Il Dysangelium di Odifreddi (2)

Il Dysangelium di Odifreddi (2)

 

 

              

(continua)

             

La maggior parte delle volte che Odifreddi parla male di una religione nel suo libro, guarda un po’, si tratta del cristianesimo (con un occhio di irriguardo al cattolicesimo). Ma anche le altre fedi godono della sua premurosa attenzione. Per esempio, nel capitolo “Paradossi”, parlando di affermazioni autocontraddittorie:

                        

Nella mitologia islamica il già citato racconto della creazione dell’uomo prosegue in maniera inaspettata (Corano, XV, 28-43 e XXXVIII, 71-85):

                         

Il Signore disse agli angeli: “Io creerò un uomo di argilla secca, presa da fango nero impastato, e quando l’avrò modellato e gli avrò soffiato dentro il mio spirito, prostratevi davanti a lui in adorazione. E tutti gli angeli si prostrarono, eccetto Iblis, che si rifiutò di unirsi a loro.

E Dio gli chiese: “Iblis, che hai perché non ti prostri con gli altri in adorazione?” Iblis rispose “Non sia mai che io adori un uomo, creato dall’argilla secca, dal fango impastato!”

Disse allora Dio: “Vattene di qui, reietto, e che tu sia maledetto sino al giorno del giudizio!” Iblis rispose “Signore, poiché tu mi hai ingannato io renderò bella agli occhi dell’uomo ogni turpitudine, e li ingannerò tutti”

                       

Dio crea così un dilemma veramente diabolico, un’alternativa da cui si può uscire soltanto disobbedendo: o direttamente, all’ingiunzione di adorare Adamo, o indirettamente, al comandamento di non adorare altri che Dio. Ancora una volta, dunque, è Dio che appare come subdolo e paradossale, mentre il diavolo si trova chiuso di fronte a una coppia di ordini contraddittori che non gli lasciano scampo.

                   

E così, ancora una volta, Dio è subdolo e paradossale. Povero diavolo di un Diavolo.

In realtà la faccenda è da approfondire. Odifreddi ha riportato un’unica versione per due passi diversi del Corano abbastanza simili tra loro: tuttavia, se il lettore si dà la pena di andare a controllare la fonte originale, può scoprire che le cose non stanno esattamente come le descrive l’autore. In questa traduzione del Corano (su cui pure ci sarebbero varie cose da dire, in quanto è a cura dell’UCOII – e ve li raccomando, quelli dell’UCOII, ma questo è un altro discorso), l’episodio presenta una diversa e significativa sfumatura:

                  

Sura XXXVIII (Sâd), 71-78:

71 [Ricorda] quando il tuo Signore disse agli angeli: «Creerò un essere umano con l’argilla.

72 Dopo che l’avrò ben formato e avrò soffiato in lui del Mio Spirito, gettatevi in prosternazione davanti a lui ».

73 Tutti gli angeli si prosternarono assieme,

74 eccetto Iblis, che si inorgoglì e divenne uno dei miscredenti.

75 [Allah] disse: « O Iblis, cosa ti impedisce di prosternarti davanti a ciò che ho creato con le Mie mani? Ti gonfi d’orgoglio? Ti ritieni forse uno dei più elevati?»

76 Rispose: «Sono migliore di lui: mi hai creato dal fuoco, mentre creasti lui dalla creta».

77 [Allah] disse: « Esci di qui, in verità sei maledetto;

78 e

la Mia maledizione sarà su di te fino al Giorno del Giudizio!».

                     

Insomma, si evince che Iblis ha rifiutato di inginocchiarsi non per spirito di obbedienza al comandamento del monoteismo, ma per puro e semplice orgoglio. Quello è argilla secca e fango impastato, io sono uno spirito creato dal fuoco, non mi abbasso in prosternazione davanti a lui.

Tuttavia questo interessante particolare, stranamente, nella versione di Odifreddi non è riportato. Come mai?

Che poi, a leggere il passo con un po’ di buonsenso, appare chiaro che questa pretesa autocontraddittorietà dell’ordine divino in realtà non sussiste affatto. Allah non chiede ai suoi angeli di adorare Adamo come un dio pari suo, ma di rispettare

la Sua opera in cui ha soffiato il Suo Spirito. “Adorare” Adamo si risolve in un’adorazione indiretta di Allah: sicché in effetti è proprio l’uso del verbo adorare fatto da Odifreddi, e che coerentemente la traduzione italiana dell’UCOII non adopera (il lessico cattolico risolve questo problema alla radice: Dio è adorato,

la Madonna e i Santi sono venerati; le accuse di politeismo rivolte alla Chiesa provengono da chi non capisce la differenza), ad essere improprio.

Ed anche, per usare una terminologia nota, subdolo e paradossale.

              

(continua)

 


8 responses to “Il Dysangelium di Odifreddi (2)

  • enochirios

    Le differenze tra adorazione e venerazione è debole nell’italiano parlato, e proprio da questo punto di vista ragiona il pur non stupido Odifreddi: quello dell’uomo comune, ma laureato, che non riesce a capire per deficit concettuale e linguistico. Così ritiene le cose ignote “ridicole” o “superstiziose”.
    “Superstizione” è il termine preferito dagli ignoranti acculturati.
    La distinzione tra adorare e venerare risolve anche la sua magna quistione su immagini sensibili ed i santi: Maria, i santi etc. non “simboleggiano” un Assoluto, ma sono esempi viventi e visibili di chi ha cercato Dio- e Dio ha operato attraverso loro( ma non Madre Teresa! 😉 ).
    E’ una concezione molto diversa dal culto delle immagini sensibili difeso di Porfirio, che le riteneva simili ad una “scrittura”… Non per nulla abbiamo quel testo perché ce n’è una confutazione cristiana!
    Sulla sua identificazione tra “diavolo” e “discrimine logico” ci sarebbe poi molto da dire, a partire dalla sua falsa etimologia di “diabolòs”.
    ciao! Eno 🙂

  • ClaudioLXXXI

    Diavolo non deriva da “diaballo”, verbo greco che indica appunto la divisione (il Diavolo divide l’uomo da Dio)? Io la sapevo così… :-/

  • enochirios

    Infatti, ma l’Odifreddi non l’ha mica capito!
    Non distingue tra 2 cose ben distinte, lo sporco greco “diaballo” e lo sporco greco “diakrino”… 😉
    Nella Bibbia greca diabolos è il satàn, l’oppositore o avvocato accusatore che si oppone all’imputato, come in Giobbe. Poi è anche l’oppositore dell’uomo punto e basta.
    Odif. non si avvede che “allontanare, allontanarsi od opporsi fisicamente”, diaballo, giammai equivale a “distinguere concettualmente”, diakrino, che lui neanche conosce.
    Inoltre figuriamoci se Satana serve a distinguermi da Dio, visto è l’impulso folle ed illogico a diventare Dio!
    Lo slogico torinese non ne capisce un ette… Soprattutto non capisce che rompere un amicizia, “dividersi” dall’Amico, ed opporsi a lui non è affermare una distinzione di identità tra me e Lui né viceversa affermare la mia differenza da Dio vuol dire opporglisi. Uno è un dividere astratto e concettuale, l’altro è concreto e morale… differenza mica da poco.
    Comunque, basta: so di essere troppo lungo nei commenti.
    ciao e buon week end! Eno

  • lampisterio

    Bel post, accidenti.
    L’ho letto solo oggi e già aspetto il prossimo (oppure manca il link sul “continua”)?

    Sul perché Od. abbia omesso proprio quel rigo che evidenzia che il problema sta nel peccato di orgoglio, sembra proprio il più classico dei casi di Lapsus.

    Infatti proprio tutta l’opera di Od. è incentrata nel suo smisurato orgoglio, che a mio avviso diviene vera e propria idolatria del proprio cervello.

  • utente anonimo

    Grazie. Il prossimo non e’ in programma… avevo cominciato questa serie di post, ma poi ho realizzato che se volevo indicare tutti ma proprio TUTTI gli errori del libercolo odifreddiano…
    la vita e’ troppo breve per un compito tale!
    Magari potrei fare un post conclusivo…

    Nel migliore dei casi, quello di Odifreddi e’ un lapsus. Nel peggiore, un caso di conclamata disonesta’ intellettuale e morale.

    Claudio

  • utente anonimo

    E io che pensavo di trovare su questo blog gli errori di Odifreddi… che delusione. La prossima volta che ti fai pubblicità sull’espresso almeno cerca di scrivere qualcosa di interessante.

  • utente anonimo

    concordo con l’anonimo qui sopra…

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