zero religione + Progresso scientifico + promiscuità sessuale = mondo perfetto tutti felici), che manco i più positivisti degli illuministi settecenteschi.
Niente, Clarke non lo reggo proprio.

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Lettera a un amico antisionista, di Pierluigi Battista.
Premessa: sono un essere spregevole e ripugnante.
Sono un lettore a scrocco: passeggiavo per la libreria, ho visto il libro sullo scaffale, ne ho constatato lo scarso spessore e… beh… mi sono accomodato su una poltroncina e me lo sono letto tutto lì in loco, in un’oretta scarsa, per poi riporlo sullo scaffale e andarmene tranquillamente col portafoglio intatto.

Se Pierluigi Battista passa da queste parti, ha tutto il diritto di incazzarsi.
Detto questo, il libro è molto utile e interessante, vuoi sul piano teorico (relazione tra antisionismo e antisemitismo: il primo non è il secondo, ma tende a diventarlo) vuoi sul piano storico (l’autore ricorda tutta una serie di episodi, la nave Altalena, l’omicidio del piccolo Stefano Gay Tachè, la tortura di Ilan Hamili, etc., che spesso passano in secondo piano nella stampa e nel sentire comune).
Può essere un utile regalo di compleanno: breve com’è, magari il donatario se lo legge davvero.

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Vennero dal futuro, di AAVV.
Il Millemondi Urania di quest’estate. Però stavolta la maggior parte dei racconti mi è sembrata, con poche eccezioni, abbastanza mediocre.

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Ritrattazioni, di Carlo Falconi.
Tuttora in lettura. Un altro dei libri a 1 € comprati grazie a sissi2002 (grazie). È un libro anomalo: l’autore è un personaggio strano, uno spretato del post concilio (ha anche scritto dei libri per la Kaos edizioni contro Pio XII e Paolo VI), insomma un tipo mezzo Kung mezzo Mancuso per intenderci. Sennonché nell’introduzione del libro, che parla fondamentalmente del Concilio Vaticano II e del il casino che ne è seguito (il libro è degli anni ‘70), costui afferma di voler criticare gli “eccessi” progressisti e ritrattare, appunto, certe sue idee espresse pubblicamente.
Per adesso sono alla prima metà. Giudizio compiuto al prossimo post.