The Prisoner 2009

The Prisoner (2009)

 

 

 

Il più grande errore che si possa fare nel guardare Il Prigioniero del 2009, la nuova miniserie in sei episodi che è il rifacimento della celebre omonima serie del 1967, è aspettarsi qualcosa che ricalchi l’originale; e leggo su internet molte opinioni che si dichiarano deluse dalla miniserie proprio per questo motivo, perché “non è come la vecchia serie”.

Ma certo che non è come il Prigioniero originale! Non poteva e non doveva esserlo, altrimenti non avrebbe avuto senso. A me, che ho visto e ammirato il telefilm originale, questa miniserie è piaciuta moltissimo, e l’ho veramente apprezzata nel momento stesso in cui ho capito che dovevo smettere di fare continuamente il paragone con la vecchia serie.

Questo concetto è simboleggiato all’inizio stesso della miniserie, quando Numero 6 si risveglia nel deserto in prossimità del Villaggio e incontra il vecchio Numero 93 in fuga, vestito proprio come il 6 della serie originale, che gli dice “dì a tutti che me ne sono andato” e muore fuori dal Villaggio, finalmente libero. È noto che la produzione aveva chiesto a Patrick McGoohan stesso, il protagonista della serie originale, di interpretare Numero 93 (9-3=6); anche se poi lui ha rifiutato e per Numero 93 hanno trovato un altro attore che gli assomigliava, il messaggio è il medesimo: il vecchio Numero 6 è fuori dal Villaggio, è “out”, ora c’è un nuovo Numero 6 ed è diverso.

 

Detto questo, la mia interpretazione, opinabile ma spero non dissennata, è che fondamentalmente il Villaggio rappresenta l’ideologia: l’eterna tentazione dell’uomo di rendere perfetta la realtà costruendone una propria versione ridotta, illusoria, manipolabile a piacere. Di seguito vi espongo  la mia spiegazione, naturalmente spoiler sulla miniserie compreso il finale. Evidenziate per leggere.

 

 

 

 

Helen, la moglie di Curtis (Ian McKellen), ha scoperto che esistono ulteriori livelli di coscienza, più profondi dell’inconscio per come esso è comunemente inteso, e che esiste un modo biochimicamente indotto per creare una allucinazione collettiva inconscia. Tale allucinazione è condivisa da tutti coloro che vi prendono parte ed influisce sul loro comportamento conscio. Il Villaggio stesso è quest’allucinazione ed Helen è stata “la prima persona in assoluto nel Villaggio”, ergo lei è la Numero 1. Curtis l’ha raggiunta subito dopo e perciò è il Numero 2.

La particolarità della Numero 1 è che il suo sogno dà integrità strutturale all’allucinazione collettiva, perciò è impegnata a sognare continuamente ed è in costante fase onirica sia nel mondo reale e sia nel Villaggio stesso. Nelle occasioni in cui Numero 2 sentendo la mancanza della sua compagnia la risveglia (nel livello di coscienza del Villaggio), si producono i buchi nel terreno, ovvero dei veri e propri bug nel tessuto connettivo dell’allucinazione condivisa, che portano a ciò che giace al di sotto dell’ultimo livello di inconscio: la totale mancanza di coscienza, l’oblio.

L’esistenza della Numero 1 deve restare ignota agli altri abitanti del Villaggio, perché altrimenti essi prenderebbero coscienza della natura non reale dell’allucinazione condivisa, e perciò tutti ripetono che “non c’è Numero 1”.

 

Nel mondo reale Curtis ha fondato la Summakor, la società in cui Michael (Jim Caviziel)  lavorava come analista e da cui ha dato le dimissioni. Osservo che “Summakor” è una parola che mi sembra una crasi tra “summon”, evocare, e “maker” “creatore”, il che già suggerisce la sua funzione. Lo scopo ufficiale della Summakor è aiutare le persone che sono instabili e “difettose” a diventare migliori nel mondo reale (anche se aleggia il sospetto che il fine ultimo sia, come sempre, il potere). A questo scopo la società individua tramite gli analisti le persone adatte e somministra loro dei farmaci, probabilmente una variazione delle droghe che prende Numero 1 (questo particolare si evince dall’accenno finale di 147 nella realtà alla “pulizia del lobo frontale” che ha ricevuto): in questo modo i partecipanti all’allucinazione vivono, oltre alla ordinaria vita conscia nella realtà, una vita controllata nell’inconscio collettivo del Villaggio, in cui tutto dovrebbe essere perfetto ed essi possono sviluppare quelle “virtù” che hanno perduto nel mondo reale, virtù che consequenzialmente si manifestano anche nel loro comportamento conscio.

D’altra parte, notando la devozione verso Curtis di 147 (ovvero della persona reale che vive come 147 nel Villaggio), è facile intuire che chi controlla le persone nel Villaggio le controlla anche nella realtà.

Importante notare che la vita reale accade non “prima” della vita nel Villaggio, ma in parallelo. Alla fine si comprende che i “flashback” di Numero 6 sugli eventi successivi alle sue dimissioni non sono affatto dei flashback, e che Michael a New York e Numero 6 nel Villaggio agiscono all’incirca in contemporanea (alla fine del quinto episodio Michael vede Numero 6; quando nel sesto episodio incontra Sarah nel mondo reale, la riconosce proprio perché l’ha già conosciuta come 313). Probabilmente l’ingresso di Michael nell’allucinazione collettiva, il suo risveglio nel deserto come Numero 6, accade nel momento stesso in cui la Summakor viene a conoscenza delle sue dimissioni.

 

Ora, nell’ideologia si verifica sempre l’eterogenesi dei fini e tutti i tentativi di costruire un mondo perfetto sono destinati al fallimento. il Villaggio non sfugge a questa regola ineluttabile: gli abitanti che esistono anche nella realtà sentono che il luogo in cui vivono è comunque una prigione.  Essi sognano dei sogni dentro il sogno che sono la loro stessa vita reale, invertendo la relazione conscio/inconscio e perciò mettendo a rischio la finalità “terapeutica” e l’esistenza del Villaggio stesso. Perciò Numero 2 li sorveglia attentamente, instaurando un controllo pervasivo che non fa altro che ripetere alcuni difetti del mondo reale (delazioni, bugie, abusi psicologici, incarceramenti), e ricorrendo al Rover, la sfera bianca, per impedir loro di scappare.

Inoltre, non tutti gli abitanti del Villaggio esistono nella realtà: ci sono anche degli abitanti che sono delle pure proiezioni mentali dei sognatori e non hanno una vita parallela. Tutti i bambini che sono nati nel Villaggio non sono altro che l’allucinazione dei loro genitori; e probabilmente il “Modern Love Bureau”, l’agenzia di appuntamenti del Villaggio gestita da 1891 per accoppiare “scientificamente” le anime gemelle, non è che un modo per dare agli abitanti del villaggio che esistono anche nella realtà il partner “fittizio” che desiderano. Così, ad esempio, 147 può ritrovare nel Villaggio la moglie e la figlia che ha perso nel mondo reale per il suo cattivo comportamento.

Fa eccezione Lucy, la donna che Michael incontra al bar a New York e poi conosce nel Villaggio come 415: per svolgere il compito assegnatole da Curtis, lei entra davvero nell’allucinazione –  questo succede quando perde brevemente  i sensi fuori l’appartamento di Michael all’inizio del quarto episodio, verosimilmente dopo aver assunto le droghe allucinatorie – e il suo gettarsi alla fine nel buco dell’oblio è dovuto al fatto che nella realtà muore quando l’appartamento di Michael esplode.

 

Il primo abitante “fittizio” del Villaggio è stato 11-12, cioè appunto il figlio di Numero 1 e Numero 2, che è il più ragazzo più grande proprio perché è il figlio della prima coppia del Villaggio: il figlio che Curtis ed Helen non hanno potuto avere nel mondo reale. Tuttavia 11-12 diventa abbastanza maturo da percepire la propria natura di finzione, ne soffre profondamente e si ribella al padre in vari modi (anche attraverso la sua relazione con 909, il luogotenente di Numero 2, il che è davvero ironico se si considera che Ian McKellen è un attivista gay!).

Il sogno si oppone al sognatore, l’illusione ideologica fallisce e si rivela insostenibile: 11-12, deluso dal fatto che sua madre non può farlo nascere al mondo reale a cui anela,  la uccide nel Villaggio (determinando così il ritorno della coscienza di lei nel mondo reale) e si uccide.

Dopo la morte di Numero 1 e la conseguente comparsa di numerosi buchi, il Villaggio si avvia alla dissoluzione nell’abisso dell’oblio: ma Numero 2 trova la soluzione, perché manipola gli eventi in modo tale che dapprima Numero 6, portato a ciò dalla sua stessa bontà, sia tentato di assumere il ruolo di nuovo 1 per salvare gli abitanti del Villaggio  (gli abitanti del Villaggio gridano “Six is the One!”), e poi che 313 si offra volontaria e diventi lei la nuova sognatrice che dà integrità strutturale all’allucinazione condivisa.

A questo punto il suo compito è concluso, il figlio sognato è perduto, Helen è sveglia nella realtà: Numero 2 si uccide nel Villaggio e d’ora in poi Curtis vivrà solo nella realtà, ritirandosi con sua moglie a vita privata (la disillusione dopo l’ideologia?). Nel Villaggio Numero 6 diventa il nuovo Numero 2, mentre nella realtà Michael assume il controllo della Summakor, con la speranza di poter costruire un Villaggio migliore per i suoi abitanti e usare a fin di bene il potere della società.

 

Ma quella lacrima finale di 313 in stato catatonico suggerisce che la speranza è vana: dopo il fallimento di un’ideologia si cerca di sostituirla con un’altra, e poi un’altra, e un’altra ancora, sempre con le migliori intenzioni… sempre inutilmente.

La realtà non può essere ridotta a un Villaggio.

 

 


30 responses to “The Prisoner 2009

  • maturin

    Primo! Scusa Claudio non ho letto il post ma volevo essere il primo a commentare. Tu sai perché. Cioè, sai perché non l’ho letto e sai perché voglio essere il primo 😉
    Be seeing you!

  • ClaudioLXXXI

    Ok maturin, sei tu il Numero 1 e io sono il Numero 2… 😀

  • nihilalieno

    Io sono la prima che l’ha letto, visto che tanto in TV non potrò guardarlo mai… 
    Certo che guardate certe cose complicate… io sono rimasta al doctor Wu e Mork e Mindy!

  • quidestveritas

    Per ora non mi spoilerizzo su The Prisoner.

    p.s. Aspetto sempre il tuo post su Alias 🙂

  • maturin

    Visto il terzo episodio. Decisamente un’altra storia rispetto all’originale. Mi sta prendendo parecchio. Qualcuno mi dia altre tre ore di tempo libero!!!!!!!

  • utente anonimo

    Non è fatto male, ma di una lentezza snervante, specie nella seconda metà (ultime tre puntante).

    Complimenti per la spiegazione più che esauriente comunque 🙂

    Ciao,
    Stefano

  • ClaudioLXXXI

    #3
    Nihil qualcuno potrebbe anche regalarti il cofanetto DVD quando uscirà… (per la serie, mettersi nei guai da soli)

    #4
    Lo aspetto anch’io, quando trovo il tempo e l’ispirazione…

    #6
    Tu sei il Numero Sei. 🙂
    Io non l’ho trovato tanto lento, ma io non faccio testo, per me la lentezza non è una controindicazione anzi se suggestiva al punto giusto può essere un gran pregio.
    Basti dire che il mio film preferito è 2001 Odissea nello spazio (che avrò visto più di trenta volte, e questa non è un’esagerazione…)

  • utente anonimo

    Leggerò meglio la tua recensione. Per ora volevo dirti questo: sapevi che in predicato per dirigere quest’ultima serie c’era Cristopher Nolan (il Cavaliere Oscuro) il quale ha poi rinunciato per altri impegni?
    s.

  • ClaudioLXXXI

    Impossibile capire il post se non si è vista la miniserie (di cui sto già aspettando ansiosamente il DVD). Su wikipedia ho letto che Nolan (by the way, tra i miei buoni propositi per il 2010 c’è anche quel post sul Dark Knight…) avrebbe voluto farne un vero e proprio film.

    Vi segnalo questa intervista allo sceneggiatore della miniserie. Quel passaggio sul "relativismo morale" di Numero Due parrebbe avallare la mia tesi…

  • brucewayne

    Visto. Molto buono. Visivamente eccellente, di grande atmosfera. Attori molto bravi, McKellen superlativo come al solito.
    Tratta temi molto stimolanti e controversi, come dice Claudio.
    Potrebbe diventare un classico come l’originale, chissa’….

    E magari dovrei decidermi  una buona volta a vederlo il Prigioniero originale!

  • FedericoFasullo

    Ispirato ne ho parlato anche io qui.

    Tu scrivi:

    Tuttavia 11-12 diventa abbastanza maturo da percepire la propria natura di finzione, ne soffre profondamente e si ribella al padre in vari modi (anche attraverso la sua relazione con 909, il luogotenente di Numero 2, il che è davvero ironico se si considera che Ian McKellen è un attivista gay!).

    Rispondo: secondo me è totalmente sensato, McKellen penso si sia trovato favorevole a recitare quel ruolo proprio perché è una metafora alla repressione della natura omosessuale. Si nota infatti che il padre molto protettivo nr. 2 porta il figlio prima a commettere l’omicidio del suo amante e poi a ancora l’omicidio suicidio. il messaggio è che ogniuno deve vivere la sua vita nei pregi e nei difetti e ricongiungendomi anche a quelle che sono le tue considerazioni finali: non si può imporre "il Villaggio" nella vita delle persone perché è n sistema che è destinato a fallire.

    Quanto fa figo scrivere oscurato.

  • FedericoFasullo

    E che diamine! Quando scrivevo era tutto nero… -.- quest opzione non è valida quando si tratta dei commenti…?

  • FedericoFasullo

    The Prisoner – 2009 Il Remake “tra virgolette”[..] Che esistesse questa serie l’ho letto qui (probabilmente ne parla pure meglio di quanto abbia fatto io) e per chi non conoscesse la serie originale c’è sempre wikipedia oppure la puntata 6 della 12° stagione dei Simpsons. Un breve accenno al [..]

  • ClaudioLXXXI

    Scusa il ritardo.
    Più che altro mi piacerebbe sapere come interagivano sul set Ian McKellen e Jim Caviziel, se si trovavano a parlare di massimi sistemi chissà che scintille facevano… un altro motivo per comprare assolutamente il DVD!

    Al di là di accordi e disaccordi, sono in parte d’accordo con te: quando dico che tutte le ideologie e le utopie sono destinate a fallire e pericolose, includo anche le ideologie basate sul – o camuffate da – cristianesimo.
    Per dire, sono rimasto molto perplesso quando qualche anno fa ho letto di un tizio americano che s’era messo in testa di fondare una città, "Ave Maria City", interamente basata sui valori cattolici. Non so com’è andata a finire, e forse i giornali hanno descritto la cosa in termini più buffoneschi di quanto fosse in realtà, ma mi sembra un progetto fallimentare in partenza perchè non potrà mai esistere sulla terra una società, sia un Villaggio o uno Stato, in cui tutto sia perfetto e tutti siano buoni.
    A proposito qui si potrebbe parlare anche di un altro The Village, quello di Shamalayan (o come è non ricordo mai come si scrive), ma mi fermo per evitare spoiler.

    Ma vale la pena notare che molte eresie medievali e protestanti erano proprio questo, progetti utopici di fondare una società teocratica e perfetta, abitata da santi, in cui si realizzasse sulla terra ora e subito il Regno di Dio, insomma delle ideologie ante litteram (ma forse sono proprio le ideologie ad essere delle eresie secolarizzate).

  • FedericoFasullo

    "Per dire, sono rimasto molto perplesso quando qualche anno fa ho letto di un tizio americano che s’era messo in testa di fondare una città, "Ave Maria City""

    Quello è uno, ce ne sono diversi di parchi a tema religioso. A me lascia perplesso il museo del creazionismo http://www.youtube.com/watch?v=lfNSWSbn-Gk solo in America accadono cose del genere… |: sto iniziando a capire perché ce "l’abbiate" con i protestanti.

  • vincenzillo

    OT: claudio, sto guardando la bella serie di Battlestar Galactica in DVD. Eri stato tu a consigliarmela?

  • Cuoredipizza

    Claudio,
    Ho preparato un Regalo di Natale un po’ speciale: per te, per me, per tutti gli amici.

  • OsteriaVolante

    Ciao Claudio,
    ti ho mandato un messaggio privato su splinder. La mia mail è osteria_volante@yahoo.it

    Ciao!

    L’oste

  • Lightswarrior

    Non c’entra più di tanto con il tema del topic, ma fa lo stesso 😛


    Buon Santo Natale a tutti!

  • OsteriaVolante

    Ciao Claudio,
    passo per farti gli auguri di un Santo Natale a te e ai tuoi cari

    L’oste e la Locandiera

  • noradlf

    Buon Natale, Claudio, anche alla tua famiglia.
    Umberta

  • maturin

    Ehm… A parte che finalmente sono riuscito a vederla tutta… ma… questo sito?

  • maturin

    Anyway… Molto buono. E la tua interpretazione è a dir poco perfetta! Per ora mi fermo qui. Elaboro meglio e ripasso. Un saluto!

  • ClaudioLXXXI

    Il sito della Summakor mi era sfuggito… gulp!!!

    Sono contento che ti sia piaciuto. Ora non mi resta che aspettare con ansia l’uscita del cofanetto. A presto!

  • utente anonimo

    Sei un cazzo di genio.
    Ottime deduzioni.

  • ClaudioLXXXI

    Immagino fosse un complimento da non intendere letteralmente

    a proposito, qualcuno sa se poi è uscito in Italia il DVD?

  • utente anonimo

    Complimenti per la spiegazione!! Veramente bravo. Bisogna dire che i veri sceneggiatori sono stati proprio quelli delle serie e dei film passati…. ormai sono tutte scopiazzature vedi Lost che con il gioco dei flashback ci è campato 6stagioni…. E' più facile certo seguire telefilm o filmetti poco impegnativi, ma alla fine cosa resta?? L 'OBLIO del nulla… Meno male che c'è gente come voi ! ! ! !  Un saluto a tutti

    Gabriele

  • Alessio Pieri

    Ottima analisi! Mi hai aperto un mondo su questa serie. Devo dire che dopo una prima visione (in lingua originale per giunta) non ci avevo capito molto. Anzi, ero non poco disturbato dalla condensazione di una serie così cerebrale in sei puntate. Mi ritrovo in tutte le tue deduzioni e mi sono riappacificato con The Prisoner adesso 🙂 Però penso ancora che aver ristretto una roba del genere a sei puntate sia stato un crimine nei confronti della fruibilità della serie. Che abbiano avuto un budget molto ristretto, forse? Peccato! Ne è valsa comunque la pena. Be seeing you!

  • Anonimo

    Volevo solo farti i complimenti per questo meraviglioso post e per la dolcezza ed eleganza della tua scrittura.
    L

Ciao. Se vuoi commentare, accomodati. Non c'è bisogno di nome o e-mail, non c'è approvazione preventiva, no censura. Hai il libero arbitrio e io lo rispetto, anche se potresti usarlo male. Ricorda però che la libertà implica la responsabilità. Se sei un troll, ignorerò i tuoi commenti - a meno che tu non faccia un flood. Se pensi che quel che dico è sbagliato, fammelo notare. Attenzione però, perchè chiunque tu sia, se non sei d'accordo con me, proverò a convincerti del contrario. Qui il dialogo non sono belle chiacchiere per scambiarsi "secondo me" e sentirsi più buoni e tolleranti: qui il dialogo serve a cercare, trovare, amare la Verità.