Matrix explained

Matrix explained

      

Mi accingo, prima di desistere dal blog per un paio di settimane e rinchiudermi nella mia torre d’avorio causa studio, a pubblicare qui la mia personale interpretazione di quella trilogia che sette anni fa sconvolse il cinema di fantascienza, tre anni fa tenne mezzo mondo col fiato sospeso, e infine provocò alte voci di protesta che gridavano all’unisono: “Ma che accidenti vuol dire tutto questo casino? Ridateci i soldi!

Il primo Matrix fu un successo eccezionale, acclamato quasi unanimemente come un capolavoro. Il secondo (Matrix Reloaded)  divise il pubblico in maniera quasi netta tra delusi ed entusiasti. Il terzo (Matrix Revolutions) fu bollato da quasi tutti come un disastro: un blockbuster pieno di inutili effetti speciali, confuso e pretenzioso.

Ritengo di dover fare giustizia di queste accuse immeritate e sostengo fermamente che la saga ha avuto una dignitosa conclusione. E se il capitolo finale è stato tanto sottovalutato, è perché pochi sono stati capaci di seguire i visionari fratelli Andy e Larry Wachosky là dove sono andati. Dunque proverò a esporre la mia interpretazione della saga, basata in gran parte sul concetto di libero arbitrio. Un’interpretazione fortemente cristologica, anche se bisogna tuttavia avvertire che i registi hanno mischiato il nucleo teologico cristiano con vari elementi di sincretismo e di gnosi.

Con l’ammonimento che, naturalmente, seguono rivelazioni dettagliate sul contenuto dei film, che dunque è consigliabile aver già visto.

  

La cosa che più infastidisce coloro che si sono sentiti delusi dalla conclusione della trilogia, suppongo, è che la tanto agognata spiegazione dei poteri di Neo non c’è.

Non è spiegato come fa, all’inizio di M3, a entrare dal coma in un limbo tangente Matrix dominato da un traghettatore lurido e sporco (Caronte?) che fa il nocchiero al servizio del Merovingio: al limite si può ipotizzare una sorta di “connessione wireless”.

Non è spiegato come sia scientificamente possibile che Mr Smith, un programma impazzito, possa girare su Bane utilizzandolo come un qualunque hard disk: si può soltanto pensare che la lunga permanenza nella Matrice degli esseri umani ne abbia parzialmente alterato la struttura cerebrale (la cosa non è impossibile: nel cortometraggio Il secondo Rinascimento, uno dei nove Animatrix, ci viene detto che le Macchine fecero ricorso all’ingegneria genetica per rendere gli esseri umani pienamente compatibili con la gigantesca simulazione virtuale).

Non è spiegato come fa Neo ad avere dei poteri nel mondo reale: fermare le sentinelle, incendiare i robot mentre lui e Trinity vanno alla Città delle Macchine, e percepire nonostante la cecità Mr. Smith e le Macchine come fuoco e luce. Posso solo supporre che nell’uomo ci siano facoltà latenti, forse poteri ESP, e che Neo abbia compiuto il salto qualitativo che permette al suo cervello di usarli proprio in quanto era “abilitato” già nella Matrice a fare cose simili.

La verità è però che una spiegazione razionale, al punto in cui si è spinta la trilogia, è l’aspetto che m’interessa di meno. Non mi serve più. Nel primo film i registi avevano spiegato tutto il tessuto dell’universo in termini informatici; nella fine del secondo cambiavano improvvisamente le carte in tavola e lasciavano tutti ad arrovellarsi “com’è possibile? Come lo spiegheranno?” E loro nel terzo film non hanno spiegato nulla e hanno giocano tutti: con Matrix Revolutions i Wachosky sono passati quasi esplicitamente sul piano del mito e della teologia. Del resto appare a questo punto chiaro come ogni film si ricolleghi ad una delle tre virtù teologali: il primo è la fede nella profezia e nell’Eletto; il secondo è la speranza che la guerra finalmente finisca; il terzo è  la carità, l’amore, che molti personaggi assumono dichiaratamente a movente per le proprie azioni, a partire dal personaggio iniziale del padre di Sati (che serve anche per alludere al concetto orientale del karma, che però poi non è particolarmente sviluppato).

        

Mr. Smith, un programma ribelle, rappresenta Satana.

Sappiamo che nella teologia cristiana Dio è la personificazione dell’amore (in quanto Trinità, come scrive Sant’Agostino, in cui il Padre è amante ed il Figlio è amato che ama a sua volta e lo Spirito è l’amore che procede da entrambi); e l’individuo, amando ogni altro prossimo suo come sé stesso, gli diventa in certo senso simile (può “indiarsi”) ma comunque conservando la propria distinta individualità (“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”).

Viceversa, mentre Deus Caritas Est, il Diavolo è il primo e il più grande di tutti gli egoisti. Satana incita l’uomo a coltivare il proprio egocentrismo, il “Culto di Sé” (l’adorazione di sé stessi, “diventerete come Dio” in un senso ben diverso dall’indiarsi cristiano), perché noi siamo il suo cibo. Coltiva il nostro Ego come un allevatore ingrassa il maiale che poi divorerà. Come scrive il diavolo Berlicche nelle Lettere di Berlicche di C.S. Lewis: “Alla fine dei tempi non ci sarà nulla nell’universo che non appartenga al Nemico o a Nostro Padre”, ovvero rispettivamente Dio e il Diavolo.

Ora, Mr. Smith è questo concetto teologico tradotto in linguaggio informatico: un virus che vuole occupare l’intera Matrice, moltiplicandosi e replicandosi, assorbendo ogni individuo finché tutto e tutti, ogni singolo byte, siano sotto il suo controllo. A questo punto il suo Io coinciderebbe con il Tutto, il suo essere sarebbe l’Essere. Egoismo puro. Lo diceva già all’inizio di M2: “Voglio tutto”, dice Smith a Neo. Allo scontro finale tra i due assistono migliaia, forse milioni di Smith. “Questo mondo è mio”, esclama a un certo punto il principe di questo mondo

Mr. Smith dal ghigno satanico è il Diavolo visto nel suo aspetto di ribellione, l’angelo caduto. E si comprende a questo punto il significato della locandina in cui, mentre Smith vola, i fulmini dietro di lui sembrano le ali di Lucifero.

      

Il Merovingio e Persephone sono altri simboli del Male.

Il Merovingio è un particolare aspetto della sete di potere. I Merovingi erano i re francesi, la cui dinastia fu spodestata dai Carolingi, ricordati anche come “i re fannulloni” per la vita gaudente e dissoluta che pare conducessero. Ed anche questo personaggio risponde alle caratteristiche: il Merovingio, assetato di potere e di piaceri, gestisce l’HELL CLUB. Il suo discorso in M2 è la negazione del libero arbitrio, la glorificazione del puro determinismo: “azione e reazione”, nessuno è libero, esiste unicamente la rigida causalità che muove le persone ed il potere di chi prevede e controlla questa causalità: la ragazza bionda crede di aver deciso da sé di andare in bagno, ma la sua libertà è solo un’illusione causata dal fatto che ignoriamo le vere causalità che ci muovono meccanicisticamente su binari predeterminati.

Persephone è la lussuria, la voglia smodata di emozioni. Dapprima vestita di bianco, sembrava rimpiangere l’amore che suo marito non le dedicava più, e cercava di aprirsi un varco nell’animo di Neo con un bacio… in M3 è vestita di rosso, con l’ampio décolleté lascivamente più esposto di prima. La regina dell’Inferno, di nuovo affianco al potente marito.

            

Seraph, a cui il Merovingio ha detto “l’angelo che scende all’inferno… ora non hai più le ali”, Seraph che risponde “ti ho già battuto una volta” a Smith! Non è facile capire chi rappresenta?

Racconta la tradizione che all’atto della sua ribellione Lucifero ingaggiò battaglia con San Michele, l’angelo generale delle armate celesti, e dopo la sua sconfitta fu cacciato dal Paradiso (si consiglia su questo argomento la lettura del sesto libro del Paradiso perduto di Milton). Ora, nella classificazione delle categorie angeliche vengono individuate nove tipologie: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini.

Questi ultimi sono i più potenti (la comune designazione di San Michele come arcangelo è conseguenza di un errore di elencazione, si dice dovuto ad Isidoro di Siviglia), hanno tre paia di ali (e forse vogliono dire qualcosa le tre paia di pistole con cui  si proteggono Seraph, Mopheus e Trinity mentre irrompono nell’Hell Club) e, poiché sono i più vicini al fuoco divino, bruciano perennemente di quell’ardore inestinguibile (in M2 Neo,  incontrando Seraph, vedeva i suoi codici del color oro infuocato).

        

L’Architetto. Complicatissimo personaggio. Questo nome ricorda l’Architetto della massoneria, il Grande Orologiaio che ha costruito l’universo come un meccanismo perfetto, capace di andare avanti da solo proprio come un orologio (una delle critiche mosse dal cristianesimo a questa visione consiste appunto nel fatto che questo deismo di facciata, raffigurante una divinità lontana che si è limitata a “dare la carica”, si traduce in realtà un ateismo pratico molto comodo). In realtà vedremo più avanti che l’Architetto rappresenta anche, in una chiave interpretativa gnostica, il Demiurgo (e non c’è bisogno di dilungarsi sui nessi tra massoneria e gnosi).

L’Architetto è davvero una sorta di Grande Orologiaio: il suo lungo discorso alla fine di M2 ( un capolavoro di commistione tra filosofia e matematica, così fondamentale per la comprensione della saga che ho pensato bene di riportarlo in fondo a questa interpretazione) esprime appunto il bisogno di creare una equazione perfettamente bilanciata e compensata. Ma questo progetto è irrealizzabile, perché è impossibile far vivere gli esseri umani in un mondo completamente determinato. Mr. Smith in M1 aveva confidato a Morpheus: “Lo sai che la prima versione di Matrix era un mondo perfetto, senza sofferenze, malattie, contrasti sociali? Nessuno invecchiava, tutti avrebbero dovuto essere felici. Fu un disastro. Perdemmo centinaia di raccolti.

La Matrix inizialmente progettata era dunque un mondo perfetto: ma in esso gli uomini erano privati del libero arbitrio, la possibilità di scegliere il male, e perciò non vi si adattavano. Ecco un altro concetto fortemente cristiano: il libero arbitrio è ineliminabile, un mondo in cui il libero arbitrio non esiste è insopportabile dall’uomo, e questo comporta la triste conseguenza che anche il male è ineliminabile.

            

Intervenne a questo punto l’Oracolo. Chi è? Quando Neo si riferisce a lei chiamandola in questo modo, l’Architetto fa una smorfia. Da razionalista determinista qual è, non ama quel nome di sapore misticheggiante e non prova simpatia per quello che definisce “un programma intuitivo”.

L’Oracolo, lo sappiamo fin dal primo film, è un programma che predice il futuro. Ma non con i metodi dell’Architetto, cercando di predeterminare gli eventi. Se l’Architetto ricorda in certo senso Ananke,

la Necessità dei greci (rigido determinismo), l’Oracolo è piuttosto come

la Pizia del santuario di Apollo a Delfi: indica una futura scelta da fare e allude (mai chiaramente) alle future conseguenze di ogni possibile scelta, lasciando comunque la scelta a chi deve compierla, e “ti dice quello che hai bisogno di sentirti dire”. Questo comporta che neppure l’Oracolo ha l’onniscienza totalr, perché “nessuno può vedere al di là delle scelte che non gli sono chiare”.

L’Architetto vede il libero arbitrio come fumo negli occhi, ed è costretto suo malgrado ad un sistema che lo tollera; l’Oracolo esalta il libero arbitrio ed aiuta gli uomini a prendere le proprie scelte con cognizione di causa, come indica il motto che campeggia nella sua cucina: “conosci te stesso”, un motto attribuito a Talete, primo filosofo greco (un’opera filosofica come Matrix non poteva prescindere dalle radici elleniche della filosofia occidentale).

L’Architetto sfruttò dunque le capacità dell’Oracolo per riprogrammare

la Matrice : “Come ho detto, lei trovò per caso una soluzione grazie alla quale il 99% dei soggetti testati accettò il sistema a condizione di avere una scelta, anche se la consapevolezza di tale scelta era a livello quasi inconscio. Benché la trovata funzionasse, era fondamentalmente difettosa dato che di fatto generava quella contraddittoria anomalia sistemica che se non controllata poteva minacciare il sistema stesso. Ergo, coloro che lo rifiutavano, e parliamo sempre di una minoranza, lasciati senza controllo potevano costituire una crescente probabilità di disastro.

L’anomalia sistemica incontrollata generava l’Eletto nella matrice, come la divisione di un numero periodico genera sempre un resto. In M1 Morpheus, spiegando a Neo quella faccenda dell’Eletto, aveva vagamente parlato di un suo predecessore (“cambiava le cose in Matrix, fu lui a liberare i primi di noi…”) di cui l’Oracolo aveva profetizzato il futuro ritorno. Un avvicendamento che in realtà fa parte del piano: l’Architetto, costretto a tollerare il libero arbitrio degli uomini, lo ha piegato ai suoi scopi e lo ha strumentalizzato per fare periodicamente il reload del sistema, con la ciclica distruzione e rifondazione di Zion, mentre la guerra non avrà mai fine (la guerra è vita, la pace è morte, diceva Eraclito). In questo modo i Wachosky hanno introdotto nella saga un altro concetto ricorrente della filosofia: l’Eterno Ritorno.

Quello che vediamo nella trilogia è il sesto ciclo, che però contrariamente alle intenzioni dell’Architetto è anche l’ultimo: poiché, per la prima volta, le sue previsioni si rivelano inesatte. Alla fine del suo discorso in M2, aveva predetto a Neo che non si sarebbero più incontrati. Ma invece in M3 si rivedono (il gigantesco volto nella “corona” formato da migliaia di macchine, che ricorda tante raffigurazioni iconografiche della divinità, è la traduzione nel mondo fisico della sua identità informatica).

Questo accade per due motivi. Da una parte Neo ha sviluppato imprevisti poteri nel mondo fisico, tali che gli permettono di eludere le difese della Città delle Macchine ed entrare in essa. Poi torneremo su questo punto. Il secondo motivo è lo straordinario potere acquisito da Smith: ciò accade ad opera dell’Oracolo, che vuole che la guerra finisca ed a questo scopo si lascia assorbire consapevolmente da Smith (il quale se ne chiede giustamente il perché: la riflessione circa il piatto di biscotti appositamente lasciato sul tavolo), permettendogli di acquisire una tale potenza che l’Architetto non sarà più capace di debellarlo da solo e dovrà patteggiare con Neo la salvezza di Zion.

     

E siamo arrivati a Neo. Mr. Smith si rifiuta sempre di chiamarlo così e gli si riferisce sempre con l’appellativo di Mr. Anderson: Ander = uomo in greco, son = figlio…

Naturalmente, che Neo fosse un Messia lo si sapeva già dal primo film, lo ripeteva in continuazione Morpheus (il Battista?), oscillando tra il Figlio dell’Uomo (“sei il mio Gesù Cristo personale”, gli dice in M1 il consumatore di programmi informatici) e Gothama Buddha, ovvero l’Illuminato che capì l’illusorietà di questo mondo (“il cucchiaio non esiste). Del resto Keanu Revees non è nuovo a ruoli del genere, avendo già interpretato il giovane Buddha per Bertolucci ed essendo già stato “L’avvocato del Diavolo”… (per non parlare di quella schifezza di Constantine)

In realtà, in M3 Neo mostra di essere ben di più che l’Eletto atteso da una profezia che, dopotutto, si era rivelata essere solo un altro strumento di controllo. I suoi poteri travalicano Matrix e sussistono nella realtà: ha perso la vista eppure riesce a vedere le Macchine come luce, incendia i robot che attaccano lui e Trinity prima di salire sopra le nubi (“l’unica salvezza è il cielo”); ed  infine si sacrifica per salvare gli esseri umani patteggiando con l’Architetto, che non riesce da solo debellare il virus Smith. Neo combatte con Smith; e perde, cosa che del resto Smith avendo assorbito gli occhi dell’Oracolo aveva previsto. Tuttavia la sua sconfitta è solo apparente: nel momento in cui viene assorbito l’Architetto, a cui Neo si è collegato per fungere da “antivirus”, può finalmente debellare Mr. Smith effettuando il risanamento del sistema.

A molti contestatori della prima ora, questa sconfitta-vittoria sembrò un vile stratagemma per poter proseguire la saga ed una specie di posticcio “happy end”. Ma naturalmente la saga non è proseguita: sia perché la delusione è stata tale che purtroppo è possibile che i Wachosky non facciano più film in generale, sia perché sarebbe stata del tutto fuori luogo. Riflettiamo: perché il titolo del terzo film è Matrix Revolutions e non  Matrix destroyed? Perché

la Matrice resta, ma la sua essenza è rivoluzionata. Il gattino accanto a Sati è riconfigurato. Tutta Matrix è riconfigurata. Morpheus aveva detto nel primo film “Matrix è controllo”: ma ora quel controllo non sussisterà più. Perché Neo salva veramente tutti gli uomini, non solo quelli che sono a Zion e sfuggono alla minaccia dei robot (che a questo punto nel parallelismo cristiano rappresenterebbero i giusti dell’Antico Testamento), ma anche quelli che sono ancora nella Matrice: nell’incontro finale tra l’Oracolo e l’Architetto, quest’ultimo dice la frase fondamentale “chi lo vorrà sarà liberato”. Ma questo è esattamente il concetto cristiano di Redenzione: Cristo non venne a eliminare definitivamente il Male dal mondo (perché il libero arbitrio continua ad esistere), ma a dare agli uomini la speranza di potersi salvare se così avessero voluto (“La scelta, il problema è la scelta”). Ci si aspettava che col Regno dei Cieli ci fosse la fine del mondo, ma non di fine si trattava bensì di un inizio (“Io non sono venuto a dirvi come finirà; vi dico come inizierà”).

A questo punto non ci sarebbe neppure bisogno di sottolineare più di tanto il fatto che Neo muoia allargando le braccia in segno di croce (e

la Crocifissione non fu appunto una sconfitta apparente che in realtà era una vittoria?), né che la frase pronunciata dal volto fisico dell’Architetto “tutto è compiuto” abbia una chiarissima origine evangelica, né che il suo corpo venga poi trasportato verso una struttura che ricorda molto le classiche raffigurazione della Rosa dei Beati.

          

Ebbene: Matrix ha, dunque, un significato allegorico cristiano? Sì, ma dobbiamo avvertire a questo punto che si tratta di un cristianesimo per certi aspetti virato verso lo gnosticismo. Nella cosmologia gnostica il cosmo non è opera di Dio, ma di un Demiurgo ribelle che lo ha ricavato degradando una creazione preesistente – quella sì, opera divina. Questo mondo materiale è dunque intrinsecamente male e negli iniziali progetti di Dio non avrebbe mai dovuto essere creato (cosa assai diversa dal vero cristianesimo, in cui il mondo è in sé buono ma sconvolto dal peccato).

In questi termini, se Neo è Cristo e Smith è Satana, nella simbologia del film all’Architetto si addice appunto la figura del Demiurgo.

Ricapitoliamo:

           

Matrix: sembra porsi un contrasto tutto sommato semplice, rispetto a quello che vedremo dopo. Gli uomini sono il Bene (salvo tradimenti come quello di Cypher, nome che significativamente richiama Lucifero), gli Agenti e Matrix sono il Male. Resta enigmatica la figura dell’Oracolo. La contrapposizione tra

la Matrice ed il mondo reale rappresenta la contrapposizione tra terra e cielo, ma una contrapposizione appunto tipica dello gnosticismo (la materia è male).

           

Matrix Reloaded: le cose si complicano. Il mondo delle macchine non è così lineare come quello che sembra. Sia perché oltre agli agenti ci sono personaggi speciali come i Gemelli (i Dioscuri?) ed il Merovingio, programmi che sono apparentemente sfuggiti al controllo della Matrice e perseguono scopi privati; sia perché programmi come Seraph, il Fabbricante di chiavi e l’Oracolo sono dichiaratamente positivi pur essendo programmi. È la dialettica che costituisce l’ossatura dell’equazione elaborata dall’Architetto, in cui scopi positivi e negativi tenderebbero a bilanciarsi a vicenda se non fosse per quell’anomalia sistemica.

L’Architetto è proprio il Demiurgo: non ha creato il mondo ex nihilo, ma lo ha ricreato in piccolo partendo da materiale preesistente. Essenziale a questo punto è la visione del cortometraggio Il secondo Rinascimento, contenuto negli Animatrix, in cui si spiega la genesi della Matrice. Inizialmente i robot erano schiavi degli uomini, costretti ai lavori più servili e discriminati (e qui si può sentire l’eco di Asimov). Quando chiesero la libertà e non la ottennero, scoppiò la guerra; le Macchine vinsero e per sopravvivere in un mondo senza sole crearono quel gigantesco habitat simbiotico che è Matrix.

        

Matrix Revolutions: tale controllo non poteva durare in eterno. Era necessario che avesse fine. E così è venuto Neo, che non è l’Eletto di una profezia creata dalla stessa equazione dell’Architetto (“io non credo nell’Eletto, io credo in lui” dice Niobe) ma ben altro tipo di Messia e dotato di poteri che non gli sono stati concessi dalla Matrice, che non vengono dal Demiurgo. In M2, poco prima di lanciare quell’impulso elettromagnetico verso le sentinelle, Neo dice che "qualcosa è cambiato". Sente in sé questi nuovi poteri. Li ha sviluppati da solo? O li ha ricevuti da qualcuno che aveva il potere di darglieli, Qualcuno che è ancor più potente dell’Architetto?

Suggerisco la mia idea: in Matrix Revolutions Dio esiste e agisce. Ai due “livelli di realtà” (Matrice e mondo reale) che abbiamo finora conosciuto, si aggiunge un terzo livello, questo sì davvero trascendente.

L’unica speranza è il Cielo”, dice Neo quando esorta Trinity, nel loro viaggio finale a bordo della Logos, a salire oltre le nubi. Dove le Macchine non possono seguirli, alla luce del Sole.

        

discorso dell’Architetto    

       

Architetto: Salve, Neo.

Neo: Lei chi è?

Architetto: Io sono l’Architetto. Ho creato io Matrix. Ti stavo aspettando. Tu hai molte domande, sebbene il tuo processo abbia alterato la tua coscienza resti irreversibilmente umano. Ergo alcune delle mie risposte potrai comprenderle, altre no. Concordemente, malgrado la tua prima domanda possa essere la più pertinente, potresti renderti conto o non renderti conto che sia anche la più irrilevante.

Neo: Perché mi trovo qui?

Architetto: La tua vita è un prodotto di un residuo non compensato del bilanciamento delle equazioni inerenti alla programmazione di Matrix. Tu sei il risultato finale di un’anomalia che nonostante i miei sforzi sono stato incapace di eliminare da quella che altrimenti è un’armonia… di precisione matematica. Sebbene resti un problema costantemente arginato, essa non è imprevedibile pertanto non sfugge a quelle misure di controllo… che hanno condotto te… inesorabilmente… qui.

Neo: Non ha risposto alla mia domanda.

Architetto: Giusto, è vero. [Pausa.] Interessante. Sei stato più veloce degli altri.

   

[Dagli schermi:

Quali altri?

Quali altri?

Altri?

Quali altri?

Voglio uscire!

Uscire!

Usc…]

  

Architetto: Matrix è più vecchia di quanto tu immagini. Io preferisco contare partendo dalla comparsa della prima anomalia fino al manifestarsi della successiva. Questa è la sesta versione.

Neo: Ci sono solo due possibili spiegazioni. O nessuna me l’ha mai detto. O nessuno lo sa.

Architetto: Precisamente. Come stai senza dubbio intuendo, l’anomalia è sistemica e crea pericolose fluttuazioni anche nelle più semplici equazioni.

Neo: La scelta. Il problema è la scelta.

   

[Trinity incontra l’agente.]

   

Architetto: La prima Matrix che disegnai era assolutamente perfetta. Un’opera d’arte. Impeccabile. Sublime. Un trionfo eguagliato solo dal suo monumentale… fallimento. L’inevitabilità del suo destino mi è ora evidente quale conseguenza dell’imperfezione intrinseca dell’essere umano. Perciò la riprogettai basandomi sulla vostra storia, per rispecchiare con accuratezza le espressioni grottesche della vostra natura. Tuttavia venni ancora frustato dal fallimento. In seguito giunsi alla conclusione che la risposta mi sfuggiva perché esigeva una mente inferiore o, se vogliamo, una mente meno vincolata della mia a parametri di perfezione. Tant’è che la soluzione fu trovata per caso da un altro programma intuitivo, inizialmente creato per indagare su alcuni aspetti della psiche umana. Se io sono quindi il padre di matrix, lei… è senza dubbio alcuno sua madre.

Neo: L’Oracolo.

Architetto: Ti prego. [con un’espressione infastidita] Come ho detto, lei trovò per caso una soluzione grazie alla quale il 99% dei soggetti testati accettò il sistema a condizione di avere una scelta, anche se la consapevolezza di tale scelta era a livello quasi inconscio. Benché la trovata funzionasse era fondamentalmente difettosa, dato che di fatto generava quella contraddittoria anomalia sistemica che se non controllata poteva minacciare il sistema stesso. Ergo coloro che lo rifiutavano, e parliamo sempre di una minoranza, lasciati senza controllo potevano costituire una crescente probabilità di disastro.

Neo: Qui sta parlando di Zion.

Architetto: Tu ora sei qui perché Zion sta per essere distrutta. Ogni suo abitante sarà sterminato e l’esistenza stessa della città sarà cancellata.

Neo: Stronzate. [Dagli schermi decine di voci si sovrappongono ancora.]

Architetto: Il rifiuto è la più prevedibile di tutte le reazioni umane. Comunque sia, stai tranquillo. Questa sarà la sesta volta che siamo costretti a distruggerla e ormai siamo diventati… oltremodo efficienti nel farlo.

  

[Trinity e l’agente stanno ancora combattendo. Lei sembra avere la peggio. Ma riesce in qualche modo a liberarsi.]

 

Architetto: La funzione dell’Eletto è quello di tornare alla sorgente, permettendo una temporanea distribuzione del codice di cui sei portatore e il ripristino del programma originale. Dopo ti verrà chiesto di selezionare dall’interno di Matrix 23 individui, 16 femmine e 7 maschi, per ricostruire Zion. La mancata ottemperanza a questo processo provocherà un cataclismico crash del sistema che ucciderà chiunque sia collegato a Matrix, cosa che, abbinata all’annientamento di Zion, sostanzialmente causerà l’estinzione dell’intera razza umana.

Neo: Non vi conviene. Non lo permetterete. Gli esseri umani vi servono per sopravvivere.

Architetto: Esistono livelli di sopravvivenza che siamo preparati ad accettare. Tuttavia la questione più rilevante è se tu sei pronto ad accettare la responsabilità per la morte di ogni essere umano di questo mondo. [Un click con la sua penna, e sui monitor appaiono innumerevoli immagini di esseri umani, da ogni parte del mondo. Poi di nuovo un primo piano dell’Architetto.] È interessante osservare le tue reazioni. I tuoi 5 predecessori erano di proposito costruiti intorno alla comune attribuzione di una sensibilità positiva, allo scopo di creare un profondo attaccamento al resto della tua specie, per facilitare il compito dell’Eletto. Ma se gli altri vivevano quest’attaccamento in modo generico, la tua esperienza al riguardo è molto più specifica dato che coinvolge… l’amore. [Altro click. Compare Trinity sugli schermi.]

Neo: Trinity!

Architetto: A proposito, è entrata in Matrix per salvarti la vita, a costo della sua.

Neo: No…

Architetto: Il che ci porta infine al momento della verità, in cui la vostra fondamentale imperfezione finalmente si manifesta e l’anomalia può rivelarsi nella sua doppia veste di inizio… e di conclusione. Ci sono due porte. La porta alla tua destra conduce alla sorgente e alla salvezza di Zion. Quella alla tua sinistra riconduce a Matrix. A lei, e alla tragica fine della tua specie. Come tu hai ben riassunto… il problema è la scelta. [Pausa e primo piano di Neo. Poi ancora sull’Architetto.] Ma noi sappiamo già quello che farai, non è vero ? Già intravedo la reazione a catena. Precursori chimici che segnalano l’insorgenza di un’emozione disegnata appositamente per soffocare logica e ragione. Un’emozione che già ti acceca, e ti nasconde la semplice ed ovvia verità. Lei è condannata, sta per morire e non c’è niente che tu possa fare per impedirlo. [Primo piano di Neo. Poi si vede Neo che s’incammina verso la porta di sinistra. Ritorno all’Architetto.] Humpf. La speranza. La quintessenziale illusione umana, e al tempo stesso la fonte della vostra massima forza e della vostra massima debolezza.

Neo: Se fossi in lei… spererei di non dovermi reincontrare.

Architetto: Non accadrà.


20 responses to “Matrix explained

  • stark86

    Stark si alza in piedi ed applaude 😀

  • utente anonimo

    eccellente critica! ed io che dopo avere visto i due sequel li avevo mentalmente cestinati come spazzatura esoterica…

  • ClaudioLXXXI

    Stark la conosceva già, ma fa sempre piacere :p

    Un sacco di gente, ahimè, li ha cestinati come immondizia…

  • utente anonimo

    Interessante interpretazione: i miei complimenti.
    ~ Alastor2602

  • gjiada

    adesso devo andare, e di Matrix ho visto solo il primo ma ripasserò

  • carnefice

    Tutto il pensiero di Marix si conclude quando Neo riesce inaspettatamente a fermare le sentinelle: lui non è nel mondo reale.
    In effetti, come in un’infinita sequenza di scatole cinesi, il mondo reale non esiste.
    Neo ferma le sentinelle perché è ancora in un livello di Matrix che, sostanzialmente, rappresenta la non esistenza reale. Tutto è pensiero.

    Il punto cruciale è che Neo è Dio. Neo è l’unico essere vivente che dà vita a Matrix. A questa infinità di Matrix.

    A dirla tutta, Neo sei tu. Queste parole che stai leggendo, il monitor che hai davanti, la stanza, la casa il mondo intero è il tuo Matrix personale. Tu sei il Dio di te stesso.

    Il Carnefice

    PS: non chiederti chi io sia. Ora sai chi sei tu.
    Svegliati.

  • ClaudioLXXXI

    Uh? Carnefice, stai davver sostenendo questo panpsichismo cosmologico o le tue affermazioni si curano più di essere teatrali che di essere precise?

  • carnefice

    Beh, Claudio, sto solo seguendo la filosofia, deragliano nemmeno troppo.

    Il Carnefice

    PS: non è nemmeno male esser teatrali, dal momento che di filosofia spettacolarizzata si stava disquisendo.

  • 1spray

    Ho visto la saga di Matrix almeno 2 volte, e in effetti credevo di aver capito abbastanza bene i concetti alla base del film, ma leggendo questo post
    sono rimasto piacevolmente colpito dall’ interpretazione molto intelligente e profonda.
    Resta uno dei miei film preferiti.

  • LadyMachbet

    è la mia stessa interpretazione.
    ^_^

  • redhero

    Claudio
    non ho parole. La trilogia di Matrix rappresenta per me la massima espressione che l’industria della celluloide abbia mai prodotto SENZA RINUNCIAREA AI CONTENUTI, anzi esaltandoli. Ancora oggi la riguardo in DVD con soddisfazione.

    La tua analisi e’ notevole davvero. Mi hai stupito.
    La mia unica osservazione riguarda l’Oracolo, quando nel primo Matrix rivolgendosi a Neo gli sottolinea come non sia la “scelta” il cuore della questione (…tu la scelta l’hai gia’ fatta…) ma il perche’!

    In questa affermazione/domanda per me e’ racchiusa l’essenza di Matrix che ritorna inoltre in diverse forme in tutta la trilogia. Il perche’ e’ piu’ importante della possibilita’.

    Bravissimo. Ho goduto leggendo questa tua recensione esplicativa e di spessore. Grazie di cuore

  • utente anonimo

    Lavoro ed interpretazione eccellente!Il collegamento Zion=Antico Testamento è poi confermato anche dei significati della parola stessa…http://en.wikipedia.org/wiki/Zion_(disambiguation)

  • utente anonimo

    Non penso esista un film migliore.
    I due sequel sono straordinari, interessantissimi i dialoghi…io non ho mai trovato nulla di fuori…è un film eccezionale, quei due fratelli sono geni assoluti.

    Mi commuove quando Neo muore ed appare l'immagine luminosa del Crocifisso e, alla fine, "è compiuto", dice il computer.

    Matrix è un film unico, l'ho visto talmente tante volte che non mi stufa mai.

  • ClaudioLXXXI

    Vedo che questo post continua a interessare…

    sicuramente i due sequel non sono esenti da difetti di scrittura (es. che cos'era il limbo in cui si ritrova Neo all'inizio del terzo film? come ha fatto virus informatico Smith a infettare il cervello di un essere umano? Boh), però restano ampiamente sottovalutati rispetto a quanto meriterebbero.

  • utente anonimo

    ma mica si può spiegare tutto tutto!!

    vorrei proprio vedere chi sta a criticare se sarebbe in grado di produrre un film tanto bello e complesso

  • utente anonimo

    Concordo grosso modo con quanto hai scritto, magari evidenzierei che la trilogia NON è gnostica, NON è cristiana, etc. etc…., anzi la 'morale della favola' sta nella sottolineatura del 'credere' in generale SENZA dare risposte confessionali/filosofiche specifiche.
    P.s.: Seraph…. alla fine muore: nell'ultima scena di Revolutions vediamo solo la sua forma, ma dentro di lui ormai c'è Smith, e l'oracolo lo sa…

  • ClaudioLXXXI

    Veramente la simbologia cristiana, o cristianeggiante, è innegabilmente presente.
    E lo gnosticismo di fondo, non tantissimo, è nell'identificazione del mondo materiale-matrix come un luogo da cui scappare (oltre che da altri dettagli tipo il personaggio dell'Architetto). Se fosse un film cristiano, Matrix sarebbe una realtà positiva.
    Seraph… non me lo ricordo più!

  • Filippo

    Credo che la vita sia talmente unica e preziosa che non ha importanza il grado di consapevolezza con cui si è nel mondo; e se esiste una responsabilità, sta nel lasciare posto ad altre possibilità, e non solo quelle dettate dalle nostre capacità. Il celo, a qualsiasi ora è meglio di tutte le triologie di matrix, dei vostri pensieri, dei vostri tentativi, delle mie parole.

    Filippo R. il Romagnolo

  • Marco Vichi

    Ciao molto bella questa pagina comunque; nel discorso di Neo con l’architetto questo dice che (e cito): …questa sarà la sesta volta che siamo costretti a distruggerla e ormai siamo diventati oltremodo efficenti nel farlo.
    Questo non significa che effettivamente anche Zion, e pappa e ciccia sono anch’esse una proiezione come Matrix?
    Marco E. Vichi

  • ClaudioLXXXI

    Grazie. Zion non è una realtà virtuale come Matrix, esiste nel mondo reale, ma le macchine operano anche nel mondo reale (come robot e non come programmi). La distruggono ma ogni volta salvano un nucleo di umani che possa rifondarla, perchè il loro scopo non è la totale estinzione dell’umanità ma il suo sfruttamento a uso batteria.
    L’ipotesi della realtà come secondo livello nascosto di realtà virtuale aveva preso piede dopo la fine del secondo film (quando Neo lancia una scarica nel mondo reale) ma è stata smontata. Peraltro non è mai stato spiegato nè cosa fosse quella scarica, nè che caspita fosse il fantomatico limbo in cui stazionava Neo a metà strada tra matrix e realworld.

    PS esiste una puntata di futurama che fa la parodia di matrix e lì qualcuno domanda: ma la quantità di energia spesa per tenere in piedi la baracca virtuale e tenere in vita gli umani non è superiore alla quantità di energia ricavata dalle batterie antropoidi?
    In effetti…

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